Adr1ft – Recensione (Versione PS4)

Gravity

Adr1ft – Recensione (Versione PS4)
Adr1ft – Recensione (Versione PS4)

Lo spazio è estremamente affascinante: è infinito, misterioso, buio e silenzioso e per nulla vicino alla vita quotidiana che affrontiamo sulla Terra. Raccontare storie nello spazio è sempre stata una grande passione per i creativi di tutto il mondo, e Adr1ft fa parte di questa famiglia, pur abbandonando la fantascienza di uno Star Wars a caso e abbracciando un’esperienza più realistica come il Gravity di Alfonso Cuarón. Il titolo dei ragazzi di Three One Zero racconta infatti una storia normale, scevra da quegli elementi eccessivamente fantastici e più vicina ad una realtà possibile, di una stazione spaziale orbitante vicino alla Terra, che a causa di un devastante incidente vede le vite dei suoi astronauti appese ad un sottile e terrificante filo.

La storia del comandante Alex Oshima inizia così, al risveglio dal terribile incidente che ha devastato la stazione, uccidendo l’equipaggio e distruggendo gran parte delle strutture, rendendo di fatto la nostra avventura una corsa contro il tempo, contro la stretta di morte del vuoto spaziale. Più vicino a Gravity quindi, anche per quanto riguarda la vera e propria trama, raccontata attraverso note audio sparse per la stazione ed una serie di terminali, che svelano i retroscena legati ai personaggi secondari e al nostro protagonista, svelando mano a mano la catena di eventi che ha portato alla distruzione della gigantesca stazione.

Nonostante un incipit interessante, anche a livello psicologico, il racconto appare un po’ raffazzonato, raccontato in modo poco sapiente e noioso, perché per raccogliere tutti i pezzi della vicenda sarà importante esplorare la stazione in lungo e in largo, e come vedremo tra poco, non è un’operazione proprio divertente. Ciò che si prefigge di fare Adr1ft in maniera più “intellettualmente onesta” è offrire al giocatore un’esperienza, una FPX (First Person Experience) come la chiamano gli sviluppatori: un’avventura dal realismo sfrenato che immerga i giocatori in un contesto terrificante e meraviglioso, che solo attraverso i videogiochi è possibile vivere in modo così personale.

adr1ft space

L’esperienza passa quindi dal gameplay, con la gravità zero a farla da padrone ed una serie di interessanti escamotage per allontanare il titolo da un walking simulator qualunque, dandogli senso e un’identità ben precisa. Con una buona mappatura dei comandi, che ci permette di gestire la propulsione della tuta EVA attraverso i tasti dorsali e di interagire con l’ambiente con alcuni tasti specifici, la sensazione di essere davvero nello spazio è tangibile, con la tuta che si rompe ad ogni nostro colpo e l’ossigeno da tenere sempre sott’occhio, pena il game over. Proprio intorno a quest’ultimo ruota l’aspetto “ludico” di Adr1ft, con una continua e spasmodica ricerca di bombolette di ossigeno per poter proseguire la nostra traversata fluttuando tra i rottami della stazione e lo spazio profondo, meravigliosamente incorniciato dall’Unreal Engine 4, vero protagonista di questa controversa esperienza.

Questo perché, al di là delle bellezze legate all’esplorazione, il titolo si presenta come un’avventura abbastanza piatta e noiosa, dal ritmo lento e privo di qualsiasi climax o evento che dia uno scossone al giocatore durante l’ennesima sezione di riparazione dei sistemi energetici della stazione orbitale. Seppur breve, Adr1ft non funziona né come gioco né come racconto interattivo, piagato anche dai sottotitoli (in italiano) dalle dimensioni semplicemente ingestibili a meno di avere uno schermo di dimensioni generose.

La sensazione di essere davvero nello spazio è tangibile

La sensazione è quindi che l’esperienza (intesa dagli sviluppatori) di immedesimazione in una realtà unica come quella dello spazio, sia realizzabile solo attraverso la VR, un visore di realtà virtuale come Oculus o Playstation VR che permetta di vivere davvero quelle sensazioni nel modo più realistico possibile. Senza tutto ciò Adr1ft non riesce proprio a convincere, apparendo come un’occasione sprecata su tutta la linea: non aiuta alla versione Playstation 4 la mancanza di un futuro supporto a Playstation VR, per ora non previsto dagli sviluppatori, che avrebbe sicuramente dato un altro peso alla FPX di Three One Zero.

Graficamente, come avevamo precedentemente suggerito, il titolo è di grande impatto, con una resa della fisica e delle superfici davvero realistica e una ottima gestione dei particellari, dei rottami e delle polveri che si muovono a gravità zero, restituendo una grande atmosfera e la sensazione di trovarsi davvero lassù, insieme alle stelle e alla bellissima sagoma della Terra. Peccato, insomma, per tutto il resto.

Conclusioni

Adr1ft è un’esperienza visiva ed esplorativa e, purtroppo, poco altro: quando prova ad essere videogioco fallisce miseramente, assegnando al giocatore obiettivi ripetitivi e poco stimolanti accompagnati da una narrazione marginale e mal gestita. Adr1ft appare quindi come un titolo espressamente pensato per la VR, nei movimenti e nella gestione dei comandi, che purtroppo non può trovare sfogo nella sua versione Playstation 4, per il momento orfana di Playstation VR e anche in quel caso priva di supporto.

Il titolo Three One Zero è incredibilmente affascinante da un punto di vista visivo, ed è qui che brilla maggiormente, grazie ad un sapiente uso dell’Unreal Engine 4. Tutto il resto, invece, è semplicemente dimenticabile.

Good

  • Grande atmosfera
  • Visivamente d'impatto

Bad

  • Narrazione marginale
  • Gameplay ripetitivo e noioso
  • Non è previsto il supporto a Playstation VR
  • Sottotitoli di difficile lettura
6

Discreto

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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