Touhou Genso Wanderer -Recensione

Touhou Genso Wanderer -Recensione
Touhou Genso Wanderer -Recensione

Era il lontano 1996 quando un giovane giapponese chiamato Junya Ota, in arte ZUN, sponsorizzava in giro tra i vari Comiket Touhou Project, un simpatico clone di Arkanoid per l’arcaico PC-98.
Creato dal Team Shanghai Alice di cui ZUN era l’unico membro, Touhou Project nasce quindi dal sogno di un ragazzo che inseguiva l’aspirazione di lavorare nell’industria videoludica, un sogno che senza non pochi sacrifici ha premiato la tenacia di Junya solamente una decina di anni dopo dal lancio del suo primo gioco.
Nel 2006 circa infatti, Touhou, rinato come shoot’em up su Windows, iniziò finalmente a riscuotere un grandissimo successo fra il pubblico nipponico e, poco dopo, il fenomeno arrivò anche in occidente grazie a un grande passa parola su internet e alle traduzioni dei giochi fatte dai fan.
Touhou oggi è una della serie indie più prolifiche di sempre seguita da tantissimi appassionati che, supportati da ZUN stesso, continuano a creare manga, light novel e addirittura dei veri e propri videogiochi di pregevole fattura con protagonisti Reimu&Co.
Touhou Genso Wanderer è proprio uno di questi giochi fanmade creato da uno studio indie denominato AQUA STYLE e arrivato miracolosamente nei nostri lidi grazie a NIS America la quale, diversi mesi fa, ha localizzato anche il poco riuscito Touhou Genso Rondo: Bullet Ballet di CUBETYPE.

Questa volta sarà andata un po’ meglio per Touhou in occidente? Scopriamolo assieme!

Bentornati nel Gensokyo, una magica terra popolata da demoni giapponesi, i così detti “yokai”, mostri tipici della cultura folcloristica del Sol Levante. Dal famoso kappa al tanuki passando per altre creature estremamente bizzarre, in Touhou li ritroverete tutti.
Poche persone hanno visto questo mondo poiché, per raggiungere il Gensokyo, è necessario attraversare un portale segreto custodito da una giovane sacerdotessa umana chiamata Reimu Hakurei, grazie ai suoi poteri la terra dorme sonni tranquilli e nessun demone osa creare scompiglio.

La nostra Reimu però non è infallibile e questa volta ha combinato davvero un grosso guaio, risvegliando involontariamente un’entità malvagia che ha preso il possesso del corpo dell’amico Rinnosuke Morichika. Impotente di fronte a ciò, la sacerdotessa è stata costretta a battere in ritirata ed a cercare una soluzione per salvare Rinnosuke.
Touhou Genso Wanderer inizia con questa semplice premessa mostrata agli occhi del giocatore in un filmato introduttivo lasciato purtroppo in lingua giapponese, un errore di localizzazione che speriamo verrà immediatamente corretto con una patch al day one.

La premessa della trama è molto banale e purtroppo la storia non migliora andando avanti con il gioco.

L’avventura è quindi ambientata ancora una volta nel misterioso Gensokyo ma con la novità di poterlo esplorare in pieno stile roguelike, un genere reso famoso dalla serie Mystery Dungeon. Per chi non la conoscesse, si tratta di un tipo di gioco caratterizzato dalla presenza di dungeon generati casualmente in cui il personaggio controllato dal giocatore e i nemici si muovono e combattono a turni. In caso di sconfitta, il giocatore viene penalizzato con la perdita di parte degli oggetti dell’inventario e costretto a ripartire dal primo piano del dungeon.

In Touhou Genso Wanderer ritroviamo tali elementi. Il giocatore, seguendo l’azione dall’alto e vestendo i panni di Reimu, è chiamato a esplorare delle stanze create in maniera casuale e popolate da nemici che cercano di ostacolare la scalata dell’eroina.
Imbattendosi in uno yokai nemico, Reimu può optare per un attacco ravvicinato con un’arma equipaggiata oppure sparando da lontano dei danmaku, proiettili tipici di Touhou, se in possesso di abbastanza P Items raccolti precedentemente in giro per il livello o ottenuti come premio per aver sconfitto uno yokai. Tutta l’azione avviene a turni e non in tempo reale.
Girovagando per le stanze Reimu è in grado di muoversi in qualsiasi direzione ma deve fare attenzione non solo ai suoi avversari ma anche alle trappole invisibili disseminate un po’ ovunque, mettere il piede su una di queste significa ad esempio perdere dei punti vita o, nei peggiori casi, di ritrovarsi circondati da una decina di yokai avversari.

La piccola sacerdotessa non è sola però, nei dungeon può essere accompagnata da un ulteriore personaggio fra i sei disponibili. La differenza tra le compagne fra cui scegliere rende il gameplay un po’ più variegato, optare per la buffa Futo garantisce, ad esempio, il potere di scatenare muri di fiamme, mentre, per un approccio più stealth, c’è Satori che permette di diventare invisibili per alcuni secondi e così via.
Anche i nemici hanno una propria caratterizzazione non solo al livello estetico ma a seconda del tipo di abilità possedute e per le loro debolezze o punti di forza, ci sono avversari che soffrono di più gli attacchi basati sui proiettili e altri meno, alcuni sono specializzati nella magia e altri nel combattimento corpo a corpo, le varianti sono molteplici.
In Touhou Genso Wanderer strategia e fortuna vanno quindi a braccetto sebbene quest’ultima componente risulti un po’ più preponderante poiché, come accennato in precedenza, cadere casualmente in una trappola o finire in una stanza particolarmente ostica può essere fatale anche per il giocatore più preparato.
Ottenere un game over è una vera e propria disgrazia perché Reimu e amiche combattendo salgono di livello diventando più forti, ma in caso di disfatta i progressi fatti si resettano completamente. Immaginate quindi di essere arrivati al dungeon finale e di subire una sconfitta, il gioco senza alcuna pietà vi farà ricominciare con le statistiche possedute a inizio gioco. Solamente gli oggetti e il denaro non vengono perduti, una mera consolazione che comunque non dissipa l’amarezza di dover ricominciare tutto d’accapo o quasi.

Touhou Genso Wanderer è un roguelike molto ostico in cui i game over ingiusti sono all’ordine del giorno.”

Quando si è stanchi di esplorare i dungeon è possibile prendersi un momento di pausa al villaggio degli yokai, abitato da demoni amichevoli pronti ad aiutare Reimu nella sua missione.
Qui sono in vendita le preziose pozioni per recuperare punti vita e l’indispensabile cibo per il viaggio, morire di fame è un’altra causa di game over estremamente poco piacevole.
Oltre ad essere un posto dove fare rifornimenti, il villaggio ospita anche una delle funzioni più importanti del gioco, ovvero, la Nito Fusion. Se in possesso di sufficenti punti Nito, ottenibili dai nemici sconfitti, e dei materiali giusti si possono potenziare armi e armature. L’equipaggiamento disponibile è variegato e certe volte anche burlesco, è possibile usare ad esempio un ombrello come arma offensiva, un cappello da strega in veste di elmo e altri improbabili oggetti oltre alle classiche e immancabili spade. Tutte idee simpatiche rappresentate, purtroppo, in maniera molto povera da modelli 3D poco dettagliati e animati in maniera abbozzata, non si salvano neanche le ambientazioni 2D molto piatte e ripetitive. Fortunatamente almeno gli artwork in stile anime sono estremamente curati e gradevoli alla vista.
Bocciato anche il comparto sonoro su cui Touhou Genso Wanderer casca di nuovo malamente. Le musiche presenti sono tutte molto banali e facilmente dimenticabili, si salva solamente il doppiaggio giapponese di discreta qualità.

 

Conclusioni

Touhou Genso Wanderer è un roguelike impegnativo ed estremamente punitivo. I simpatici personaggi di Touhou purtroppo non bastano a risollevare un gioco frustrante e antiquato sia sotto il punto di vista tecnico che  grafico.
La frustrazione generata da questo titolo nasce dal dover ricominciare il gioco d’accapo, o quasi, a ogni game over. Un sistema che rovina l’intera esperienza offerta da Touhou rendendo ogni partita un incubo dove una disattenzione o un livello particolarmente ostico da superare resetta ore e ore di progressi.

Solo i fan più sfegatati della serie potranno forse trovare un minimo di attrattiva in questo titolo, per tale motivo, consigliamo Touhou Genso Wanderer solamente a chi ha una grande pazienza oltre a un amore spropositato per Reimu e amici.

Good

  • Una trasposizione del mondo e dei personaggi di Touhou fedele alla serie originale.
  • Gli artwork in versione anime sono di ottima fattura.

Bad

  • Il livello di difficoltà è calibrato male rendendo l'esperienza di gioco frustrante.
  • ...ma ciò non si può dire delle texture e dei modelli poligonali estremamente scarni di dettagli.
  • La storia principale è banale e prolissa.
4.5

Brutto

Insistere per avere un Game Boy nel lontano 1998 è stata una delle migliori idee che abbia mai avuto, da allora non si è più allontana dal mondo videoludico. Più allenatrice di Pokémon che studentessa, quando il dovere la chiama studia giapponese, in realtà il secondo fine è capire la trama dei suoi JRPG preferiti.

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