Un gioco di ruolo semplicemente sorprendente
Lumière è un affascinante mondo in decadenza. Naturalisticamente parlando è ammaliante e suggestivo, ma ovunque si vada, in qualsiasi direzione si posi lo sguardo, è evidente il germe del progressivo declino, dell’inevitabile degrado, del lento disfacimento. Che ci si trovi in una profondissima grotta costellata da pietre luccicanti, in una rigogliosa foresta di altissimi alberi dai colori ferrosi, in un profondo oceano che si può inspiegabilmente attraversare camminando sul fondale mentre tutt’intorno volteggiano balene e delfini, dovunque ci si trovi soffia costantemente un vento incessante, si procede in scenari che scricchiolano e dove fanno eco lamenti e sospiri amari. Si ha quasi la sensazione di esplorare un vecchio parco giochi il cui antico splendore è stato deturpato dall’incuria e dal tempo che ha sfigurato attrazioni e scenografie.
Con la sua bellezza desolante, Lumière è immagine diretta di chi quel mondo spezzato in due lo abita, di chi è costretto a trascinarsi consapevole di non poter rimandare l’inevitabile, di chi da troppo tempo è ormai abituato a perdere, con lacerante puntualità, i propri cari, i propri amici, la speranza che un domani e un futuro possa esistere.
Questo mondo morente, il cui cuore è rappresentato da una versione fantasy di una Parigi in stile Belle Époque, è sotto il giogo della Pittrice, misteriosa entità che non solo ha causato la Frattura, cataclisma che ha separato dal resto del mondo il continente di Lumière, ma è anche colpevole della sparizione, con cadenza regolare, di chiunque abbia raggiunto un certo anno di età. Sebbene non manchino creature di altre specie che sfuggano a questo stillicidio, l’umanità è sempre più ridotta ad un manipolo di uomini e donne dai volti giovani, ma dagli animi sfibrati, appesantiti, stantii.

Non c’è più speranza in chi si arrangia tra le macerie della città ormai quasi del tutto disabitata, scarseggia persino in chi, nonostante gli insuccessi delle spedizioni precedenti, prenderà anche questa volta il mare, nel tentativo di raggiungere la penisola in cui si nasconde la Pittrice, nel disperato tentativo di fermarla, di interrompere il drammatico ciclo di morte senza appello.
Gustave e Maelle sono tra gli intrepidi pronti ad imbarcarsi. Il primo è giunto all’ultimo anno di vita concessogli, si è appena visto morire tra le braccia l’amore della sua vita e la sua mente brillante ha concesso agli spedizionieri della sua annata qualche arma in più rispetto al passato. La giovane, dopo aver perso i genitori in tenera età, ha deciso di unirsi alla sortita decisa a sacrificare tutto pur di sperare che qualcosa possa cambiare, se non per lei, per chi ancora ha qualcosa da perdere.
Il duo rappresenta la prima parte dei protagonisti che incontrerete nel corso di un’avventura con combattimenti a turni che definire sorprendente è indubbiamente riduttivo, gioco che inevitabilmente segnerà questo 2025 videoludico, nonostante non manchi qualche piccolo difetto e limite, storture inevitabili per un progetto nato nel 2020 da una coppia di giovani che volevano semplicemente sperimentare con l’Unreal Engine. Quel progetto, nato quasi per gioco, ha poi dato vita ad uno studio di sviluppo, Sandfall Interactive, che oggi conta una trentina di dipendenti e che, per l’appunto, ha saputo dare vita ad uno dei giochi migliori di questo anno solare.
La trama è sorretta innanzitutto da un cast di prim’ordine, con personaggi sfaccettati, complessi, ottimamente tratteggiati da dialoghi ben scritti
Clair Obscur: Expedition 33 impiega pochissimi minuti per affascinare l’utente. Lo fa con la sua ambientazione onirica, con i primi protagonisti che compaiono sullo schermo e che palesano immediatamente le loro complesse psicologie, con una colonna sonora che è un tripudio di arrangiamenti, strofe cantate, melodie che pescano a piene mani tanto dalle sonorità più classiche dei giochi fantasy, quanto dalla musica folk.
Proprio nell’incontro tra l’estetica nipponica tradizionale dei giochi di ruolo e il tocco inconfondibile dello stile francese, che non si limita all’architettura della città principale che ostenta palazzi e monumenti chiaramente ispirati alle controparti reali di Parigi, Clair Obscur: Expedition 33 riesce a regalare scorci originali e sempre ammalianti. Dai costumi dei personaggi, alle bizzarre creature che incontrerete, passando per nemici e avamposti, tutto vi suonerà familiare e insieme bizzarro, intrigante, fresco.
Accedere alla successiva ambientazione, desiderosi di farsi sorprendere nuovamente, è parte integrante dell’esperienza e sotto questo punto di vista il gioco non delude mai, spingendo sempre un po’ più in alto l’asticella della creatività esibita dagli artisti di Sandfall Interactive.

Per quanto riguarda trama e dialoghi, di contro, il giudizio è meno entusiasta, per quanto assolutamente positivo. Il fulcro che ha indirizzato e vincolato il team di sceneggiatori è la coerenza. Sull’altare dell’integrità narrativa è stata sacrificata la comprensibilità globale di ciò che accade sullo schermo e delle leggi che governano il mondo di Lumière. Persino il funzionamento del limite d’età imposto dalla Pittrice, per fare l’esempio più eclatante, non viene spiegato particolarmente bene. Bisogna insomma lavorare un po’ di fantasia, accettando di buon grado che alcune cose resteranno al di là della comprensione dell’utente, dal momento che tanti dettagli vengono dati per scontati dai personaggi, che ovviamente quel mondo lo conoscono da quando sono nati, e non esiste nessun compendio, né menù specifico che si prenda la briga di offrire qualche informazione in più.
Allo stesso modo, si lamenta la superficialità di alcuni passaggi. Spesso e volentieri i personaggi avranno modo di dialogare tra loro, al sicuro dai nemici nell’accampamento. Sono momenti, per lo più facoltativi, in cui c’è la possibilità effettiva di scoprirli di più. Proprio in queste fasi, tuttavia, i dialoghi procedono per ellissi, tramite didascalie e non con veri e propri dialoghi che potrebbero offrire ulteriori coordinate al videogiocatore per orientarsi in un mondo che resterà per lo più oscuro e misterioso.
Nonostante ciò, la trama è sorretta innanzitutto da un cast di prim’ordine, con personaggi sfaccettati, complessi, ottimamente tratteggiati da dialoghi ben scritti. All’immersività e al coinvolgimento concorre anche l’ottima regia di ogni cut-scene, impreziosita da una modellazione delle espressioni facciali dei personaggi estremamente convincente e riuscitissima. Non mancano colpi di scena, per quanto alcuni risultino piuttosto prevedibili, ma globalmente sarete spettatori di una storia coinvolgente, emozionante, toccante in più punti. Gli sceneggiatori sono stati abilissimi a gestire la tensione drammatica dell’intreccio e la relativa velocità con cui completerete un obiettivo dopo l’altro farà sì che non venga mai meno la voglia di spingersi un po’ oltre per scoprire le sorti del gruppo di eroi che compongono la spedizione 33.
Il sistema dei Picto offre un ventaglio strategico ampissimo ai videogiocatori
Certo, sulle prime si ha la sensazione di avere a che fare con un’opera corale, con un party destinato a gonfiarsi continuamente di nuovi volti, un po’ come accade con la serie di Suikoden. Non è così, purtroppo, dal momento che il manipolo di eroi è relativamente limitato, ma per fortuna, ognuno di loro è ben caratterizzato, come detto, e sarete sempre spinti dalla voglia di sapere qualcosa in più sul passato e sui legami, per lo più persi, di ognuno di loro.
In termini di gameplay, Clair Obscure: Expedition 33 è in tutto e per tutto un RPG a turni dove, tuttavia, la componente action è particolarmente influente sull’andamento di ogni singolo scontro. Sulla carta la creatura di Sandfall Interactive non presenta chissà quali variazioni sul tema. C’è un overworld su cui muoversi da scenario a scenario. Diverse ambientazioni dal level design mai troppo intricato in cui raggiungere la meta prefissata, ma generose di nicchie e sentieri alternativi in cui trovare oggetti utili alla causa. Un party di personaggi con statistiche ed equipaggiamento da personalizzare. Combattimenti a turni, fortunatamente non casuali e nemmeno troppo frequenti. Tuttavia, basta avvicinarsi appena, appena per notare le tante feature che rendono unico e sfaccettato il gameplay del gioco.
Tanto per cominciare, l’overworld è generoso di piccole e grandi ambientazioni facoltative che rimandano a quest secondarie. Progredendo nell’avventura, entrerete in possesso di un atipico mezzo di locomozione, su cui non vogliamo fare spoiler, che vi consentirà, come tradizione vuole, di raggiungere scenari altrimenti irraggiungibili, infondendo alla progressione anche un minimo di backtracking.

Nelle ambientazioni che potrete liberamente esplorare sarete puntualmente spinti a osservare con attenzione i dintorni, a caccia di elementi con cui interagire, estremità su cui aggrapparvi, casse che celano prezioso loot. Nulla di particolarmente originale, in questo senso, ma gli sviluppatori sono stati molto abili nel rendere partecipe l’utente anche durante la semplice esplorazione. In queste fasi, tuttavia, si lamenta qualche piccola stortura del sistema di controllo. Soprattutto quando dovrete esibirvi nei salti litigherete con una certa imprecisione di fondo.
Estremamente interessante, e anche relativamente originale, la gestione dei personaggi. Al di là delle singole statistiche tra cui dovrete distribuire i vari punti ogniqualvolta aumenterete il livello d’esperienza, tra salute, rapidità, difesa, potenza d’attacco e così via, dovrete anche prestare attenzione alle caratteristiche delle armi di ciascuno. Queste, non solo spesso e volentieri posseggono bonus di varia natura, come attacchi elementali di tipo fuoco, ghiaccio e così via, ma, come in un soulslike, incrementano in modo specifico alcune statistiche del personaggio. Una spada, per esempio, potrà far accrescere più velocemente i punti vita ad ogni level up, oppure la difesa e così via. Fortunatamente, il sistema non disincentiva il cambio di armi, dal momento che ce ne sono molte che scalano sulle stesse statistiche, consentendovi così di conservare la build dell’eroe di turno, pur equipaggiandolo diversamente.
In Clair Obscur: Expedition 33 non ci sono armature, ma a determinare ulteriormente l’approccio in battaglia ci pensano i Picto, ovvero una lunghissima serie di bonus passivi di cui potrete inizialmente equipaggiarne tre alla volta. Dal primo attacco potenziato, a un bonus di guarigione per ogni tecnica speciale andata a segno, le combinazioni sono davvero tantissime, tanto più che utilizzando punti Lumina, acquistabili dai mercanti o recuperati nelle varie ambientazioni, potrete di fatto equipaggiare quelli utilizzati dagli altri membri del party. Va da sé che il sistema dei Picto offre un ventaglio strategico ampissimo ai videogiocatori, una feature che non solo manderà in brodo di giuggiole i fan più accaniti degli RPG, ma la cui padronanza di dimostrerà fondamentale per superare il gioco al livello di difficoltà massimo (ce ne sono quattro in tutto, anche uno facilissimo e ideale per chi è alle prime armi).
Similmente a Paper Mario, attacco e difesa sono influenzati dall’immissione di specifici comandi
Non mancano poi le più consuete abilità, sbloccabili tramite uno skill tree molto classico, che in battaglia potrete utilizzare spendendo punti azione accumulabili eseguendo attacchi base o sfruttando i bonus garantiti dai Picto. Anche in questo caso, si va dai classici attacchi magici di vario allineamento elementale, a potenti attacchi fisici in combo.
Del resto, bisogna pensare a Clair Obscure: Expedition 33 come ad un RPG a turni dove il tempismo è imprescindibile per salvare la pelle. Ogni scontro è potenzialmente mortale e per uscirne indenni non si tratta solo di equipaggiare al meglio i propri eroi e utilizzare con raziocinio le abilità in loro possesso. Tanto per cominciare, ogni membro del party sottende sostanzialmente un combat system diverso. Gustave, per esempio, può scatenare un potentissimo attacco dopo aver messo a segno un certo numero di colpi. Nei suoi panni, quindi, l’obiettivo principale sarà quello di esibirsi in mosse concatenate, cercando il prima possibile di attivare il Sovraccarico. Lune, dal canto suo, può accumulare le essenze delle magie elementali utilizzate, al fine di riutilizzarle in scariche particolarmente potenti. Maelle abbina ciascuna mossa ad una posa che può incrementare il potere dell’attacco successivo, lasciandola però senza difese, o aumentare la sua capacità di assorbire i danni.
Sulle prime vi sembrerà di non poter tenere conto di tutte le specificità di ogni singolo personaggio, ma vi basteranno poche battaglie per destreggiarvi al meglio, gustandovi l’incredibile profondità offerta da un party sfaccettato, che utilizzando la giusta combinazione di Picto e abilità speciali può davvero esibirsi in devastanti attacchi in serie.

Come dicevamo, tuttavia, si può essere potenti quanto si vuole, ma senza tempismo e riflessi, difficilmente si potrà avere la meglio sugli avversari. Similmente a Paper Mario, attacco e difesa sono influenzati dall’immissione di specifici comandi. Le proprie offensive sono più efficienti se viene premuto il tasto richiesto nel momento propizio. La fase difensiva, dal canto suo, è ancora più complessa e fondamentale. Potrete infatti schivare, parare, eseguire un contrattacco, saltare, ripararvi da specifici attacchi magici. Ognuna di queste azioni corrisponde ad un diverso tasto e una diversa interazione, il che rende relativamente complesso difendersi da tutte le offensive nemiche. Bisogna imparare i pattern, prevedere il tipo di attacco che si subirà, interiorizzare il ritmo con cui ogni fendente e magia viene diretta al proprio party.
Clair Obscure: Expedition 33 può definirsi a pieno titolo una delle più grandi e liete sorprese di questo 2025
Ogni battaglia è una danza potenzialmente mortale, uno scontro emozionante dall’andamento mai scontato che solo con strategia e abilità con il pad si può sperare di superare. Anche per questo gli incontri con i nemici non sono mai numerosi, proprio perché gli alterchi sono generalmente prolungati e in alcuni casi affaticanti. Anche per questo, ogni vittoria vi regalerà soddisfazioni a profusione, soprattutto a mano a mano che padroneggerete con crescente disinvoltura le varie sottigliezze del combat system che, tra l’altro, continuerà ad introdurre nuovi elementi anche molte ore dopo l’inizio dell’avventura.
Purtroppo, esattamente come per le fasi d’esplorazione, anche durante le battaglie si rileva qualche pur minuscola imprecisione del sistema di controllo, che in alcune occasioni si perde qualche input per strada. Fortunatamente, si tratta di casi davvero circoscritti e rari.
Conclusioni
Con le sue trenta ore circa di campagna principale, che possono diventare quasi cinquanta qualora voleste completare anche le quest secondarie, Clair Obscure: Expedition 33 può definirsi a pieno titolo una delle più grandi e liete sorprese di questo 2025.
Artisticamente il gioco è maestoso, quasi stordente per la bellezza visiva e uditiva che è in grado di proporre. Ogni scenario, ogni musica, ogni personaggio, tutto è semplicemente splendido e Lumière si dimostrerà un continente ricco di meraviglie da vedere e ascoltare.
La trama cede il fianco a una coerenza narrativa a tratti asfissiante, ma il cast di personaggi coinvolti è di prim’ordine, la regia digitale è attenta ai dettagli, non mancano colpi di scena e momenti commoventi.
In termini di gameplay, se possibile, la creatura di Sandfall Interactive è anche meglio. Profondissimo, sfaccettato, con un combat system che dipende tantissimo dal tempismo con cui si risponde alle offensive nemiche. Tra abilità, Picto e armi che scalano su determinate statistiche i giocatori più smaliziati passeranno ore sui menù di gestione dei personaggi. Sul campo di battaglia, inoltre, farete l’esperienza di scontri intensi, complessi, enormemente soddisfacenti quando superati con successo.
La sua vena action e il selettore di difficoltà, oltre alla maestosità del comparto artistico, rendono Clair Obscure: Expedition 33 un gioco estremamente consigliato anche a chi non è solito intrattenersi con giochi di questo genere. Gli appassionati di RPG, dal canto loro, non hanno un motivo valido al mondo per farsi scappare questo capolavoro, gioco che ha tutte le carte in regola per candidarsi a titolo dell’anno.
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Good
+Artisticamente meraviglioso+Gestione del party profonda+Sistema di combattimento coinvolgente e sfaccettatoBad
-Trama non sempre a fuoco-Qualche piccola incertezza nel sistema di controllo
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