Borderlands: The Handsome Collection – Recensione

Borderlands: The Handsome Collection – Recensione

Ehi voi, volete riascoltare (ancora) un’altra storia eh? Una in cui è in gioco il destino stesso di Pandora, da poter vivere direttamente sulle vostre console di nuova generazione? Beh se non volete è uguale, ve la racconteremo comunque.

Ed è così che facendo un po’ il verso a quello che fu l’incipit di Borderlands 2, diamo il benvenuto alla Borderlands: The Handsome Collection, raccolta remastered degli ultimi due titoli della saga, che finalmente porta l’universo creato da Gearbox Software anche sulle console di nuova generazione. Tra le prevedibili critiche dovute ad un’ennesima collection in alta definizione, e l’hype ipergalattico per avere di nuovo la possibilità di fare un faccia a faccia a suon di proiettili con Jack il Bello, non vediamo l’ora di rituffarci nello sconfinato mondo dei cacciatori delle cripta, che tanto abbiamo amato in passato. E voi? Siete pronti a far fuori nuovamente qualche skag?

Handsome Jack. L’uomo su cui per tanto tempo si è poggiata ed è cresciuta la Hyperion Corporation. L’uomo che per alcuni è l’ultimo vero eroe dell’intero pianeta, e per altri è invece il peggior figlio di buona donna con cui poter mai avere a che fare. Lui è il personaggio che, per un verso o per un altro, possiamo ringraziare per gli ultimi due capitoli della saga di Borderlands, e da quello che possiamo dedurre, è anche il protagonista di questa nuova collection in alta definizione. Ai tempi, qui sulle pagine di GameSoul.it, abbiamo avuto la fortuna di poter giocare entrambi i titoli offerti dalla Handsome Collection, quindi sia Borderlands 2 che il recente (più o meno) Pre-Sequel. Immaginiamo che conosciate già a menadito la trama di tutti e due i giochi, ma un piccolo e velocissimo ripasso come lo farebbe il buon vecchio Marcus, di certo non farà male a nessuno.

Nella trama principale, noi interpreteremo chiaramente un nuovo cacciatore della cripta. Su Pandora le cose funzionano in maniera molto semplice: i nuovi cacciatori arrivano, Jack il Bello li uccide, e fine della storia. Ma noi non siamo così semplici da fare fuori, e con l’aiuto dell’ultimo Claptrap ancora funzionante rimasto sul pianeta, affronteremo mille peripezie ed avventure per impedire a Jack di risvegliare il Guerriero, un essere potentissimo che nelle mani sbagliate potrebbe segnare la fine stessa di Pandora. Dal numero di volte in cui il nostro caro Handsome Jack tenterà di farci fuori, è piuttosto comprensibile pensare che lui non sia proprio uno dei buoni ecco… Ma c’è qualcuno invece che pare sostenere il contrario. Athena, personaggio già visto nella serie in una “vecchia vicenda”, ci racconterà infatti come il nostro più acerrimo nemico, sia per lei invece l’indiscusso eroe di Pandora.

Nulla di nuovo quindi a livello di trama, non ci sono differenze ovviamente con quella giocata ai tempi dell’uscita originale. In compenso però, non si può di certo dire che questa edizione non sia conveniente, perché ad un prezzo più contenuto rispetto a quello classico e standard, offre due titoli con relativi contenuti aggiuntivi al seguito, che in valore superano sicuramente quanto pagato per l’acquisto della collection. Per farla completa a livello contenutistico, comprendiamo che un’edizione remastered intitolata The Handsome Collection si riferisca chiaramente ai titoli in cui Handsome Jack è una componente importante del cast, ma ci tocca anche ammettere che senza il primo capitolo a completare il tris, si ha come l’impressione che al tutto manchi un qualcosa, e di questo non possiamo che essere un pochino tristi…

…poi però basta buttare un occhio a tutto il ben di dio che è incluso nel pacchetto, e la tristezza un po’ si allontana. Entrambi i giochi infatti, come dicevamo poco fa, vengono offerti insieme a tutti i DLC usciti, che incrementano il monte ore necessario al completamento del del titolo in maniera decisamente considerevole. Borderlands 2 per esempio, tra storia principale ed i quattro DLC più importanti, potrà occupare la bellezza di quasi cento ore del vostro videoludico tempo, durante il quale siamo sicuri che non sarete in grado di annoiarvi. Per quanto riguarda il Pre-Sequel invece, non siamo sfortunatamente agli stessi livelli, ma una cinquantina di ore si possono tirar su senza problemi. Facendo la somma quindi, salta fuori una tempistica di longevità visibilmente importante, che già da sola potrebbe essere una buona ragione per motivare l’acquisto da parte dei veterani della saga.

Controlli e gameplay sono rimasti chiaramente pressoché invariati. Per chi si volesse avvicinare per la prima volta a questa gloriosa saga, ricordiamo che Borderlands, in tutte le sue accezioni, è uno sparatutto in prima persona, a metà tra l’open world ed il gioco di ruolo. Al suo interno, vi muoverete attraverso la trama di missione in missione, guadagnando punti esperienza, salendo di livello ed andando a caccia del loot migliore. Una struttura di gioco ormai conosciuta e sfruttata in molte saghe videoludiche, ma che riesce comunque a dare ancora soddisfazione e a raggruppare un nutrito numero di fan.
Nei controlli, tutto sempre trovarsi al solito posto, sempre se non teniamo conto dei naturali adeguamenti atti a sfruttare il touchpad del controller, che in qualche modo deve ovviare all’assenza del tasto Select.

Nei titoli non ci sono grosse novità, ma indubbiamente, una delle cose più interessanti che possiamo trovare al loro interno, è la possibilità di giocare in split-screen a quattro giocatori. Come saprete infatti, uno dei punti di forza principali dei titoli di questa famosissima saga è il gioco in multiplayer cooperativo, in cui è possibile fare un’ecatombe di psycho in allegra compagnia con altri tre amici. Qui, oltre al divertimento spiccio e pratico che tale modalità dona ai giocatori, si potrà come sempre racimolare qualche piccolo bonus in più… Sì, perché con più giocatori in campo, i nemici che vi si pareranno davanti diventeranno leggermente più tosti del normale, e nemici più tosti significa di solito loot migliore (aka armi droppate più fighe). È chiaro quindi, che sarà proprio il loot che troverete qui o nelle casse, ad essere quello di cui avrete bisogno per affrontare sfide sempre maggiori, e livelli di difficoltà sempre più alti.

A tal proposito, ricordiamo agli astanti che per accedere ai livelli di difficoltà maggiori, vi toccherà finire il gioco a quelli disponibili, oppure importare un personaggio della versione old-gen, e continuare la vostra partita sulla nuova console.
L’importazione dei personaggi è una feature che avevamo già visto ai tempi dell’uscita della versione per PS Vita di Borderlands 2. La cosa molto utile in questo, è ovviamente la possibilità di usare i nostri “vecchi” personaggi già levellati ed equipaggiati di tutto punto sulla nuova piattaforma di gioco. La cosa brutta invece, è che per poter exportare ed importare effettivamente i propri personaggi, è necessario essere in possesso dei vecchi titoli e delle relative console.

Inoltre, è possibile passare un solo pg alla volta, da caricare nello pseudo-cloud a disposizione, per poi scaricarlo sulla piattaforma di arrivo (ovviamente tutto avviene dal solito apposito menù). Concordiamo ovviamente con il fatto che almeno la possibilità di recuperare “qualcosa” dal salvataggio legato al profilo o alla console lo si poteva pure implementare, ma a volte ci si deve accontentare di quello che passa il convento. In ogni caso, l’atmosfera ed il gioco online sono rimasti ai livelli altissimi delle passate edizioni, e con un’esperienza videoludica del genere, in fondo in fondo, rigiocare i due titoli e ri-levellare i propri cacciatori della cripta non può che essere di nuovo un piacere.

Passando al comparto grafico, dobbiamo dire che la collection, soprattutto in Borderlands 2, sa mostrare ampiamente i muscoli. Se come noi avete passato tempo incalcolabile nelle terre pandoriane durante la scorsa generazione di console, noterete fin dall’inizio che l’upgrade visivo è palese ed a tratti raggiunge livelli impressionanti. I 1080p di risoluzione si vedono praticamente tutti, e personaggi ed ambientazioni riescono ad assumere ancora più fascino rispetto a prima grazie alla definizione più alta ed alla migliore illuminazione.

In linea con la loro controparte originale, troviamo leggermente sottotono (NdR: di poco, eh) l’ultimo titolo uscito in ordine di tempo, Borderlands The Pre-Sequel, che nonostante l’upgrade ricevuto, non riesce sfortunatamente a raggiungere il livello del suo predecessore, in nessuna delle categorie che vi potremmo citare. Ciò non significa che sia un titolo pessimo, anzi è assolutamente da giocare, ma contro un concorrente del genere, pochi riescono a reggere il confronto fino alla fine.
Sul fronte sonoro, tutto tace… Nel senso che ritroviamo esattamente quanto avevamo nelle versioni originali, che già erano dotate di un gustosissimo doppiaggio completamente in italiano, ironico, dirompente, e che grazie al cielo, nonostante la crisi, non ha subito decurtazioni di nessun genere (NdR: it’s a joke, obviously).

Il passaggio alla nuova generazione di console non priva sfortunatamente i due titoli dei problemi grafici che li affliggevano ai tempi della loro prima uscita. Ci permettiamo però di fare una piccola distinzione, perché alcuni di quelli presenti, come per esempio il ritardo nel caricamento delle textures, sappiamo essere dovuti principalmente al motore grafico, ma a questi se ne sono aggiunti di nuovi che sinceramente ci saremmo volentieri risparmiati. Quello visivamente più strano, è quello che succede nel momento della morte di alcuni dei vostri avversari.

Quando questi passano a miglior vita, non si sa perché, un’esplosione invisibile ne scaraventa il cadavere lontano, facendo in modo che essi trovino finalmente il proprio eterno riposo in luoghi non propriamente consoni, come per esempio in verticale appoggiati su di un muro, o peggio ancora, direttamente a mezz’aria sospesi sopra un ponte… Come sempre poi ci sarebbe quella “quisquilia” dei problemi di collisione tra oggetti, ma ormai ci abbiamo fatto il callo e cominciamo a non farci più nemmeno caso.
La situazione finale non è quindi perfetta, ma di certo non è niente in confronto alla deludente performance che invece abbiamo dovuto affrontare con la versione portatile di Borderlands 2, che come potrete intuire non ha riscosso tantissimi favori tra gli utenti di lunga data.

In conclusione…

Sparate tutte le nostre cartucce, non ci resta che tirare i conti su questa ennesima remastered collection, ma ammettiamo che in fondo non è andata proprio così male come ci si sarebbe potuto aspettare… La conversione è certamente di un ottimo livello, e siamo convinti che giocarla anche su next-gen non può che essere una buonissima esperienza, soprattutto per chi questi due titoli se li è persi o non gli ha dato il giusto peso. Contenutisticamente parlando, con un solo disco ci si porta a casa praticamente un pacchetto che tra trama principale e DLC dei due titoli, potrebbe fornire quasi 150 ore di puro divertimento, che negli ultimi tempi non è di sicuro un’offerta da poco. Sul fronte tecnico, qualche bugghettino “piccino picciò” glielo si può anche concedere, perché in fin dei conti il risultato finale merita a pieni punti un plauso, e l’impegno profuso dagli sviluppatori è indiscutibile.

Se volete un giudizio onestissimo, nonostante l’ottima conversione di Borderlands 2, e quella non perfettissima del Pre-Sequel, non possiamo che essere dell’idea che sarebbe stato meglio concentrare gli sforzi del team di sviluppo in qualcosa di nuovo, come per esempio la creazione di un nuovo titolo della serie fatto esclusivamente per la next-gen. Se invece possiamo lasciarci andare ad un giudizio più passionale, ci permettiamo di parafrasare le parole di Sir Hammerlock: “se amate Pandora e tutte le avventure che ruotano intorno a Jack il Bello ed i cacciatori della cripta, potete correre a prendere la vostra copia della Handsome Collection e rituffarvi in questa meraviglia chiamata Borderlands, in caso contrario, siete delle persone tristi e non desideriamo più parlare con voi…”. Di nuovo buona caccia, cacciatori della cripta.

Voto: 8,5/10

Fin da piccolo ho sempre amato le storie, che fossero raccontate da un libro, un fumetto, un cartone, un film, o soprattutto da un videogioco. Alcune le ho solo viste, altre le ho sentite così mie da avere l'impressione di averle vissute, ed altre ancora le ho addirittura scritte. Forse sono un pazzo o un sognatore, o tutte e due le cose. Ma continuerò a sognare ed a vivere avventure, per poter dire un giorno "fammi rubare Capitano, un'avventura dove io son l'eroe che combatte accanto a te".

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