Speciale 14 Mar 2025

Astro Bot, perché è la miglior mascotte di Sony di sempre – Speciale

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L’ultima arrivata è anche la mascotte migliore?

Astro Bot rappresenta in tutto e per tutto la classe operaia che va in paradiso. Accostato a produzioni dal respiro contenuto, chiamato a fungere da protagonista di software di servizio, ha inesorabilmente conquistato i cuori di milioni di videogiocatori sparsi per il mondo, godendo di una fama crescente che, per nulla a caso, lo ha infine portato a conquistare la statuetta di Game of The Year dell’edizione dello scorso anno.

La cavalcata è iniziata nel 2013, un tempo relativamente recente per una mascotte che in poco più di dieci anni ha acquisito identità e carisma anche per merito, per non dire a discapito, di tanti altri personaggi made in Sony e non solo che progressivamente hanno perso smalto o sono piombati nel dimenticatoio. La qualità dei giochi in cui Astro Bot è stato coinvolto è innegabile, ma fa comunque un certo effetto constatare che, per lo più, il suo nome è stato affiancato a produzioni dai budget contenuti e, come detto in precedenza, per lo più concepiti per fare da traino a specifici hardware.

Da The Playroom, che ha accompagnato la PlayStation Camera di PlayStation 4, a Astro’s Playroom, platform che ostentava le potenzialità di PlayStation 5, passando per The Playroom VR e relativo seguito, pensati appositamente per mostrare le magie di PlayStation VR, solo con il titolo del 2024, che potete acquistare sullo shop online di GameStop, il nostro robotico eroe si è emancipato da meccanismi di questo tipo, esordendo in un’avventura che possiamo definire completamente e totalmente sua. O quasi. Sì, perché anche in questo capitolo, Sony ha ben pensato di diluire buona parte della storia delle sue console e dei personaggi che hanno concorso al loro successo, un’autocelebrazione che ha evitato di essere patetica e fine a sé stessa grazie al carisma del protagonista, nonché all’abilità di Team Asobi nel dare forma e vita ad un platform a tratti geniale e artisticamente delizioso.


Preparati a una colossale avventura nello spazio con il bundle console PS5 – Astro Bot. Questo bundle include una console PS5 e il pluripremiato gioco Astro Bot.


Forte di un successo di critica e pubblico, Astro Bot, finalmente protagonista anche di due bundle con PlayStation 5, è ormai a tutti gli effetti il nuovo volto di PlayStation, un volto che rimanda al divertimento più spontaneo, alla creatività, ad un certo modo di sviluppare e concepire i videogiochi che tanto farebbe bene all’attuale stato di salute dell’industria.

Ma cosa rende tanto speciale, contemporaneo e per certi versi migliore Astro Bot rispetto alle altre mascotte di Sony? Scopriamolo insieme.



Può sembrare un fattore di poco conto, ma nell’immaginario collettivo accostare un nuovo hardware sempre allo stesso volto, per forza di cose finirà per creare un legame estremamente forte tra le due cose. Astro Bot è per certi versi il Babbo Natale di Sony, la mascotte che porta in dono uno spaccato di futuro e nuovi modi di intendere e vivere i videogiochi. Astro Bot è sinonimo di progresso, di tecnologia all’avanguardia, del nuovo che avanza. Ed essere tutto ciò, da promotore di un genere vecchio come i videogiochi, quello dei platform, rende il tutto ancora più paradossalmente tangibile e legato a doppio filo al fine ultimo del nostro hobby preferito, cioè divertire e intrattenere.



Anche in termini di design Astro Bot vince alla grande. La rinascita del genere fantascientifico, le conquiste spaziali che stanno avvenendo in tempi recentissimi, le immagini dei primi robot che compiono azioni sempre più complesse e disparate, rendono il personaggio di Sony tremendamente attuale. Le espressioni del viso, affidate al display che occupa la parte centrale della testa, sono di facile lettura, accattivanti, comprensibili da chiunque e a qualsiasi latitudine del mondo. Il suo corpo, spesso mosso da animazioni buffe, lo rendono simpatico a giocatori giovanissimi e anche più adulti. Cosa non del tutto secondaria, inoltre, non esistono chissà quante altre mascotte robotiche in giro per il mondo videoludico. Riconoscibile e unico, mica poco.

Astro Bot


Quale grande lezione ci insegna Super Mario? Che nella vita si può anche nascere idraulici, ma che è fondamentale sviluppare un forte senso di adattabilità. Così si può anche diventare golfisti, tennisti, calciatori, piloti di kart e così via. Astro Bot sembra aver fatta propria questa lezione. Certo, il suo centro di gravità restano i platform, ma The Playroom era una sorta di raccolta di minigiochi, mentre, nelle sue esperienze equipaggiato di VR, il nostro si è concesso diverse variazioni sul tema, sintono di una creatività legata al personaggio che tende sempre a traboccare i confini di un singolo genere. Siamo pronti a scommettere che presto vedremo il buon Astro Bot alle prese anche in avventure che proporranno meccaniche ludiche ben diverse, in modo anche da proporsi a frange di pubblico diverso. Un qualcosa che, per esempio, ha tentato Crash eoni fa, ma che un Kratos, per citarne solo uno, non potrebbe mai fare.

Astro Bot


Non è un caso se abbiamo tirato in ballo sia Crash, che Kratos. Astro Bot, difatti, li cita entrambi, tra i moltissimi altri, nell’ultimo gioco pubblicato su PlayStation 5 lo scorso anno. Più che citarli, a ben vedere, li interpreta in tutto e per tutto, in unostentazione autoreferenziale che solo una mascotte caratterizzata ma fino a un certo punto può permettersi. Del resto, l’intero brand è immagine stessa di Sony, del suo hardware, del suo passato e, appunto, dei tanti giochi che hanno ospitato le sue console nel corso dei decenni. Ciò permette ad Astro Bot di innescare facilmente l’effetto nostalgia in qualsiasi videogiocatore più navigato, pur donando nuova luce, e tanta ironia, ai grandi classici del passato. Anche in questo, Astro Bot non può che ritenersi una mascotte dannatamente efficace nel creare empatia nel suo pubblico, un pubblico potenzialmente molto più ampio e trasversale, di quanto non lo fosse e non lo sia quello di Crash e di Kratos.



Ad esclusione di Returnal, solo i due giochi di Astro Bot pubblicati su PlayStation 5 hanno saputo sfruttare a dovere il DualSense, una delle vere feature next-gen dell’ammiraglia Sony. Anche in questo caso, può sembrare una piccolezza, ma sono dettagli come questi a creare ammirazione e amore nei confronti di un brand, oltre che attesa per i futuri capitoli. Super Mario, del resto, è indissolubilmente legato all’uso della croce direzionale e allo stick analogico del controller, grazie a quel Super Mario 64 che rivoluzionò i giochi in tre dimensioni. Astro Bot, similmente, è diretta immagine del feedback aptico e dei grilletti adattivi. Del resto, un grande personaggio si crea anche giocando con l’immaginario del pubblico in modi come questi.

Astro Bot


Chiudiamo con una banalità, che tuttavia spiega anche perché molte mascotte Sony, nel corso degli anni, siano finite nel dimenticatoio o perché abbiano perso la fama di cui godevano. Per essere una buona mascotte, è fondamentale essere protagonisti di grandi giochi. Crash, per esempio, ha conosciuto un progressivo decadimento, esattamente come il collega Spyro. Altre mascotte, come Sir Daniel Fortesque, invece, hanno consumato la spinta creativa in fretta, cadendo nell’oblio. Astro Bot, siamo d’accordo, è un personaggio relativamente giovane, ma ciò non gli ha impedito di rendersi protagonista di cinque titoli tutti di qualità. Già, perché non ci si deve mai dimenticare che alla fine è la qualità dei giochi a decretare il successo o l’insuccesso di un brand. Da questo punto di vista, Team Asobi sta dando grande dimostrazione di saperci fare e di conoscere cosa serva al proprio eroe per sfondare nel mondo dei videogiochi. E proprio perché Astro Bot del 2024 ci è piaciuto così tanto, non vediamo l’ora di mettere le mani sul prossimo, inevitabile capitolo della serie.

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