Call of Cthulhu – Anteprima gamescom 17

Call of Cthulhu – Anteprima gamescom 17
Call of Cthulhu  – Anteprima gamescom 17
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Colonia – Il mito di Cthulhu è uno degli universi letterari più affascinanti che il ‘900 abbia mai visto, e un immaginario così ricco di sfumature non può che sentirsi a casa con il medium dei videogiochi e la sua interattività. Ecco perché i francesi di Focus Home Interactive hanno ben pensato di sfruttare la licenza di Call of Cthulhu, famoso gioco da tavolo ispirato ai miti di Lovecraft, che diventa la base perfetta su di cui costruire una narrazione originale ma, soprattutto, un titolo piuttosto peculiare. Il fascino della letteratura horror è sicuramente indubbio, soprattutto quando l’interattività può dare vita ai terrori e alla follia al limite della realtà che questi racconti hanno sempre avuto tematicamente al loro interno. Durante la Gamescom abbiamo avuto l’occasione di vedere una corposa sezione di gioco, probabilmente l’inizio del’avventura, con il nostro investigatore Edward Pierce che andrà ad esplorare l’isola di Darkwater per indagare sulla famiglia Hawkins e sulla morte di Sarah, una rinomata artista. Un’ambientazione scura, soffocante, con sullo sfondo la follia e i terrori cosmici di Lovecraft. Giunti sull’isola, abbiamo iniziato a comprendere in modo più approfondito l’impostazione di Call of Cthulhu, che si pone a detta degli sviluppatori come un avventura investigativa con elementi da gioco di ruolo.

Investigativa perché, proprio come un’avventura grafica moderna, permette di esplorare delle ambientazioni, raccogliere oggetti e documenti da analizzare per migliorare la propria comprensione degli eventi che ci circondano. Durante la presentazione abbiamo infatti visto il nostro protagonista farsi strada per la locanda sulla riva dell’isola per raccogliere le prime informazioni circa la famiglia Hawkins, ed alcune figure chiave i cui nomi sembrano attirare l’attenzione dei passanti. Ecco quindi che trovare oggetti e documenti potrà permetterci di accedere a nuovi dialoghi con tutti i personaggi dell’isola: qualcuno non saprà nulla di rilevante, qualcun’altro invece potrebbe sapere proprio ciò di cui abbiamo bisogno, un altro ancora potrebbe non vedere di buon occhio il vostro ficcanasare, portando ad un risultato controproducente.

Sta a noi decidere i percorsi per raggiungere gli obiettivi designati, come muoverci ma soprattutto come approcciare e relazionarsi ai personaggi dell’isola. Avremo infatti una reputazione, e non tutti avranno piacere a parlarci, come una misteriosa e bellissima donna seduta nella locanda, che non sembra vederci di buon occhio mentre fuma la sua sigaretta in penombra. C’è grande fascino in Call of Cthulhu, anche per l’approccio rpg al lato investigativo, con un albero abilità che ci permetterà di sbloccare e di dare priorità a certi aspetti: come l’abilità forense per avere maggiore cognizione durante l’analisi di corpi o di elementi biologici; o dell’occulto, che ci permetterà di analizzare in modo più efficace i simboli e la conoscenza esoterica di cui l’isola è pregna.

Tutto ciò ci ha assolutamente impressionato, perché, in un titolo che mescola letteratura e una narrazione che gioca sul confine tra reale e fittizio, e sulla follia a cui andrà incontro il protagonista, il doversi immergere in molteplici punti di vista diventa il modo migliore per godere dell’ambientazione di gioco, dei suoi personaggi e dei suoi segreti. E in questo senso la strada sembra quella giusta: si respira il brivido di Lovecraft e la scrittura appare all’altezza delle aspettative, se non addirittura le supera, superando i limiti produttivi di un titolo che paga chiaramente la sua natura “low budget” rispetto ad altre produzioni.

 

Graficamente altalenante, e dalle animazioni (sia fisiche che facciali) non all’altezza, il titolo potrebbe scontare una certa mancanza di “forza bruta” per poter mettere in scena ciò che cerca di raccontare con il giusto pathos e la giusta potenza visiva. Resta inoltre una certa incognita su alcune interazione che si avranno, sia con eventuali “nemici” che non le costruzioni narrative che giocheranno con la psiche del protagonista.

Ma la fiducia riposta nella visione degli sviluppatori, per quanto parziale, è assolutamente sostanziosa. Peccato quindi per una certa mancanza di pulizia tecnica, probabilmente uno dei limiti più palesi dei titoli di Focus Home Interactive, e che speriamo non minino l’interpretazione lovecraftiana degli sviluppatori francesi di Cyanide.

 

In conclusione

Call of Cthulhu potrebbe rivelarsi una delle sorprese di quest’anno, non tanto per le sorprendenti e innovative soluzioni videoludiche, quanto più per la premessa di raccontare una storia che peschi a piene mani dall’immaginario horrorifico di Lovecraft, e per un’interessante soluzione di gameplay che va a coniugare un impianto investigativo ad un sistema prettamente da rpg, come lo sviluppo delle abilità e l’interazione ramificata con i personaggi secondari. Non manca un certo interesse per i differenti approcci possibili a svariate situazioni, che rendono il titolo Focus Home Interactive qualcosa di più di una mera avventura narrativa in prima persona, aggiungendo spessore ad un racconto che sicuramente, nel suo arco completo, ne gioverà. Peccato per un impianto tecnologico altalenante, ma ci auguriamo che questi mesi rimanenti dall’uscita possano essere preziosi per il team francese.

 

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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