Come Windjammers 2 mi ha riportato in sala giochi

Kaukokaipuu, come dicono in Finlandia

Windjammers 2 speciale

Quando Windjammers 2 è arrivato sul Game Pass, la mia bolla social è in un certo senso esplosa. Diverse persone che seguo e colleghi “alla lontana”, ne parlavano con immenso trasporto. Un titolo apparentemente divertentissimo, con un sistema di gioco immediato, perfetto per quei mordi e fuggi ormai sempre più rari nei videogiochi. Del resto, siamo abituati sempre di più a titoli che vogliono il nostro tempo a tutti i costi, catturandoci con gameplay loop sempre più complessi e con un apporto contenutistico costante. Ci siamo addirittura inventati la definizione “gioco servizio”, per descriverli.

Spinto dalla curiosità di questo chiacchiericcio, ho deciso di dargli una chance. Se c’è una cosa bella del Game Pass di Microsoft (a questo link delle pratiche card per abbonarsi al servizio), è proprio la libertà e la leggerezza con cui ti permette di provare qualcosa, senza dover ponderare le tue finanze come un novello commercialista. Il primo impatto con Windjammers 2 è incredibile: una sgargiante esplosione di colori e la scritta “premi un pulsante qualsiasi”, a caratteri cubitali e memore di un passato che sembra ormai lontanissimo, quello dei cabinati, i famosi “arcade” che riempivano le sale giochi prima del nuovo millennio.

I primi minuti di Windjammers 2 hanno il potere, quasi catartico, di trasportarvi in una realtà lontanissima. Chi scrive non ha mai conosciuto realmente questo mondo, né usato mai l’espressione “vado in sala giochi”, magari per giocare l’ennesima partita a Street Fighter 2.

Nella mia realtà di paese, quello dei cabinati era una sorta di miraggio, con qualche strana apparizione in qualche locale mal messo o nella sala da Bowling. So cosa si prova ad inserire un gettone in un cabinato, ma se dovessi andare a ripescare nei ricordi, gli unici che sembrano riaffiorare sono Time Crisis e Radikal Bikers, il simulatore di porta pizze. Insomma, forse non proprio l’apice del videogioco arcade, ma potrei sbagliarmi. Fatto sta che, dopo aver premuto quel fatidico pulsante, Windjammers 2 mi ha lanciato in game con una velocità disarmante.

Radical Bikers, ovvero il cabinato dedicato ai driver

Un tutorial testuale (migliorabile) e via, dritti a spendere gettoni nella modalità Arcade. Seleziono il mio personaggio, e mi lancio nella prima sfida. Cosa diavolo sta succedendo? Windjammers, per chi non lo conoscesse, è un vecchio cabinato arcade NEOGEO, adattato poi anche in versione casalinga. Si tratta concettualmente di un’evoluzione di Pong o dell’Hockey da tavolo, ma declinato in una sua variante estiva e anni ’80: il frisbee. Due giocatori si sfidano, in un campo con visuale dall’alto e diviso in due, lanciandosi un frisbee. Chi riesce a farlo cadere nel campo avversario o, meglio, farlo arrivare nelle “porte” avversarie, segna punto.

Immediato, diretto e caciarone. Windjammers diventa presto un titolo tecnico, sudato e che risponde un po’ alle regole dei picchiaduro. Bisogna attaccare con rapidità e attivare i propri riflessi, per poter avere la meglio sugli avversari (e sulla CPU, ovviamente).

Dopo aver appreso i fondamentali, mi sono ritrovato ad apprezzare Windjammers 2 per l’immediatezza e il divertimento che offre. Tanti personaggi diversi, dei campi assurdi su cui giocare (quello del casinò è il mio preferito) e una formula che non tradisce le sue origini. Così, dopo averle prese per l’ennesima volta da K.Wessel, ho visto apparire il fatidico timer che ti chiede se vuoi continuare. Fa quasi sorridere, per quanto fuori dal tempo è questa meccanica.

Dall’uscita ho giocato a Windjammers 2 di tanto in tanto, ritagliandomi brevi sessioni di allenamento e qualche tentativo nella modalità Arcade. Difficile smettere, quando ci si rende conto di star padroneggiando sempre di più il suo meccanismo, sfida dopo sfida. Una tensione e un coinvolgimento bellissimo, che mi ha portato a vincere per la prima volta con il mio S.Miller.

A modalità Facile, ovviamente, perché qui la CPU non le manda a dire per davvero. Per fortuna, tra un lancio di frisbee agonistico e l’altro, ci sono due bellissimi stage bonus a far rifiatare un po’. Il più bello tra i due è Hot Dog Distance, dove controlleremo un cane all’inseguimento di un frisbee, per prenderlo al volo dopo aver schivato sapientemente bagnanti e oggetti vari. Menomale che il nuovo gioco di DotEmu non è davvero un cabinato, perché avrei speso decine di gettoni solo per lanciare quel frisbee sul lungomare.

Che bello Windjammers 2, anche per uno poco “old school” come me. Che belli i videogiochi, soprattutto, quando dal passato tornano a farci divertire in modo semplice e diretto.


Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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