… we got fun ‘n’ games!
Che il sottoscritto sia un Nerd è risaputo: parlare di videogame, giocare a videogame, osservare videogame, scrivere di videogame… Insomma, videogame. E poi fumetti, gadgets e molto altro “blablabla” che conoscete bene.
Di ritorno da Londra, però, c’è stato qualche pensiero riguardo alle differenze del mondo videoludico tra l’Italia e l’estero. Ok che non si parla di Giappone o qualche altro Paese dove la tecnologia la iniettano in vena, ma nella “Capital City of Great Britain” sono attrezzati “tenuemente a dovere”.
Da Camden Town, il quartiere “Punk” per eccellenza, fino a Piccadilly Circus, se si è attenti, si può notare l’influenza dei videogame e di ciò che si concatena, siano essi proiettati su enormi schermi da trilioni di pollici che piccoli gadget dimenticati nell’angolo di qualche vetrina, perfettamente inglobati nella cultura e nella società frenetica che si palesa per le vie.
“Facile dire così, sei stato a Londra, una metropoli…” (Beh, stiamo comunque parlando di uno dei mercati di riferimento del settore. NdDye)
Girando per negozi di vestiti si ripropone dalla notte dei tempi, il classico cliché dell’uomo che si annoia, nevvero? Magari rimanendo immobile come una statua di granito fuori dal negozio, con la sigaretta accesa e lo sguardo perso chissà dove. In un negozio, di cui purtroppo non ricordo il nome, al piano terra era possibile giocare a Sonic e Street Fighter, i capitoli più “pixellosi e old school”, gratuitamente, per evitare la morte cerebrale durante lo shopping femminile.
(Disclaimer: care lettrici di GameSoul, siete ufficialmente autorizzate a linciare il nostro Zack, per quest’ultima frase. NdDye) 😉
Tutto molto bello, in poche parole.
Se solo si desse più importanza a tutto ciò che ruota intorno al gaming anche da noi…
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