Clid the Snail – Anteprima

Natural Born Lumaca-Killer

Clid the Snail – Anteprima
Clid the Snail – Anteprima
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Solo un videogioco poteva rispondere alla domanda “Cosa accadrebbe se una lumaca potesse impugnare un’arma?”.

La domanda se l’è posta Weird Beluga, team spagnolo alle prime armi ma con tante idee, vincitore dell’iniziativa PlayStation Talents della divisione spagnola del colosso del gaming, che gli ha permesso di concretizzare la sua visione e di dare vita a Clid the Snail, pubblicato da Koch Media e in arrivo in esclusiva temporale su PS4 e, successivamente, anche su PC.

Abbiamo potuto provare poco meno di un’oretta di quest’ultima build, e queste sono le nostre impressioni sul loro peculiare twin-stick shooter, non tanto nelle meccaniche, molto classiche, quanto in termini di atmosfera e ambientazione.

Clid è una lumaca scorbutica, ubriacona, che non riesce a trovare il suo posto nel mondo. Un mondo per giunta post-apocalittico, pieno di minacce e di resti di Giganti (ovvero noi umani), che con le loro ossa, ma anche oggetti di uso comune, compongono le ambientazioni che andremo ad esplorare. Il suo caratteraccio impedisce a Clid di unire le forze con i pochi superstiti non desiderosi di massacrarlo: solo Belu, una lucciola chiacchierona, sembra riuscire a sopportarlo, e a tenergli testa a suon di battute e frecciatine. Non due amiconi, insomma, ma Clid ci sa fare con le armi, mentre Belu è un minuscolo pozzo di scienza che conosce vita, morte e miracoli di tutto ciò che la circonda, e compensa la forza bruta del lumacone con saggezza e intelligenza.

Clid the Snail è un peculiare twin-stick shooter, non tanto nelle meccaniche, molto classiche, quanto in termini di atmosfera e ambientazione

Tutto però cambia fino a che il nostro non elimina Ska, il boss della demo che abbiamo potuto testare, un topastro armato di lanciafiamme che ha messo a ferro e fuoco la Cittadella delle Cavallette. La sua eliminazione dà il via a un incontro inaspettato con Alastor, un gruppetto di animali, tra tartarughe, ricci e pipistrelli, che non ci sta a lasciarsi dilaniare dalle pericolose creature di cui pullula il pianeta, e che vede in Clid un ottimo alleato.

Non sappiamo ancora dove porterà questa alleanza, né che vantaggi avrà il protagonista, ma si prospetta un intrigante punto di inizio per un viaggio tutto da scoprire. Nel suo essere classico, il comparto narrativo ha dalla sua uno sfondo suggestivo che può aprire a scenari potenzialmente interessanti, ma solo in fase di recensione potremo confermare o smentire tali premesse. Per ora a non convincere è indubbiamente la qualità dei dialoghi, parzialmente rovinati da un umorismo forzato che non ci ha convinti più di tanto.

A non convincerci però è stato anche il gameplay, a detta del team di sviluppo il fulcro del gioco. Il genere di riferimento è il twin-stick shooter, fortemente incentrato sull’uso del controller (come detto è un titolo pensato principalmente per PlayStation 4) e delle levette, necessarie per muoversi e al contempo mirare velocemente. È un genere caratterizzato da frenesia e velocità di esecuzione, ma il problema di Clid the Snail è che, al contrario, predilige un ritmo di gioco più lento e pesante, privo della frenesia tipica di simili shooter, ma anche di quella fisicità con cui tendenzialmente si compensa, magari per la scelta di adottare armi melee invece che a distanza.

L’arsenale del nostro però, almeno per il momento, prevede shotgun, una spara-bolle velenose, un macchinoso fucile da cecchino con tiro caricato (il più scomodo da usare, e quello necessario per attivare interruttori e puzzle) e una mitragliatrice più snella e utile, oltre a granate e mine da lanciare e piazzare strategicamente contro i nemici. Sfruttare l’ambiente circostante è cruciale, potendo utilizzare muri e pali come protezioni, anche se si sente la mancanza di un vero e proprio sistema di coperture, fattore che rischia di farci beccare qualche proiettile quando l’hitbox non funziona correttamente.

Di pari passo a Clid, anche i nemici si muovono con una certa lentezza e goffaggine, motivo per cui gli scontri non ci hanno del tutto convinto, forse abituati, come detto, a un gameplay più ritmato.

Il genere a cui appartiene il gioco è caratterizzato da frenesia e velocità di esecuzione, ma il problema di Clid the Snail è che, al contrario, predilige un ritmo più lento e pesante

Poco esaltanti, nei limiti del poco provato, sono anche le sezioni puramente puzzle, altro fiore all’occhiello della produzione, a detta del team. Quelle che abbiamo potuto saggiare però o si sono rivelate sin troppo semplici (trattandosi di semplici interruttori a cui sparare, in bella vista), oppure confusionari e di difficile lettura, con la telecamera che teneva nascosti gli interruttori (cosa che accade anche nelle fasi di combattimento, quando alcune strutture ci coprono la visuale) e meccaniche non proprio chiare. Una gestione da rivedere dei checkpoint, collocati lontano da puzzle in cui basta un minimo errore per morire e quindi ritrovarsi a ripercorrere e uccidere stesse strade e stessi nemici, non han reso troppo godibile la nostra esperienza.

Abbiamo invece apprezzato il comparto tecnico generale, tra ottimi effetti di luce e una direzione artistica davvero piacevole, con il già citato mondo post-apocalittico stracolmo di forchette, cannucce, ossa giganti, che creano un’atmosfera unica.


Il primo contatto con Clid the Snail non ci ha entusiasmati più di tanto: c’è qualcosa di buono, dal comparto artistico al suggestivo sfondo narrativo, con una lore che potrebbe regalare qualche sorpresa e mistero, ma pad alla mano, tra puzzle non troppo brillanti e un gunplay meno soddisfacente del previsto, complice un ritmo molto lento che cozza con gli stilemi del genere di riferimento, l’esperienza non ci ha lasciato sensazioni troppo positive. Siamo pronti però a dargli una seconda chance quando uscirà su PS4 in esclusiva temporale, e successivamente su PC, pronti a confermare (o smentire) tanto le buone impressioni, quanto quelle negative.

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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