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Altered Carbon e la chronofobia di Hollywood

La paura del futuro è una costante cyberpunk.

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Chi ha detto che la fantascienza cyberpunk sia appannaggio esclusivo del mondo cinematografico? Netflix ha rilasciato oggi il primo trailer d’esordio per Altered Carbon, una nuova serie basata sull’omonimo romanzo (in Italia pubblicato con il nome di Bay City, ndr) di Richard K. Morgan. Il libro è ben conosciuto fra gli amanti del cyberpunk, ed ha vinto il premio Philip K. Dick nel 2003.

Altered Carbon vuole essere una sorta di risposta ai vari titoli fantascientifici usciti quest’anno, da Blade Runner 2049 a Ghost in the Shell, oltre che a strizzare l’occhio alla concorrente HBO che ha fatto del suo Westworld uno dei suoi show di punta. Un rischio ovviamente esiste, ed è visibile a tutti: le idee cyberpunk iniziano ad essere stagnanti, e forse anche a ripetersi: come dicevano gli androidi nel Dredd di Stallone, “mangiare cibi riciclati” è il futuro, e pare che l’affermazione valga anche per gli spettacoli e le idee transmediatiche.

Tuttavia non è giusto condannare a priori Altered Carbon per essersi avventurato in un territorio conosciuto: dopotutto stiamo parlando di una storia pluripremiata che ha saputo convincere ed appassionare migliaia di fan in tutto il mondo, diventando una trilogia cartacea (quella di Takeshi Kovacs) molto apprezzata e famosa. Inoltre, gli argomenti che Altered Carbon vuole affrontare riguardano la digitalizzazione della mente umana, lo scambio di corpi come meri veicoli per la coscienza e il controllo delle multinazionali in un nuovo ordine mondiale. Insomma, tutto quello che il transumanesimo in salsa cyberpunk ci ha abituato a doverci aspettare da un film/serie sull’argomento.

Non è giusto condannare a priori Altered Carbon per essersi avventurato in un territorio conosciuto

Sì lo so, la chronofobia (la paura del futuro) sembra essere una costante nelle recenti produzioni hollywoodiane. C’è da chiedersi perché il domani ci spaventi così tanto, forse sentiamo l’avvento dell’intelligenza artificiale come un pericolo, forse le dichiarazioni sull’unione fra uomo e macchina di Elon Musk hanno fatto breccia nelle nostre anime, stuzzicando un terrore atavico che ci vede strappati dalla condizione naturale e sempre più dipendenti da un sistema asettico e terribile come in The Matrix. Probabilmente la risposta a questa domanda non è ancora alla nostra portata, o se esiste non è sicuramente appannaggio di film e serie TV.

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Insomma il Cyberpunk sta diventando la versione oscura di sé stesso, una spirale che punta all’abisso, un futuro sempre più oscuro fatto di incertezze, dubbi sulla propria identità e sull’essenza stessa dell’essere umani. In tutto questo, Altered Carbon vuole raccontare la sua storia, fatta di omicidi, amore, sesso e tradimenti, ambientata più di 300 anni dal mondo di oggi. Il suo protagonista, Takeshi Kovacs (Joel Kinnaman) è l’ultimo sopravvissuto di un gruppo di guerrieri interstellari, riportato in vita da un ricco magnate per scopi oscuri. Insomma, una ricetta affascinante che mischia un po’ di Blade Runner, un po’ di Ghost in the Shell, un bel po’ di Black Mirror (altra serie cult di Netflix) e tanta, ma tanta paura del futuro. 

Nonostante queste premesse, guarderò Altered Carbon con ancora più interesse: primo perché Netflix ha dalla sua delle menti creative davvero brillanti (vedi i fratelli Duffer), secondo perché conoscendo il gigante dello streaming, c’è il rischio che il risultato sia davvero il mind-blowing cocktail promesso. Altered Carbon arriva il 2 febbraio 2018, in esclusiva su Netflix.


Nato nel medioevo videoludico, i fantastici anni ’80, Amedeo è cresciuto con i grandi classici del gaming, passando per tutte le console sulle quali riuscisse a mettere le mani. Appassionato fino alla morte di Star Wars e The Witcher, vive fra mondi fatti di LEGO e GDR cartacei. Nel tempo libero gli piace dare legnate in palestra e leggere libri.

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