Bound By Flame – Recensione

Bound By Flame – Recensione

Alcuni giochi traggono quasi in inganno e diventa davvero difficile valutarli. Per esempio, come bisogna approcciarsi a questo Bound by Flame, l’ultima fatica del piccolo team Spiders? In un mondo in cui sono sempre più i numeri a contare, una realtà come quella dello studio francese può davvero competere con titoli blasonati come The Elder Scrolls e The Witcher? Nel loro pedigree ci sono altri giochi di ruolo come Mars: War Logs che sono palesemente castrati da budget ristretti rispetto alla concorrenza, ma dai quali emerge molto talento. La discreta campagna pubblicitaria promossa da Focus Home Interactive (che pubblica il gioco) ci ha mostrato nell’arco dei mesi un titolo complesso e vario, capace di ricordare una serie di altri titoli per vari aspetti: dal combat system di Kingdoms of Amalur: Reckoning, ai personaggi maturi della produzione targata CD Projekt RED, passando per il crafting profondo di un titolo tripla A.

Ma tutto quello che abbiamo visto in queste anticipazioni è davvero presente nel gioco?

Bastano pochi minuti dei primi dialoghi di Bound by Flame per capire come il modo di approcciarsi a tutto ciò che è catalogabile come fantasy sia cambiato da quando è esplosa la moda di Game of Thrones. Viviamo una vera e propria epoca post-Martin in cui il fantasy è diventato un setting per storie credibili, mature e coerenti. Dite quindi pure addio a immensi spiegoni di generazioni e discendenti, così come ai dialoghi basati su noiosissimi patti e legami consacrati col sangue o amenità del genere. In Bound by Flame è tutta una questione di giochi di potere: vi ricorda qualcosa? Il vostro eroe, Vulcan, è (scusate il gioco di parole) una vera e propria testa calda, pronto a gettarsi nella mischia e caratterizzato da un rapporto quasi conflittuale con l’autorità.

Il nostro personaggio è un membro delle Lame Franche, un gruppo di mercenari assoldati dagli Scribi Rossi, eruditi che attraverso lo studio cercano di sconfiggere i sette Signori del freddo e la loro Armata dei Morti: il mondo di Vertiel è infatti assediato da un tetro inverno scatenato da questi Signori che stanno conquistando tutto con un armata di non-morti. Tralasciando le evidenti analogie con la saga di Martin, è interessante vedere come i ragazzi di Spiders non perdano tempo e ci lancino direttamente nell’azione. Siamo in realtà quasi alla fine della guerra, quando il nostro Vulcan accompagna gli Scribi Rossi alla ricerca di un tempio al cui interno è nascosto un potere capace di porre fine al conflitto. Qualcosa però nel rito d’evocazione va storto e l’immensa forza di un demone di fuoco, invece di cadere sotto il controllo degli Scribi si impossessa di Vulcan, rendendolo l’ago della bilancia della guerra. Starà quindi a voi decidere le sorti di Vertiel e delle sue genti.

Che gioco di ruolo sarebbe senza dei compagni di viaggio capaci di creare delle dinamiche di gruppo elettrizzantiBound by Flame da questo punto di vista offre alti e bassi: Sybil oltre a dei fianchi da urlo non ha molto da offrire, così come il monolitico Randval, un cavaliere sfortunato che parla di se stesso in terza persona. La letale e svestita Edwen invece vi darà filo da torcere: non lasciatevi incantare dal suo avvenente aspetto e cercate invece di capire cosa vuole da voi, potrebbe riservare delle sorprese. Altra gradita presenza è infine Mathras, un non-morto senziente che potrebbe ricordare Brooke di One Piece, soprattutto per la classe e i commenti sagaci con cui si distingue.

L’altra analogia con il mondo degli anime arriva da Naruto, il cui rapporto col demone è ripreso abbastanza esplicitamente in Bound by Flame. L’allineamento malvagio del vostro Vulcan andrà a compiacere il demone che vi ripagherà non solo a livello estetico con un bel paio di corna e con degli occhi infuocati, ma anche con dei poteri su cui però torneremo più avanti. La storia si rivela comunque molto avvincente per tutta la prima parte del gioco, grazie soprattutto alle scelte che potrete compiere, le quali andranno ad influire notevolmente sul corso degli eventi e sul vostro rapporto con gli altri personaggi, arrivando in alcuni casi anche a dover compiere scelte drastiche, ma di nuovo si è costretti ad affrontare il problema della limitatezza del team: con un espediente narrativo ingegnoso ma evidente, i ragazzi di Spiders vi spediranno al finale da un momento all’altro, proprio quando il gameplay inizia davvero ad ingranare e lì dove ogni altro gioco di ruolo sarebbe appena all’inizio, lasciando l’amaro in bocca.

Il finale vi piomberà addosso come un macigno che porrà fine sul più bello alla vostra avventura. Ma ci sono dei giochi che hanno fatto della loro brevità il loro punto di forza (come le serie dei Telltale Games) e in effetti la durata eccessiva è spesso un deterrente per molti giocatori con poco tempo a disposizione, i quali vedranno certamente questa brevità come un pregio. Quel che però spiace di più è che il gioco termini proprio quando il gameplay inizia realmente ad ingranare e tutti i pezzi del puzzle che lo compongono vanno al loro posto. Vulcan può infatti adottare tre stili diversi di combattimento: GuerrieroRamingo e Piromante. Il primo, basato su spade lunghe, asce e martelli, si distingue per una stile lento ma potente, in cui diventa determinante l’uso della parata e del contrattacco. Il secondo invece è uno stile molto veloce che fa uso delle daghe e della schivata. Il terzo infine non si pone come un’alternativa ai primi due, ma va a completarli e supportarli. Si tratta infatti di tutta una serie di abilità magiche, ovviamente tutte di fuoco e legate al vostro rapporto col demone. Assecondando l’oscura presenza all’interno del vostro corpo aumenterete la potenza degli attacchi di fuoco, ma sarete più sensibili al ghiaccio, ed è forse inutile specificare che, essendo i nemici del gioco i “Signori del Ghiaccio”, le vostre scelte avranno un impatto notevole anche a livello di gameplay.

Pur nella sua brevità, Bound by Flame offre comunque un vasto numero di armi tra cui scegliere: ogni singola spada, ogni martello e tutte le parti del vostro outfit possono essere modificate con il crafting. Gli oggetti raccolti dopo le battaglie possono infatti essere utilizzati per riempire gli slot di modifica di ogni pezzo (da tre ad uno), apportando modifiche significative sia nei combattimenti che a livello visivo. Sono piccoli dettagli questi, che tuttavia fanno la differenza: una semplice armatura può diventare una vera e propria corazza con il dovuto crafting. Questo aspetto porta però ad un altro problema: il costo delle armi e la quantità di monete ricevute non è proporzionale; vi capiterà spesso, quindi, di trovare delle armi e delle armature che costano moltissimo e che non danno alcun reale vantaggio rispetto a quello che possedete già e avete potenziato, obbligandovi quindi a cambiare il vostro set solo pochissime volte lungo tutto il gioco.

Una volta chiuso il menù dell’inventario arriva il momento di lanciarsi in battaglia e anche qui c’è qualcosa che non quadra. L’assetto è tarato decisamente verso il gioco di ruolo d’azione, ma manca quella precisione assaporata in Dragon’s Dogma o quella devastante potenza che trasmetteva Kingdoms of Amalur: Reckoning: il livello di difficoltà è molto alto, ogni colpo dei nemici infierisce pesantemente sulla vostra barra della vita e le pozioni scarseggiano. Questo potrebbe essere un aspetto positivo per chi cerca una sfida degna delle proprie abilità, ma spesso si ha la sensazione che i comandi non rispondano prontamente, portando alla morte prematura di Vulcan nonostante il vostro impegno. Il tutto va ovviamente a scapito dello stile più veloce, che richiede una precisione massima per affettare (ed evitare di essere affettati) i nemici e obbligandovi quindi ad abbandonare lo sviluppo di questo approccio.

Come già detto in precedenza è interessante il modo in cui, con espedienti narrativi, Spiders sia riuscita ad ovviare ad alcuni limiti, ad esempio i nemici che affronterete sono ben pochi dal momento che il setting è limitato alla fase finale della guerra con l’Armata dei Morti: nel complesso vedrete una dozzina di nemici scheletrici, più qualche boss (dal design molto originale) e pochissima fauna locale, per altro in uno solo dei quattro ambienti che visiterete.

Bound by Flame è strutturato infatti a capitoli e una volta portata a termine la quest principale del capitolo abbandonerete la zona senza poterci ritornare. Non che sia un problema questo: le missioni secondarie vi costringeranno ad un costante backtracking che vi porterà a conoscere i livelli a memoria, saturando il vostro bisogno d’esplorazione. I quattro livelli (il castello iniziale, la palude, la città degli elfi e la zona finale) sono ben caratterizzati, ognuno con la sua storia che si intreccia alla vostra e a quella del vostro party.

Il mondo di Bound by Flame regala comunque degli scorci di rara bellezza, un aspetto determinante in un gioco di ruolo, specialmente nel castello iniziale e nella città degli elfi congelata, il tutto in una veste grafica di pregevole fattura. Solitamente i team di questo calibro evitano il confronto stlistisco con i giochi di ruolo più blasonati, puntando magari su una grafica in 2D con uno stile accattivante: Spiders invece si cimenta in un mondo 3D dettagliato, che non vi farà gridare al miracolo, ma che sicuramente si difende bene. I modelli poligonali di tutti i pochi personaggi che incontrerete sono molto dettagliati e le texture fanno la loro media figura (con qualche dettaglio trascurato, come la vegetazione). La prova sul nostro PC di fascia media (con una Ati Radeon HD 7850, un processore FX6330 six-core e 8 GB di RAM) ha retto benissimo durante tutto il gioco con tutti i paramenti al massimo, senza rallentamenti o problemi di alcun tipo e nel complesso il gioco può vantare un ottimo livello di pulizia con pochissimi bug da segnalare. Ridotta, ma incantevole, è anche la colonna sonora composta da Olivier Derivière, già apprezzato per Remember Me, che è riuscito a creare dei brani originali in chiave fantasy, ma che non sanno mai di già sentito.

In conclusione… 

Bound by Flame è la prova definitiva che i ragazzi di Spiders meriterebbero sicuramente di fare un level up e poter lavorare ad un progetto più ambizioso, sia in termini economici che di tempo di sviluppo. Del resto è passato meno di un anno dal rilascio di Mars: War Logs ed è davvero difficile pensare ad un risultato migliore di questo. Nel frattempo però il titolo in esame rimane purtroppo relegato in un limbo di mediocrità che richiede al giocatore tutta una serie di compromessi a cui forse non tutti sono disposti a scendere.

Ben venga la svolta action, ma solo se supportata da un sistema di controlli adeguato, così come è accettabile una storia così breve se non va a interrompere sul più bello il gamplay nel suo apice.
In attesa che, quindi, questo team lavori ad un titolo più ambizioso, potrete ammazzare l’attesa (almeno per una ventina di ore circa) con questo GDR ricco di tanti alti quanti bassi.

Voto: 6,5/10

Da quando ho scoperto che i piaceri che i miei pollici opponibili potevano darmi con un joypad erano pressoché infiniti non ho mai smesso di videogiocare. Appassionato di cinema e musica, sempre e solo a livello maniacale.

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