Control – 5 motivi per cui vale la pena acquistarlo

Cinque motivi sono anche pochi

Control – 5 motivi per cui vale la pena acquistarlo

Nel torrido ed estenuante mese di Agosto, Remedy ci avrebbe regalato uno dei giochi più belli dell’anno, direi anche di questa generazione. Lo faceva un po’ in sordina, tra la sorpresa generale di una stampa e un pubblico che non riusciva a credere a quanto creato dalla compagnia autrice di Max Payne e Alan Wake.

Sto ovviamente parlando di Control, un titolo folle e inaspettato che è riuscito a catturarmi con il suo incredibile immaginario e con un gameplay estremamente divertente. L’ho recensito con entusiasmo su queste pagine, tale da aver cancellato la calura estiva ed aver proiettato la mia fantasia ai contenuti scaricabili che usciranno nel 2020.

Ecco, nonostante il mio (ma anche di moltissimi colleghi) entusiasmo, Control non è che abbia proprio sbancato il botteghino. Si tratta di un’opera particolare, con elementi che è difficile comunicare o carpire se non si ha il pad tra le mani. Ma noi siamo felici che esista.

Grazie al Calendario dell’Avvento di GameStop Zing potrete però entrare a far parte del “fanclub di Control”, diventando ufficialmente ambasciatori dell’architettura brutalista e del lancio di oggetti vari su nemici inermi. Scherzi a parte, scoprite in 5 punti perché vale la pena giocarlo.


1 Divertente, in modo unico

Quando si parla di divertimento nei videogiochi lo si attribuisce a dei classici standard. Insomma, come se il divertimento fosse una cosa e basta, che sta lì ed è uguale per tutti. Non sono proprio favorevole a questa scuola di pensiero: il divertimento è trasformista, cambia e Control si adatta a questa descrizione in un modo eccellente.

Esplorazione, sparatorie e mistero si fondono in un’amalgama che spinge continuamente il giocatore a proseguire. Control ha un ritmo pazzesco e una struttura sorprendente, è divertente in modi inaspettati. Questo è un pregio non da poco, in un mercato spesso dominato da una certa prevedibilità. Se vi piacciono le sfide poi, Control sa essere anche un po’ cattivello (ma non troppo eh).

Control recensione

 


2 Narrazione incredibile

La storia raccontata in Control va semplicemente oltre il disco inserito nella console o le semplici ore dedicategli durante la giornata. Vi accompagnerà fuori, come un tarlo nella testa che continua a mangiucchiare senza mai andarsene via.

L’avventura di Jesse Faden nella Oldest House, sede del Federal Bureau of Control, è visionaria, affascinante e inquietante. Ha un ritmo che non cede nemmeno per un minuto, quasi come quello di una serie tv. Parleremo dell’avventura di Jesse ancora per molto tempo, ed è giusto così. Plauso per Ahti, l’inserviente finlandese, decisamente uno dei migliori personaggi degli ultimi anni. Perkele!

control

 


3 Esplorazione, tra gioco e mistero

La narrazione di Control ci spinge continuamente a muoverci e ad esplorare la Oldest House. Se nelle prime ore di gioco questo aspetto è abbastanza guidato, dopo si è incitati ad esplorare anche per conto nostro. Muoversi tra i piani, cercare strade nascoste e osservare i misteri del Federal Bureau of Control che si dipanano davanti ai nostri occhi.

Alcuni dei momenti più incredibili li ho avuti proprio deragliando dal percorso principale, scovando quest secondarie o zone di potere nascoste. Le ricompense superano sempre le aspettative.

 


4 Chi ha bisogno di creepypasta?

La Oldest House è un luogo di potere, ha una forza misteriosa e ancestrale ed è connessa a realtà che vanno oltre l’immaginabile. Si trasforma, le sue fondamenta si muovono sotto i nostri piedi. Nascondono, accolgono. I passi di Jesse nella Oldest House sono passi intrisi di timore.

Control non è un horror, ma al suo interno è ricco di storie inquietanti, di quell’orrore primordiale che si nasconde nelle buie piaghe dell’universo. Attraverso i collezionabili, video e documenti scopriremo tantissime di queste storie: se non vi inquieteranno, perlomeno nutriranno la vostra immaginazione.

Giochi in uscita

 

 


5 L’arma di servizio

Nei videogiochi siamo abituati a miriadi di armi differenti, tutte diverse tra loro! Control ne ha invece solo una. Oh no, ma cos’è questa spazzatura di gioco!? Amici un momento: è vero, l’arma di servizio è l’unico arnese offensivo presente in Control, ma ciò che può fare è piuttosto peculiare.

Può assumere diverse forme, ognuna con un gunplay differente e unico. Si trasforma in fucile a pompa, o in un’arma di estrema precisione che può infliggere danni incredibili con un solo proiettile. All’arma di servizio si aggiungono poi tutti i poteri di Jesse, come la levitazione o la telecinesi. Ve l’avevo detto, eh!



 

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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