Creative Sound Blaster Roar 2 – Recensione

Creative Sound Blaster Roar 2 – Recensione

Che sia quella di un videogioco, quella di un film o quella del proprio idolo, la musica fa parte della nostra vita.

Al giorno d’oggi poi, grazie agli smartphone, ai tablet ed ai servizi di streaming come Spotify, ce la portiamo sempre con noi. Ma chi ama la musica sa bene quanto sia fondamentale ascoltarla bene. Così, per coloro che vogliono “sempre” il massimo della qualità musicale, ovunque ci si trovi, sono nati (e negli ultimi mesi stanno diventando sempre più diffusi) gli altoparlanti portatili Bluetooth. Grazie a questi dispositivi, più o meno grandi a seconda delle esigenze, abbiamo la possibilità di ascoltare la musica come si deve, senza per forza “estranearsi” con un paio di cuffie o auricolari; e magari condividerla anche con le altre persone che ci circondano.

Sinceramente, definire il Creative Sound Blaster Roar 2 un semplice “altoparlante Bluetooth” ci sembra davvero riduttivo, e siamo certi che leggendo la nostra recensione ne comprenderete il perché.

Creative Sound Blaster Roar 2

Compatibilità: dispositivi Bluetooth, Android, iOS, Windows Phone, PC, PS4, PSVita

Versione Bluetooth: Bluetooth 3.0

Profilo Bluetooth®: A2DP (Bluetooth wireless stereo), AVRCP (Telecomando Bluetooth), HFP (Profilo Mani libere)

Codec supportati: aptX, SBC, AAC

Supporti Esterni: Schede microSD classe 4 e superiore, fino a 32 GB.

Formati supportati: mp3, wma e wav (fino a 320kbs)

Dimensioni:  Altoparlanti: 51.0 x 188.0 x 109.0 mm, Adattatore di corrente: 1.7m, Cavo USB Lunghezza: 0,7m

Peso: Altoparlanti: 1kg, Adattatore di corrente: 150g

Prezzo: 179 euro

Manuale: scaricalo qui in PDF

Colori Disponibili: Nero, Bianco

Chi come il sottoscritto ha qualche annetto in più sul groppone, senza ombra di dubbio ricorderà bene i nomi “Creative” e “Sound Blaster“. Infatti una volta (specialmente nei primi anni ’90), i PC non avevano schede audio integrate, ma solamente il PC Speaker, il quale si limitava a riprodurre gracchianti beep, che solo in rari casi venivano sfruttati per creare melodie orecchiabili (per quanto queste affascinanti). Coloro che invece volevano di più dai videogiochi, in fatto di audio, dovevano comprare una Scheda Audio dedicata, ed in fatto di schede audio, Creative, con le sue Sound Blaster era il Top. Ha continuato e continua tuttora a produrle, ma con le schede audio integrate nei PC moderni, solo pochi e veri audiofili investono soldi in una scheda audio.

Nell’approcciarci a questo altoparlante Bluetooth siamo quindi ben consapevoli di andare incontro ad un prodotto di qualità, ma quello che ha fatto Creative è qualcosa di più. Sound Blaster Roar 2 è il diretto successore dell’omonimo Roar, uscito mesi fa e dal quale differisce principalmente per dimensioni, peso e funzionalità; mantenendo intatta (se non superiore) la qualità audio. Roar 2 non si limita però alla riproduzione di musica, o meglio, è quello il suo scopo principale, ma offre tantissime alternative per farlo, oltre a qualche gradito extra.

Definire il Sound Blaster Roar 2 un semplice “altoparlante Bluetooth” ci sembra davvero riduttivo

La qualità ha il suo peso, infatti nonostante le dimensioni ridotte, l’altoparlante pesa 1KG e lo si evince da subito, da quando si ha tra le mani la confezione. Al suo interno il minimo indispensabile, ma quanto basta per sfruttarlo al massimo: l’alimentatore da parete (con adattatore USA, UK ed ITA), un cavo USB-Micro USB, due adesivi/gommini frontali ed una breve guida all’uso. Il massimo sarebbe stato un sacchetto o una pochette in cui riporlo quando si porta in giro, ma Creative ha scelto di vendere separatamente questi accessori. Tuttavia come detto, nella confezione c’è tutto il necessario, visto che le tante funzionalità sono intrinseche al Roar 2.

Prima di andare a scoprire tutte le caratteristiche e funzionalità che si nascondono al suo interno, vogliamo spendere due righe su quello che è l‘aspetto estetico del device. Disponibile sia in nero che in bianco, il Roar 2 è studiato per essere posizionato sia in orizzontale che verticale (a seconda delle esigenze) ed il suo design è quindi studiato per essere bello da vedere in ambo le posizioni. Se in orizzontale, grazie al logo Creative ed all’essenzialità dei comandi ha uno stile sobrio, a noi piace più in posizione verticale, più aggressiva (quasi a ricordare un amplificatore da palcoscenico) e con tutti i tasti ed i connettori in bella vista. A prescindere dalla posizione, il pezzo forte (e non solo in termini estetici) sono i due trasmettitori passivi laterali, che oltre ad una finitura lucida/zigrinata ed al logo Creative in bella vista, pulsano quando i bassi spingono, producendo un effetto visivo/sonoro che definiremmo “potente“.

Il pezzo forte sono i due trasmettitori passivi laterali, che pulsano quando i bassi spingono

Arriviamo finalmente al cuore di questo Roar 2, ossia alle molteplici features, ed al modo in cui sono realizzate e funzionano.

Certo, non possiamo nascondere che prima di tutto si tratta di un altoparlante Bluetooth portatile, quindi la sua funzione principale è quella di  riprodurre audio/musica dai dispositivi Bluetooth compatibili, che principalmente saranno smartphone e/o tablet. Abbinarlo al vostro dispositivo sarà un gioco da ragazzi, soprattutto se il vostro device ha la connettività NFC: in quel caso basterà far toccare i due dispositivi per effettuare il pairing. Non abbiamo notato problemi di connessione, almeno finché si resta nel raggio consentito dal Bluetooth; i dispositivi restano saldamente connessi, anche quando si spegne e riaccende l’altoparlante, seppur dobbiamo segnalare una nota negativa in questo frangente: si possono abbinare solamente due dispositivi per volta. Questo vuol dire che se avete più di due dispositivi Bluetooth da cui riproducete abitualmente musica (se ad esempio la famiglia è numerosa), spesso vi toccherà rifare il pairing quando lo accendete.

Tra le tante funzioni, il Roar 2 è anche un Vivavoce Bluetooth: tenendolo acceso e connesso allo smartphone, potrete comodamente rispondere, chiudere (o respingere) una chiamata con il tasto che si trova sull’altoparlante. La qualità audio è buona ed abbiamo avuto feedback altrettanto positivi da chi ci ascoltava. Inoltre (altra funzionalità) il Roar 2 è anche un registratore audio: potrete quindi registrare una call o una chiamata, ma anche prendere appunti vocali o registrare musica. Proprio per quel che riguarda quest’ultima possibilità, vorrei specificare che anche la musica viene registrata dal microfono, per cui la qualità non sarà perfetta, ma vi permetterà magari di registrare un brano che ascoltate dalla web radio (attenti anche ai rumori di fondo o alla vostra voce, registrerà anche quelli). Grazie ai comandi posti sul retro si potranno anche riprodurre le registrazioni, skipparle o disattivare il microfono durante una chiamata.

Attenzione però, dove viene registrato l’audio? Ecco, ci eravamo dimenticati di dirvi che il Roar 2 ha anche un lettore MP3 integrato e che permette di riprodurre musica da una scheda Micro SD. Per cui le registrazioni le ritroverete proprio lì. Senza dubbio la qualità audio da scheda di memoria (se i file sono di alta qualità) è migliore rispetto a quella Bluetooth o comunque in Streaming, e sul retro del device ci sono i comandi play/pause, quelli per andare avanti/indietro con le tracce (o cambiare cartella tenendoli premuti) ed un interruttore per la modalità ripetizione o shuffle.

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Trascina file per caricare
Trascina file per caricare
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Sound Blaster Roar 2 non si ferma però al Bluetooth o alla scheda SD, ma permette di riprodurre musica anche attraverso una sempre comoda presa analogica AUX IN con jack da 3.5 mm: in questo modo potrete collegare davvero qualsiasi dispositivo abbiate per le mani, anche quel vecchissimo walkman che giace da anni in un cassetto, insieme alle decine di audiocassette.

Tra le varie opzioni, può essere collegato anche alla PlayStation 4 mediante il cavo USB, per godere al meglio delle colonne sonore dei vostri videogiochi preferiti nel caso in cui siate ancora relegati alle casse della vostra TV.

Senza-titolo-1Infine, il Roar 2 può essere collegato ad un PC (o ad un Mac) e fungere anche da scheda audio esterna, per migliorare la qualità di riproduzione audio del computer. Scaricando il software dedicato potremo poi gestire l’equalizzazione attraverso dei preset predefiniti oppure creandone di personalizzati. Tramite l’interruttore posto sul retro, potremo scegliere se connettendolo ad un PC, verrà visto come scheda audio o supporto di memoria (solo nel caso in cui sia presente la scheda Micro SD).

Se prestiamo attenzione al retro del device, noteremo che c’è un’altra porta USB, di dimensioni normali: questa porta USB serve a caricare altri dispositivi USB, sfruttando la carica residua del Roar 2. Un extra non da poco, che vista la sua duttilità lo mette in lizza tra i device da portare sempre con sé. A proposito di ricarica… il Roar 2 può essere caricato sia con il caricabatterie da parete, che attraverso il cavo USB, collegandolo ad esempio al PC, oppure utilizzando lo stesso caricabatterie dello smartphone (per evitare di portarsi dietro mille caricatori). Tuttavia in modalità USB la ricarica è più lenta.

Quello con la dicitura ROAR è l’unico tasto che non abbiamo ancora citato, ma è forse quello più importante di tutti, perché legato in maniera profonda al compito principale del device ed alla qualità/potenza audio che può sprigionare. Premendo il suddetto tasto si attiveranno consequenzialmente due modalità audio: Tera Bass e ROAR. A farci capire quale sia attiva ci penserà il led di colore verde o bianco e la robotica voce guida femminile che sentiremo anche in altri frangenti (ad esemprio durante il pairing). La modalità Tera Bass serve ad amplificare i bassi quando ascoltiamo la musica a basso/medio volume, rendendo il suono meno “flat”, ma senza andare a scapito dei toni alti. La modalità ROAR invece serve quando vogliamo spingere al massimo il volume: permette infatti un’ottimizzazione sonora in grado di rendere meglio in situazioni come feste o ambienti molto grandi. Inoltre, se collegato ad una presa di corrente mentre questa funzione è attiva, si guadagnerà ancora qualcosa in termini di potenza.

Dopo avervi illustrato le numerose funzionalità che questo dispositivo nasconde, siamo arrivati alla resa dei conti:è il momento di parlare delle prestazioni di Sound Blaster Roar 2, sia quelle generali che quelle in termini audio.

La qualità costruttiva è davvero elevata, in fondo parliamo di un device che si aggira intorno ai 180 euro, ma noi crediamo che sia tuttavia da attribuire al marchio Creative, che da sempre ha offerto prodotti di qualità. Bello ma allo stesso tempo robusto, se si escludono i due trasmettitori laterali, a cui bisogna prestare particolare attenzione se si trasporta. A proposito di “trasporto”, si tratta sì di un dispositivo “portatile”, ma di media caratura, sia in termini di peso, che di grandezza: insomma non è nella fascia degli altoparlanti Bluetooth che stanno nel palmo di una mano. A guadagnarci naturalmente è la qualità audio, ma di certo se fossi in voi, non lo porterei in spiaggia o in situazioni troppo dinamiche.

Il funzionamento è davvero elementare e non richiede particolari conoscenze per poterne sfruttare tutte le caratteristiche. Il pairing è immediato ed i comandi sono intuitivi. Poi in alcuni frangenti, come detto, c’è una voce guida femminile che vi aggiorna su quello che state facendo. Una volta connesso il device, si riconnetterà in automatico ogni volta che lo accenderete e salvo qualche passo falso con la PSVita, non abbiamo avuto problemi di connessione in fase di riproduzione.

La possibilità di usarlo come vivavoce, lo rende un compagno da scrivania perfetto e tutte le altre feature extra, tra cui il fatto di usarlo come pacco batteria per ricaricare altri device, sono un vero plus.

A proposito di batteria, la sua durata dipende molto dall’uso che se ne fa. Noi lo abbiamo usato principalmente a basso/medio volume, con la modalità Tera Bass attiva e possiamo confermarvi le 8 ore dichiarate dalla casa. Certo che se lo userete al massimo della potenza, con la funzione ROAR attiva, la batteria potrebbe durare meno della metà. Tuttavia non lo vediamo come un grosso limite, perché abbiamo fatto davvero fatica a tenerlo al massimo del volume (senza farci linciare dai vicini) e crediamo che nel caso voglia essere usato ad esempio per un evento, ci si possa organizzare e portare con sé l’adattatore da parete (che consente anche di migliorare la potenza audio!)

Eccoci quindi al “dunque”, alla parte audio.

Dal punto di vista tecnico, Sound Blaster Roar 2 (così come il suo predecessore) cerca di fare le cose in grande, nonostante le ridotte dimensioni. Al suo interno infatti nasconde 5 driver: un subwoofer, due tweeter ed i due trasmettitori passivi laterali. Inoltre a differenza della maggior parte degli altoparlanti Bluetooth, ha due amplificatori anziché uno: uno è dedicato esclusivamente alle alte frequenze, e l’altro si dedica a medi e bassi. In termini pratici, quello che abbiamo potuto apprezzare, è un suono nitido, pulito, fedele e ben bilanciato, che non si dedica principalmente ai bassi, ma che svolge per bene il suo lavoro anche alle alte frequenze. Tra l’altro,la doppia possibiltà di posizionamento del device è volta anche a differenziare l’utilizzo che se ne fa. Se come noi, lo utilizzerete principalmente a bassi volumi, mettendolo in verticale ed indirizzandolo verso di voi, potrete apprezzare al meglio la qualità che il Roar 2 è capace di offrire. Mentre posizionandolo in verticale il suono si dipana nello spazio aperto, ed è quindi ottimale per situazioni in cui la musica è rivolta ad un pubblico numeroso.

Sound Blaster Roar 2 non è uno speaker Bluetooth che lascia a “bocca aperta” al primo impatto come può fare un Bose, ma alla lunga è quello di questa fascia di prezzo che offre la miglior qualità audio sotto tutti gli aspetti: a cominciare dai bassi, che non abbiamo mai trovato eccessivi, ai medi accurati che permettono di sentire voci e chitarre chiaramente, ed agli alti che permettono di percepire dettagli che altri speaker nemmeno si sognano.

Non sfigura con alcun genere musicale, anzi, rende giustizia a tutti, che si tratti di classica, blues o rock, ma senza dubbio la musica elettro-rock (cose tipo i Nine Inch Nails per intenderci), è quella che ci ha dato più soddisfazioni e ci ha invogliato a sprigionare tutta la potenza di questa “bestiolina”.

Se alla fedele resa sonora aggiungiamo una serie di piacevolissime features, siamo di fronte ad uno dei migliori Speaker Bluetooth sul mercato

In Conclusione…

Quando si deve scegliere un dispositivo simile, la migliore cosa da fare è quella di ascoltarlo dal vivo, per rendersi conto della qualità e della tipologia di suono che produce. Tuttavia non è sempre possibile farlo e difficilmente troverete prodotti come il Roar 2 esposti nei centri commerciali, pronti ad essere testati.

Noi, piuttosto che farvelo ascoltare in maniera inadeguata, ci limitiamo a consigliarvelo vivamente: principalmente per la sua spiccata versatilità sonora, che gli permette di rendere al meglio con qualsiasi genere musicale, e di farlo con una qualità (e potenza) a nostro modo di vedere, al top della categoria per questa fascia di prezzo (180 euro circa) e per le dimensioni.

Se alla fedele resa sonora (e non “finta/pompata” come quella di altri blasonati marchi), aggiungiamo una serie di piacevolissime features, siamo sicuramente di fronte ad uno dei migliori Speaker Bluetooth sul mercato, e sicuramente uno tra quelli che vanno per forza di cose presi in considerazione quando ci si accinge a comprarne uno.

Se amate la musica, Sound Blaster Roar 2 potrebbe diventare uno dei vostri amici più fedeli (musicalmente e non)

VOTO: 9/10

E' passato troppo tempo per ricordare il mio primo approccio al mondo videoludico... Limpido è invece il ricordo della prima console, un Atari 2600, e dei giorni interi passati a giocarci. Da allora sono cambiate molte cose: i videogiochi sono diventati il mio lavoro, non ho più tutto quel tempo per giocarli ed ormai sono pochi quelli che mi lasciano a bocca aperta. Ma al di là di tutto, l'amore c’è ancora, così come la voglia di arrivare un giorno a crearne uno… Ecco, se non si fosse capito, sono un eterno “sognatore"!

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