GameSoul.it

Assassin’s Creed Syndicate – Anteprima E3 2015

Los Angeles – Che Assassin’s Creed Syndicate fosse uno dei giochi più attesi della line-up di Ubisoft e allo stesso tempo uno dei sorvegliati speciali per eccellenza di questo E3 2015, a ben vedere, lo sapevamo tutti. Dopo il mezzo passo falso di Unity, criticato più o meno a merito per una mancata ottimizzazione del codice e per l’assenza di un lascito memorabile dopo aver raggiunto i titoli di coda, le aspettative di “rinascita” per il nuovo capitolo della saga annuale di casa Ubisoft sono (a ragione) particolarmente alte. Non è dunque casuale la netta virata narrativa e geografica intrapresa dagli sviluppatori per questo capitolo maggiore, che chiude (temporaneamente?) le nostre scorribande in una Parigi in pieno periodo di Rivoluzione per catapultarci all’interno di una nuova Rivoluzione, stavolta industriale, che caratterizza il fine ottocento della capitale inglese. Londra, 1886: inizia dunque così il nostro viaggio in Syndicate, che abbiamo abbondantemente provato in questa prima giornata di fiera losangelina con una demo di circa quindici minuti e una presentazione esclusiva. E ora vi raccontiamo cosa significhi essere un Assassino a Londra.

Syndicate ruota attorno alla figura di Jacob Frye (e, almeno narrativamente, a quella della sorella Evie), gentiluomo londinese legato alla secolare congrega contrapposta ai Templari sulle cui origini, almeno per ora, nulla è stato ufficializzato. Nuovo protagonista, nuovo periodo storico: dalla combinazione di questi due elementi nascono nuove meccaniche di gioco, che vanno ad abbracciare tanto le fasi esplorative quanto, e soprattutto, quelle combat.

A fianco delle armi tradizionali dell’Assassino, Jacob può far affidamento ad un bastone da gentiluomo, dal pomello particolarmente tagliente, che nasconde al proprio interno una  seconda lama; a questo si affianca un nuovo veleno a distanza, con il quale alterare la psiche del bersaglio – che inizia ad attaccare a destra e a manca anche i propri alleati, sino a quando non viene abbattuto da questi o la tossina lo neutralizza. Particolarmente interessante è la possibilità di far reagire questo veleno col fuoco, andando di fatto ad ampliare l’area “tossica” in modo da infettare un numero maggiore di bersagli in un sol colpo.

La seconda novità coincide con l’introduzione del rampino, attivabile previa la pressione del dorsale sinistro, che permette di muoversi più rapidamente tra i tetti della capitale restando nascosti da sguardi indesiderati. Questa, a ben vedere, rappresenta una trovata indubbiamente brillante del team di sviluppo, vista e considerata la sensibile ampiezza della location di gioco e la sua forte componente verticale, nettamente più marcata se paragonata alla Parigi di Unity. Una città più vasta, più complessa ma anche – e soprattutto – più viva: le strade sono brulicanti, con pedoni a passeggio per Victoria Station e dintorni mentre un numero ragguardevole di carrozze scivola lungo le strade. Gli elementi vivi si perdono a vista d’occhio, basta osservare le chiatte che navigano placide nel Tamigi o i treni che si partono e arrivano dalla Stazione.

E proprio di treni parliamo ora, visto che l’anteprima a cui abbiamo assistito richiedeva al nostro eroe di eliminare un Templare nemico barricato su un treno in movimento. Dalle manovre di avvicinamento all’interno della stazione sino all’arrivo sul vagone di coda del treno, particolare enfasi è stata data ai molteplici usi del rampino, usato sia per spostarsi verticalmente in modo veloce, sia per creare una sorta di ponte sospeso con cui raggiungere silenziosamente il secondo capo di un edificio. Una volta a bordo, come lecito immaginare, il focus cambia completamente e si concentra sul combattimento, che a prima vista ci è parso più veloce e fluido rispetto a quello di Arno. Un’impressione che ha trovato conferma soltanto pochi minuti dopo, nel corso della nostra prova hands on.

Continua a leggere ….


La demo di oggi, basata su una versione Alpha embrionale del titolo, ha mostrato una delle dinamiche principali di Syndicate: la conquista di uno dei quartieri di Londra, da soffiare ai malfattori locali. Conquistare progressivamente quanti più distretti possibili è fondamentale in questo nuovo episodio, visto e considerato che, qualora nostri “alleati”, i cittadini del quartiere faranno di tutto per difenderci o proteggerci qualora la situazione lo richieda. In caso contrario, finiremmo per essere ostacolati anche nelle manovre piú normali (come la semplice fuga). La nostra prova inizia con la conquista vera e propria del quartiere, che richiede di abbattere dieci sgherri nemici in modo tale da allertarne il capo (o meglio, la capa).


[adinserter block=”1″]

Avendo avuto la fortuna di giocare due volte questa demo, abbiamo dapprima adoperato un approccio stealth, ricorrendo ad uccisioni dall’alto ogniqualvolta la nostra vittima fosse isolata, ad attacchi alle spalle o sfruttando la tossina venefica che abbiamo citato poco fa. Con un minimo di pazienza, è possibile abbattere le minacce senza correre rischi eccessivi, in perfetto stile Assassino. L’alternativa, ovviamente, è l’approccio arrogante a forza bruta, che pur non essendo sempre quello più consigliato ci ha permesso di osservare le profonde revisioni del combat system. Combattere a mani nude o con armi bianche in Syndicate è semplice ed immediato, con uno schema di gioco decisamente più fluido di quello osservato l’anno scorso.

Le azioni base restano invariate (attacco, schivata e contrattacco), ma la maggior reattività delle animazioni e, inutile negarlo, una maggior gentilezza della resistenza avversaria rendono il combattimento meno frustrante e più coinvolgente. Anche in una demo dove, lama celata a parte, le uniche armi disponibili erano un paio di dardi velenosi e una manciata di coltelli.

Sconfitto il piccolo esercito ci avviciniamo alla parte più frenetica della presentazione, l’inseguimento in carrozza del capo del distretto. Farsi strada nel breve percorso che ci separa dall’epilogo non è impresa facile, visto il numero considerevole di carrozze nemiche che sbarrano la strada (alle quali potremo comunque sparare qualche sano proiettile) e una maneggevolezza non certo da auto tedesca del nostro veicolo a cavalli. Fortunatamente la sezione di guida e breve, e conduce alla rissa finale tra Gang, una dieci contro dieci a mani nude per il dominio assoluto del quartiere. E con la nostra vittoria quasi perfetta, si conclude la demo.

Al momento in cui vi scriviamo non sono state rilasciate informazioni particolari sulle modalità di gioco disponibili, seppur sia già ufficiale la notizia che Assassin’s Creed Syndicate offrirà esclusivamente una campagna per giocatore singolo. Una scelta che ci sentiamo di condividere pressoché appieno, visto che permette al team di sviluppo di concentrarsi su tutti quegli elementi che compongono il complesso meccanismo di ogni episodio di Assassin’s Creed senza doversi concentrare su aspetti marginali.

Premesso questo, vale la pena sottolineare come la qualità della versione Alpha da noi testata oggi fosse abbondantemente sopra la sufficienza, con i modelli dei personaggi principali definiti e dettagliati e, cosa forse più importante, una rappresentazione della città di Londra dettagliatissima e vivida, al netto di qualche sporadico effetto di tearing. Se da un lato abbiamo “ascoltato” troppi pochi dialoghi per esprimere un’opinione definitiva sul voice over (comunque in lingua inglese), dall’altra la qualità della colonna sonora appare indiscutibile già dopo venti minuti di gioco. Ma si tratta di dettagli a cui le edizioni passate di Assassin’s Creed ci avevano già abituato.

 

La rinascita di Assassin’s Creed passa per Londra. 

 

Lavorare con i riflettori puntati non dev’essere affatto facile. Nemmeno quando ti chiami Ubisoft, hai uno tra i team di sviluppo più talentuosi del pianeta e godi di una base di utenti così vasta e variegata come quella di Assassin’s Creed. Eppure la musica è cambiata sensibilmente dallo scorso anno ad oggi: certo, è ancora dannatamente presto per parlare e i bug lo sappiamo, sono sempre dietro l’angolo. Ma è ugualmente innegabile l’attenzione riposta dallo sviluppatore nella creazione di Syndicate, che vanta una delle ricostruzioni geografiche più fedeli mai apparse nella saga, una diversificazione all’approccio sia offensivo che esplorativo e, cosa non di poco conto, uno snellimento e una maggior fluidità nelle sezioni di combattimento.

Parlare di grafica a questo punto dello sviluppo rischia di essere prematuro, nonostante l’Alpha Build testata oggi lasci adito a speranze positive. Quello che conta è che l’ultimo capitolo maggiore della saga di Altair e soci sembra avere finalmente tutte le carte in regola per tornare a far parlare positivamente di sé. Per certi versi, la transizione dal capitolo francese a quello londinese ricorda il meraviglioso passaggio tra i capitoli di Altair e di Ezio: il che, lo ripetiamo, è estremamente positivo. Chi vivrà, vedrà: di sicuro, la rinascita di Assassin’s Creed passa per Londra.