BAFL | Brakes Are For Losers – Recensione

Corse (letteralmente) sfrenate

BAFL | Brakes Are For Losers – Recensione
BAFL | Brakes Are For Losers – Recensione
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È inutile, chi ha passato parecchi anni della propria vita a giocare a Micro Machines (sia quelle giocattolo, che il videogioco di Codemasters) ha sviluppato una certa sensibilità nei confronti di particolari generi, al punto che qualsiasi cosa somigli al titolo citato poc’anzi o ad altri pilastri del genere, come ad esempio Super Off Road, diventa automaticamente attraente. Con BAFL è stato così, e a fare il resto è stato quell’elemento “innovativo” a cui deve il titolo, “brakes are for losers“: ebbene sì, i freni sono per gli sfigati, infatti in BAFL non solo non avremo a disposizione i freni, ma l’acceleratore sarà automaticamente “a tavoletta”. Ecco, questi sono i presupposti principali su cui si basa questo gioco, approdato da poco anche su Nintendo Switch: riuscirà a tenere comunque la strada ed a tagliare il traguardo in una buona posizione, oppure si schianterà irreparabilmente?

Partiamo dal fatto che stiamo parlando di un gioco che su Switch ha un prezzo davvero basso, parliamo infatti di soli 4,99 euro: “budget” il prezzo, così come la produzione, che nonostante tutto si difende bene e sembra avere una particolare cura per i dettagli. Pensate che a partire dal menù sarete al volante di un’auto, naturalmente senza freni, e che per passare da una modalità all’altra, per cambiare auto o per andare a vedere i credits, dovrete guidare fino a quel punto. La prima cosa che abbiamo fatto è stata naturalmente quella di buttarci a capofitto nel campionato, che è composto di 10 gare, su ognuno dei 10 tracciati disponibili: inutile dirvi che (nonostante avessimo provato la beta PC del gioco mesi fa) si è rivelato un disastro, perché nonostante i tracciati siano semplici (soprattutto i primi), la strategia per riuscire a vincere è quella di usare la traiettoria “perfetta”.

Ma come potete immaginare, è davvero difficile percorrere una traiettoria perfetta senza freni, soprattutto quando ad interferire ci sono altri elementi di gameplay. Primo, la vettura si danneggia, sia sbattendo contro i guard rail, che quando viene colpita dalle “armi” lanciate dagli avversari, che compariranno durante le gare. Quando la vettura esaurisce la sua energia, si fermerà per qualche secondo per auto-ripararsi in parte; in alternativa, prima che si arrivi a questo punto, percorrendo la corsia dei box, verrà ripristinata per intero l’energia. Un altro elemento è la disponibilità di un turbo, da azionare col tasto A: ne avremo 3 per ogni gara, ma potremo raccoglierne di extra lungo il percorso, se saremo fortunati. Se poi consideriamo che i nostri avversari non staranno a guardare, ma ce li troveremo spesso davanti, e in alcuni tracciati ci saranno anche altri elementi a sporcare le nostre traiettorie (ad esempio vetture non in gara che transitano nel circuito), potete immaginare come il tutto si risolva in una sola parola: caos. Ah, dimenticavamo: non ci sarà un numero di giri predefinito per vincere la gara, ma un timer, alla cui scadenza verranno decretati i vincitori in base al piazzamento che si ha in quel momento.

Il fatto di guadagnare monete ad ogni gara, potendo potenziare alcuni aspetti della vettura, come velocità, grip, velocità di riparazione, etc, donano senz’altro spessore, ma risultano contrastanti con la confusione generale che si crea durante le gare, la stessa che ne mina il divertimento. Al posto del campionato pre-confezionato, potremo modellarcene uno a nostro piacimento nella “partita personalizzata“, in cui potremo ad esempio diminuire il numero di veicoli, togliere i power-up, e anche cambiare i criteri di vittoria, adottando una normale gara a giri, oppure anche una “last man standing”, in cui ad ogni giro l’ultimo viene eliminato.

In ogni caso non è questa l’unica modalità disponibile, potrete infatti affrontare ognuna delle 10 piste in modalità “time trial” o “perfect lap”: nella prima dovrete fare il miglior tempo, utilizzando il vostro ghost per migliorarvi e puntare ad andare sotto i tempi stabiliti dal gioco per guadagnare le “bandiere a scacchi”. Più bandiere otterrete, più sezioni di gioco, quindi piste, saranno aperte. E per guadagnarle potrete anche gareggiare nella modalità “perfect lap”, in cui dovrete percorrere un circuito il più a lungo possibile senza sbattere da nessuna parte: anche in questo caso, più a lungo resterete illesi, più alto sarà il vostro punteggio, e quindi la ricompensa.

Dobbiamo dire che ci siamo divertiti molto di più in queste ultime due modalità, nelle quali il “fattore BAFL” non va a perdersi nel marasma dei tanti (forse troppi?) elementi della gara: la sfida in questi casi è restare concentrati e imparare a conoscere la pista, scegliendo sempre la traiettoria giusta e quindi mettendoci un po’ della propria abilità di piloti. Purtroppo anche in questo caso, il numero esiguo di piste, così come la loro bassa complessità, vi stancherà presto.

Tecnicamente parlando BAFL non fa gridare al miracolo, ma nemmeno ne sentivamo il bisogno, certo è che come in altri giochi simili, può capitare che spesso si perda di vista la propria vettura, quindi qualche accorgimento in tal senso sarebbe forse stato opportuno. Non dimentichiamoci però che stiamo parlando di Nintendo Switch, la cui caratteristica migliore è la sua versatilità, la possibilità di usarla sulla TV di casa, così come in modalità portatile. Noi, come sempre, prediligiamo quest’ultima, ma abbiamo fatto anche qualche partita in modalità TV, in cui ad una grandezza maggiore delle vetture, corrisponde però qualche lieve calo di frame rate. Senza dubbio giocare in multiplayer con i vostri amici rappresenta la scelta migliore, ma il bello di Switch è proprio tirarla fuori quando meno te l’aspetti, per sfide memorabili. Ahinoi, a causa degli stessi problemi di cui vi abbiamo parlato prima, BAFL riesce a divertire solo per poco anche in multiplayer, forse proprio perché l’abilità conta fino ad un certo punto e quindi il fattore sfida va a scemare dopo qualche campionato.

Conclusioni

Sembra una missione semplice da compiere, ma realizzare un gioco di questo genere che sia al contempo divertente e longevo, non è così facile. Sono tanti gli elementi che possono condizionare l’esperienza: prima su tutte la giocabilità, ma anche la costruzione e il numero delle piste, unite agli elementi di contorno come le armi. Bilanciare il tutto è davvero difficile e solo giochi del calibro di Mario Kart ne sono capaci. BAFL senza dubbio mette in gioco un elemento nuovo, come l’impossibilità di frenare, che se da un lato mette un po’ di pepe agli elementi classici, dall’altro rende spesso il gioco troppo confusionario. In alcune modalità questa caratteristica viene esaltata e sfruttata a dovere, creando quel giusto coinvolgimento, ma la sensazione generale è che alcuni elementi di gameplay vadano in contrasto tra loro, rovinando l’esperienza generale.

Nonostante Switch possa sembrare la console perfetta per BAFL, soprattutto nelle sessioni multiplayer, il divertimento dura poco e l’idea che ci siamo fatti è che gli sviluppatori avrebbero potuto dedicarsi maggiormente ad alcuni aspetti, eliminandone totalmente altri. Va tenuto però in conto il prezzo davvero invitante, e se amate questo genere di giochi, qualche oretta di divertimento sarà capace di darvela anche un gioco “senza freni” come BAFL.

Good

  • Interessante l'idea di non avere i freni
  • Le modalità a tempo rappresentano la sfida più divertente
  • OK, il prezzo è giusto

Bad

  • Le gare sono troppo confusionarie
  • Troppo spesso l'abilità viene sovrastata dalla casualità
  • Il numero di piste è davvero esiguo
6

Discreto

E' passato troppo tempo per ricordare il mio primo approccio al mondo videoludico... Limpido è invece il ricordo della prima console, un Atari 2600, e dei giorni interi passati a giocarci. Da allora sono cambiate molte cose: i videogiochi sono diventati il mio lavoro, non ho più tutto quel tempo per giocarli ed ormai sono pochi quelli che mi lasciano a bocca aperta. Ma al di là di tutto, l'amore c’è ancora, così come la voglia di arrivare un giorno a crearne uno… Ecco, se non si fosse capito, sono un eterno “sognatore"!

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