Spike Volleyball – Recensione

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Non è mica colpa dell'alzatore!

Spike Volleyball – Recensione
Spike Volleyball
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Le simulazioni sportive, a parte gli immancabili appuntamenti con l’NBA e il calcio, sono diventate quasi un’oasi nel vasto deserto del gaming.

Eppure qualcuno ha provato a diversificare l’offerta, cercando di proporre sport che mancavano da ormai troppo tempo nel nostro settore, ma con scarsi risultati: un esempio è Tennis World Tour. La speranza è l’ultima a morire e in questi anni ho sempre sperato di assistere a nuovi grandi ritorni.

Fin quando non ho scoperto Spike Volleyball, un vero e proprio ritorno alla simulazione pallavolistica indoor (maschile e femminile) che, almeno nei primi momenti, mi ha riportato alla mente il tempo trascorso con Women’s Volleyball Championship per PlayStation 2.

E qui casca l’asino, poiché solo apparentemente mi ero illuso che potesse essere così, ed è un vero e proprio peccato.

Senza giri di parole vi dirò che Spike Volleyball è probabilmente uno dei giochi più “buggati” che ho avuto modo di provare, che non sempre premia l’abilità del giocatore e talvolta lascia anche quel senso di innegabile frustrazione.

È un peccato, perché si sente davvero il bisogno di un videogioco così, se si è amanti del genere, ma quando si finisce col rimpiangere quel Women’s Volleyball Championship di circa 10 anni fa, allora potete capire bene cosa intendo.

Spike Volleyball

Come ben saprete la pallavolo è uno sport molto strategico e basato su svariati schemi di gioco. Il gameplay di Spike Volleyball è concepito su questa caratteristica, tramite movimento e pressione tempestiva dei tasti per permettere ai vari giocatori di effettuare le tecniche più svariate e precise possibili.

E l’idea messa in campo è convincente, perché trattandosi di un sport tattico occorre osservare per bene il movimento dei compagni e capire da che lato effettuare la schiacciata vincente. La tempistica è molto importante e non è tutto limitato allo spingere tasti a caso, altrimenti pagherete pegno.

Senza scendere troppo nei dettagli tecnici sappiate che le formazioni sono ben gestite e vi permettono di valutare al meglio la vostra azione, puntando sulla potenza o sulla tecnica, o magari tutto dalla seconda linea. Sono rimasto piacevolmente sorpreso sotto questo punto di vista.

Spike Volleyball al momento è un concentrato di difetti

Purtroppo adesso arrivano quelle note stonate che rovinano la sinfonia. Fin dal primo match che disputerete noterete infatti dei difetti che vi faranno storcere il naso: compenetrazioni, palla che non impatta sulle mani dei giocatori, ritardi nei movimenti ed errori che a volte non derivano dalla scarsa abilità del giocatore.

Ipotizziamo di chiudere un occhio su queste mancanze, che potrebbero anche essere risolte con una patch, e a valutare lucidamente tutta l’esperienza nella sua completezza: sono rimasto molto deluso dalla mancanza di una “vera” e propria modalità carriera, in cui è possibile far crescere il proprio atleta, personalizzarlo e portarlo all’agognata vittoria (magari con un vero e proprio sistema di progressione).

Spike Volleyball

La carriera a cui potrete partecipare in Spike Volleyball è limitata alla personalizzazione (estetica) di una delle 50 squadre nazionali disponibili, all’ingaggio di osservatori e agenti, e all’acquisto di nuovi atleti per vincere i tornei.

Dimenticate di allenare i vostri pupilli perché non esiste nessuna modalità per farlo, e comunque non miglioreranno le loro statistiche. L’unico modo è quello di acquistare nuovi atleti e vendere quelli più scarsi.

Voglio tornare un attimo sul gameplay per esprimere,con il cuore in mano, tutto il mio disappunto. Lo stile di gioco può piacere o non piacere, questo è lecito, ma non è ammissibile che a volte non si riesca a comprendere cosa si stia facendo in partita a causa di rallentamenti del tutto inspiegabili.

Mi è capitato di non riuscire a seguire la palla, ritrovandomela contro la rete o addirittura in una posizione completamente diversa rispetto a quella del mio movimento.

Una produzione non all’altezza delle aspettative

Le altre modalità permettono di partecipare a singoli tornei, partite in multigiocatore locale o online. Per quanto riguarda l’online sono riuscito a fare una sola partita con un altro giocatore e i problemi risultavano molto più evidenti, nonostante stessi sotto fibra ottica. Non aspettatevi di certo una modalità come FIFA o NBA: ne resterete scottati!

Graficamente parlando il titolo di Black Sheep Studio è indietro di qualche generazione e l’aspetto dei vari atleti è decisamente fuori da ogni concezione dell’anatomia umana. La rete a volte si muove in modo quasi innaturale e i vari stadi non brillano per dettagli.

Spike Volleyball

Spike Volleyball al momento è un concentrato di difetti, assolutamente evitabili, qualcosa che mi ha fatto rimpiangere i bug al lancio di Tennis World Tour. Nel 2019 non si può minimamente pensare di pubblicare un gioco del genere, che su carta era anche promettente.

In cabina di regia c’è un piccolo studio, d’accordo, ma è difficile soprassedere su tutti questi problemi. Spero almeno in un rilascio di patch correttive che vadano a migliorare la stabilità generale.

A chi è rivolto Spike Volleyball? A coloro che amano incondizionatamente la pallavolo indoor e che riescano a passare oltre ai tanti bug e a una totale mancanza di licenze.

Conclusioni

È sempre un dispiacere constatare quando una produzione non è all’altezza delle aspettative. Purtroppo non si può soprassedere dinnanzi a uno sviluppo così incerto, pieno di problemi di ogni genere e che compromette l’esperienza e la giocabilità.

Spike Volleyball ha dalla sua un gameplay molto strategico basato sulla tattica, e con uno sforzo in più poteva diventare davvero un buon prodotto, o quantomeno decente. Le varie modalità alla lunga possono stancare, gli atleti non accusano la stanchezza e non migliorano nelle varie competizioni.

Purtroppo non si può promuovere un lancio così, che potrebbe piacere solo agli amanti di questo sport in completa astinenza dalla pallavolo digitale, a patto di scendere a grossi compromessi.

Good

  • Un gameplay strategico e basato sulla tattica

Bad

  • Evidenti problemi tecnici e bug visivi
  • Graficamente indietro di generazioni
  • Modalità di gioco non proprio convincenti
  • Assenza di ogni tipo di licenza
  • Dov'è finita la telecronaca completa?
4

Brutto

Da quando ha viaggiato nel tempo a bordo della Time Machine DeLorean DMC-12 la sua vita è cambiata radicalmente. Amante dei viaggi del tempo, predilige le console dai tempi del NES.

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