The Walking Dead: The Final Season – Recensione Ep. 2

Il necrologio di Telltale?

The Walking Dead: The Final Season
The Walking Dead

In The Walking Dead: The Final Season, Clementine ormai diventata una fiera e provetta superstite, è giunta all'ultimo capitolo del suo viaggio. Dopo anni di peripezie e minacce viventi e non morte, una scuola isolata dal mondo potrebbe finalmente diventare la sua casa. Clem deve costruirsi una vita e dimostrare capacità da leader, prendendosi allo stesso tempo cura di AJ, il ragazzino orfano che rappresenta la sua unica famiglia da quando è partita.

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The Walking Dead è tornato, forse per un’ultima volta. La tragedia che ha colpito Telltale Games ha avuto un impatto diretto su tutti i progetti della casa di San Rafael, compresa la sua serie più importante e iconica. Quanto la chiusura dello studio principale influirà sull’ultima stagione di The Walking Dead non è ancora dato saperlo, ma c’è il serio rischio che Suffer the Children sia l’ultimo episodio di questa importante serie videoludica. Certo, è possibile che Skybound Entertainment, che ha in mano l’IP di The Walking Dead, voglia arrivare a una degna conclusione per Clementine e AJ. Tuttavia è ancora presto per dirlo; quello che è chiaro è che lo sviluppo della stagione finale di The Walking Dead non potrà comunque procedere come pianificato.

Quanto accaduto a Telltale Games è sicuramente triste, ma non può e non deve impedirci di dare un giudizio oggettivo anche su quest’ultimo (?) episodio, che porta avanti ulteriormente le complicate vite di Clementine e AJ, due sopravvissuti ancora troppo giovani per il crudele mondo post-apocalittico di The Walking Dead. Purtroppo per noi, questo episodio fallisce nell’essere il canto del cigno di Telltale Games, rivelandosi un’aggiunta poco più che mediocre alla serie. Ma andiamo con ordine. Vi avvisiamo però che questa recensione contiene spoiler dell’episodio precedente, pertanto se non avete ancora giocato a “Basta Scappare” vi invitiamo a recuperare il primo capitolo e interrompere la lettura.

Abbiamo lasciato Clementine e AJ dopo un’evento traumatico che ha cambiato l’equilibro dei rapporti nella scuola Ericson, un’accademia caduta in disgrazia dopo l’apocalisse zombie e diventata un rifugio per gli ex-alunni sopravvissuti. Dopo l’inevitabile morte del loro leader, i “bimbi perduti” della Ericson danno la colpa di quanto accaduto a Clementine e AJ, premendo ovviamente di più su quest’ultimo, vero fautore della dipartita di Marlon.

The Walking Dead

Le conseguenze di quel gesto cambieranno in maniera duratura il rapporto che AJ ha con il resto del mondo, Clementine compresa. Anche la stessa comunità di Ericson ci vedrà con occhi diversi, costringendoci a ingoiare un amaro boccone. In generale si può dire che la storia di Clementine e AJ viene approfondita, ed entriamo più in contatto con i due personaggi e le loro paure e insicurezze. Il grosso problema di questo episodio è la mancanza di progressione nella storyline principale, che sembra quasi venire accantonata per la maggior parte del tempo a favore di un’introspezione più o meno necessaria per Clementine e la sua piccola controparte. Certo, quanto visto aiuta a comprendere meglio la nostra coraggiosa protagonista e a dare un contesto più interessante alle sue scelte, tuttavia avrei voluto saperne di più anche su altri personaggi, come James, un ragazzo in grado di camminare fra i non morti. Gli amanti della prima stagione gradiranno il grande ritorno di un personaggio, che purtroppo però non viene sufficientemente approfondito.

Ovviamente questo è The Walking Dead, e non mancheranno momenti dedicati ai non morti e alla violenza più in generale. Nonostante le teste spaccate e gli zombie presi a coltellate, trovo però si sia perso quel momento di orrore più intimo che invece aveva convinto nel primo episodio con la terribile morte di Brody e la sua conseguente trasformazione in non-morta. Ci sono momenti di tensione, dovuti più che altro alla presenza di un personaggio tornato dal passato di Clem, e in “Suffer the Children” c’è anche spazio per il romanticismo, anche se breve e fugace.

Questo episodio fallisce nell’essere il canto del cigno di Telltale Games

The Walking Dead continua invece a zoppicare (come uno zombie) dal lato tecnico. Oltre ai già noti cali di framerate del primo episodio, abbiamo notato dei veri e propri microfreeze durante le scene d’azione, i quali rovinano terribilmente il pathos e anche l’esperienza di gioco, portandovi spesso a una morte prematura e a tanta frustrazione. Le sessioni di combattimento sono abbastanza piatte e poco memorabili, basate quasi sempre sul classico sistema a quick time event che oramai conosciamo fin troppo bene. Più in generale, The Walking Dead dà il meglio di sé (come era prevedibile) con i dialoghi e le interazioni con i diversi personaggi, piuttosto che con le scene d’azione.

Il gioco eccelle invece (come al solito) sul comparto sonoro. Le musiche riescono a evocare molto facilmente le desolanti e solitarie ambientazioni di The Walking Dead, che richiamano solitudine e dolore. Inutile sottolineare l’ottimo lavoro dei doppiatori e a tal riguardo non mi stancherò mai di dire che Melissa Hutchinson, la voce di Clementine, è il pilastro portante di The Walking Dead, e con la sua interpretazione riesce con facilità a dare profondità e credibilità a un personaggio che riesce praticamente da solo a reggere l’intera baracca. Le due orette necessarie per completare “Suffer the Children” passano piuttosto in fretta e vi lasceranno l’amaro in bocca, un po’ per il finale dell’episodio e un po’ perché non sappiamo se questa sarà davvero l’ultima iterazione del franchise.

Conclusioni

Mi è parso che questo episodio sia stato confezionato con molta fretta, perché i problemi tecnici che ha nascondono forse qualcuno dei tanti problemi che hanno portato al collasso di Telltale Games. Per quanto Suffer The Children non sia il capolavoro finale dello studio californiano, rimane comunque un pezzo abbastanza importante nella storia di Clementine, e spero davvero di poterne vedere la fine.

Per ora questa stagione è sicuramente interessante ma anche piuttosto lenta e riflessiva. Le basi per una seconda metà della stagione più forte, terrificante e adrenalinica ci sono tutte, ma la possibilità concreta di vedere questi semi fiorire è davvero bassa. L’unica speranza per i giocatori è che Skybound Entertainment riesca a chiudere un accordo per portare a termine la storia di Clementine, anche solo con un episodio conclusivo aggiuntivo prima di dire addio una volta per tutte alla fabbrica di sogni che era Telltale Games.

Good

  • Alcuni interessanti risvolti per la trama
  • Performance di doppiaggio ottime
  • Clementine è fantastica...

Bad

  • ...Ma da sola non basta
  • Diversi problemi tecnici
Nato nel medioevo videoludico, i fantastici anni ’80, Amedeo è cresciuto con i grandi classici del gaming, passando per tutte le console sulle quali riuscisse a mettere le mani. Appassionato fino alla morte di Star Wars e The Witcher, vive fra mondi fatti di LEGO e GDR cartacei. Nel tempo libero gli piace dare legnate in palestra e leggere libri.

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