All the Delicate Duplicates – Recensione

All the Delicate Duplicates – Recensione
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Pur essendo del parere che “l’abito non fa il monaco”, non possiamo rinnegare il fatto che la maggior parte delle volte l’identità di un gioco può trapelare da uno screenshot o comunque da un semplice dettaglio estetico. Questo è proprio quello che è successo tra noi ed All the Delicates Duplicates. Un paio di screenshot da cui si evincevano due cose: il genere, quello delle avventure moderne, quello dei walking simulator, e poi quello stile “alternativo, strano” che ci ha fatto capire che non ci trovavamo di fronte ad un’opera banale, ma a qualcosa di diverso.

In effetti pensavamo che lo stile narrativo di Virginia fosse strano, ma solo dopo aver giocato ad All the Delicates Duplicates ci siamo resi conto di quanto il genere possa consentire agli sviluppatori di creare trame non lineari, di spingersi al di là dei canoni conosciuti. Tuttavia non necessariamente la ricerca di qualcosa di nuovo porta a buoni risultati, dipende forse anche da quanto ci si spinga lontani da ciò che siamo abituati a vedere e giocare. All the Delicates Duplicates si spinge molto in là, non tanto per le ambientazioni oniriche, quanto proprio per la struttura narrativa del gioco.

Trattandosi di un gioco che richiede all’incirca tre ore per essere completato, preferiamo limitarci a dirvi che la storia parla di un padre, John, ingegnere informatico, di sua figlia Charlotte e dell’ombra della moglie defunta, Mo, che in qualche modo continua ad essere presente nelle loro vite e nella loro casa. Il resto della storia, il modo in cui la trama si dipana lo lasciamo a voi, in tutti i sensi.

Infatti il modo in cui ricomporrete “il puzzle” di All the Delicate Duplicates sta a voi ed alla vostra capacità esplorativa, ma soprattutto alla vostra voglia di leggere e scoprire nuovi dettagli attraverso un oggetto, un simbolo od una frase. In pratica vi ritroverete ad esplorare in diverse collocazioni temporali la vostra casa, e potrete farlo nel modo in cui meglio credete. Potete andare in una stanza piuttosto che in un’altra, potrete leggere ciò che è scritto in un libro, diario o smartphone, ma potete anche non farlo. Vedrete come un ambiente è cambiato nel corso degli anni in base agli avvenimenti che sono accaduti, ma forse è proprio grazie a quei cambiamenti che capirete cosa è accaduto. Più esplorerete, più cose farete (ma non pensate chissà quali e quante cose ci siano da fare eh) e più dettagli verranno fuori. Ma l’ordine in cui verranno fuori, dipende appunto da voi e da quando interagirete con quell’oggetto.

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Nonostante qualche piccolo enigma si celi nel gioco, la maggior parte del tempo in All the Delicate Duplicates la passerete a leggere: da ciò che è scritto nella casa a ciò che appare sotto forma di testi fluttuanti, ci quali racchiudono anch’essi dettagli sulla trama.

Il fatto che il gioco sia completamente in inglese non aiuta chi non lo conosce bene, o chi semplicemente non ha voglia di sforzarsi a leggere tanti testi in una lingua non propria. La lettura poi non si ferma solo al gioco in sé. Nel menù iniziale, subito dopo la main story, troviamo l’opzione “Back (And Forth) Story”, il che non è altro che un link ad alcuni documenti consultabili in rete, che raccontano ed ampliano la storia, da un’altra prospettiva. Senza dubbio un buon modo per espandere l’esperienza, ma c’è da dire che queste letture rappresentano una tappa quasi obbligatoria per poter comprendere appieno i fatti.

L’obiettivo del gioco è quello: esplorare, leggere, scoprire e poi ricomporre il tutto.

Vista la sua struttura narrativa, l’esperienza di gioco potrebbe quindi variare da persona a persona ed il gioco potrebbe esser sia visto come qualcosa di visionario, sia come un gioco su cui non vale la pena perder tempo. Sicuramente, come detto prima, l’aspetto linguistico potrebbe ostacolare una piena comprensione della trama, o allontanare qualche giocatore. Ma non è solo quello che può cambiare l’esperienza: non essendoci una trama lineare, essa potrebbe svilupparsi (o non) in momenti e modi diversi, suscitando quindi reazioni altrettanto diversificate.

Per quanto ci riguarda, sapevamo di approcciarci a qualcosa di strano, ad un’esperienza nuova, e per quanto l’idea di lasciare al giocatore “le redini” dello sviluppo della trama non ci sia dispiaciuta, non abbiamo avuto quell’impatto emotivo che ci aspettavamo da un gioco simile. Ci piace anche la possibilità di ampliare le nostre conoscenze su diversi fronti mediatici (abbiamo giocato il gioco su PC e poi abbiamo letto su smartphone i documenti “extra”), ma forse svelano dettagli troppo importanti ai fini della comprensione complessiva, per esser relegati alla forma di documento.

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Di certo soffermarci a giudicare la parte tecnica di All the Delicate Duplicates potrebbe sembrare inappropriato, ma si tratta pur sempre di un videogioco. Se da un lato le ambientazioni che ci hanno colpito a prima vista, permangono molto belle, misteriose ed affascinanti, non possiamo dire che il motore grafico faccia gridare al miracolo. Nonostante avessimo una GTX 1080, anche in risoluzione 1920×1080 il gioco non era fluido ed abbiamo dovuto abbassare il dettaglio grafico (cosa che tra l’altro si può decidere solo in fase di avvio del gioco).

Nulla di così grave da compromettere l’esperienza da questo punto di vista, però ecco, è un peccato visto appunto lo stile particolarmente artistico e “gradevole alla vista”. Le musiche, seppur d’atmosfera, purtroppo non diventano mai protagoniste, restando relegate a mero sottofondo musicale.

Una buona idea, che non è stata bilanciata nel migliore dei modi

Parte dell’avventura la passeremo in una landa desolata, una sorta di mondo dei sogni che potremo continuare ad esplorare una volta finito il gioco, attraverso una modalità specifica, per ritrovare alcuni oggetti e scoprire altri dettagli sulla trama. In fondo l’obiettivo del gioco è quello: esplorare, leggere, scoprire e poi ricomporre il tutto.

Conclusioni

All the Delicate Duplicates è uno di quei giochi che promuovere o bocciare sarebbe sempre e comunque ingiusto. Mai come in questo caso l’esperienza varia in base all’approccio del giocatore, che sceglie cosa e quanto scoprire del gioco, il quale in base a quello poi rivela o non, parte della trama, che resta comunque il fulcro del gioco.
Quello che leggerete nel gioco, così come nei frammenti che troverete sul sito internet dedicato sono il vero puzzle: è solo attraverso tutto ciò che potrete ricostruire ciò che è successo e quindi comprendere appieno il significato dell’esperienza.

All the Delicate Duplicates è un’avventura moderna, che forse sarebbe meglio chiamare avanguardista, che va vissuta attraverso diversi media e che proprio per questo potrebbe non piacere a tutti. Una buona idea, che non è stata bilanciata nel migliore dei modi, visto che ciò che è svelato al di fuori del gioco è essenziale per una piena comprensione.

Durante la nostra prova ci sono stati dei momenti in cui l’avventura è riuscita a trasportarci, in cui la trama ci ha tenuto sulle spine, ma nel complesso quello che ci è rimasto alla fine è davvero poco; forse perché siamo tra quelli che non sono riusciti a “comprenderlo” appieno, e ci dispiace. Se amate le avventure e vi stuzzicano quelle sperimentali, date pure una chance ad All the Delicate Duplicates, che trovate su SteamMa se non amate leggere e soprattutto non in inglese, sperate che venga localizzato in italiano, prima di dargli una chance.

Good

  • Stile grafico ispirato
  • Bella l'idea di sviluppare la trama attraverso diversi media

Bad

  • Purtroppo però è essenziale leggere tutto per comprenderla
  • Troppo breve l'esperienza giocata
6.1

Discreto

E' passato troppo tempo per ricordare il mio primo approccio al mondo videoludico... Limpido è invece il ricordo della prima console, un Atari 2600, e dei giorni interi passati a giocarci. Da allora sono cambiate molte cose: i videogiochi sono diventati il mio lavoro, non ho più tutto quel tempo per giocarli ed ormai sono pochi quelli che mi lasciano a bocca aperta. Ma al di là di tutto, l'amore c’è ancora, così come la voglia di arrivare un giorno a crearne uno… Ecco, se non si fosse capito, sono un eterno “sognatore"!

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