Rez Infinite – Recensione

Il futuro della VR è nel passato?

Rez Infinite – Recensione
rez infinite ps vr

Il leggendario shooter musicale di Tetsuya Mizuguchi, titolo di culto su Dreamcast e PS2, torna in un'incredibile versione rimasterizzata: colonna sonora elettrizzante, grafica a 1080p e supporto alla VR. Pensavate che Rez fosse un'esperienza incredibile? Non avete ancora provato Rez Infinite!

Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:Editore:Versione Testata:

Rez Infinite è una di quelle esperienze che, aveste tra le mani il nuovo PS VR, non dovreste lasciarvi sfuggire per nessuna ragione al mondo. E il motivo è di una semplicità disarmante: in questi primissimi giorni di Realtà Virtuale targata Sony, difficilmente riuscirete a trovare un prodotto più coinvolgente, frenetico e capace di immergervi in un universo di luci pulsanti e musiche sfrenate. Del resto, la creatura di Tetsuya Mizuguchi ci aveva messo poco a divenire oggetto di culto ai tempi di PS2 e Dreamcast: un gameplay semplicissimo con un control schema essenziale, ma una rigiocabilità stellare e quella dote, più unica che rara, di catalizzare i sensi del giocatore all’interno di in un trip psichedelico dove shooting e ritmo si fondevano uno nell’altro.

Ebbene, Rez Infinite è esattamente questo. Quella sviluppata da Enhance Games è una reinterpretazione sublime del titolo originale, che non tradisce per un solo istante il concept originale del proprio modello ispiratore limandone tuttavia alcuni aspetti più “macchinosi”, aggiungendo una modalità extra che, chissà, potrebbe essere un assaggio di un fantomatico Rez 2 ma, cosa più importante, catapulta letteralmente il giocatore all’interno di un vortice cibernetico di musica trance, frattali e strutture fanta-informatiche che piovono da ogni angolo senza posa. Rez Infinite è il Rez che avremmo voluto giocare 15 anni fa, quando il concetto di Realtà Virtuale era ancora una mera utopia: e il risultato finale supera le aspettative più rosee.

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Partiamo con un piccolo, doveroso avvertimento: Rez Infinite è un assalto spietato ai sensi del giocatore. Dovesse essere il titolo di Enhance Games il vostro primo “viaggio” nella realtà virtuale, preparatevi ad essere completamente immersi in un universo mai visto prima. Il titolo, dicevamo, è una “reimmaginazione” del concept originale apparso nel lontano 2001 che offre al giocatore una “visuale” completa a 360 gradi in ambiente virtuale. Le meccaniche di gioco non potrebbero essere più immediate: si puntano gli obiettivi, muovendo la testa nella direzione appropriata o usando lo stick sinistro per alleggerire il carico “visivo” (e prevenire eventuali mal di testa, ancora frequenti in questi giorni iniziali di VR), si mantiene premuto il tasto X sino ad agganciare un massimo di 8 bersagli, e lo si rilascia per colpirli. Niente di più, niente di meno. Nel corso del gioco saranno inoltre disponibili boost per l’overdrive, una sorta di colpo caricato che distrugge automaticamente ogni nemico presente a video, e altri perk che permettono al nostro alter ego di evolvere la propria forma, aumentando in questo modo i punti difesa dagli attacchi nemici.

Ma limitarsi a descrivere le sole meccaniche di gioco, parlando di Rez Infinite, servirebbe a ben poco: è la combinazione di visuali, gameplay ed effetti sonori che rendono questa esperienza pressoché trascendentale. Ogni nostra azione viene corrisposta da un effetto sonoro, un beat o una percussione, che si incastrano quasi per magia nelle colonne sonore elettroniche trance che accompagnano ciascuna delle cinque aree di gioco: esplosioni musicali che, nelle sequenze più avanzate, danno origine ad un meraviglioso “caos armonico” imprevedibile ed estemporaneo, ma estremamente affascinante. Tetsuya Mizuguchi, storico creatore del brand, ha da sempre cercato di creare un’esperienza multisensiorale, che andasse oltre gli occhi e le orecchie: e pare incredibile, ma il tanto bramato senso aptico viene perfettamente raggiunto con il nuovo hardware di casa PlayStation, in un modo mai visto prima e ai limiti dell’eccellenza.

Rez Infinite è un assalto spietato ai sensi del giocatore

Seppur nato con la VR in testa, Rez Infinite funziona bene anche in formato “tradizionale”: certo, l’effetto sorpresa scema rapidamente di fronte al normale televisore, ma la versione aggiornata del titolo originale, con visuali aggiornate e nuova colonna sonora, funziona comunque alla grande. Ma è indossando PS VR che la magia ha inizio, l’immersione raggiunge livelli mai visti prima e quell’universo wireframe entro cui il nostro alter ego si muove diventa vero, reale attorno a noi e ai limiti del tangibile.

Spendiamo due parole aggiuntive sul control schema di Rez Infinite, che – cosa tutto tranne che secondaria – permette al giocatore di impostare anche il livello di “immersione virtuale”, facendo scegliere tra due opzioni rivolte rispettivamente ai neofiti della VR e ai giocatori più scafati. Il titolo offre una soluzione ibrida, demandando – come setup di default – al movimento della testa (e quindi al tracking del visore) il controllo della telecamera e del mirino. Potremo tuttavia rendere le cose leggermente più facili, utilizzando la leva sinistra del pad di PS4 o PS Move per muovere il mirino all’interno dello stage – fermo restante che la rotazione della camera resterà legata al movimento della nostra testa. Sia chiaro, il lavoro richiesto al nostro collo, nel complesso, sarà tutto tranne che esagerato (fattore che limita sensibilmente la possibilità di nausee o fastidi nel corso del gioco): soltanto i boss richiederanno un minimo aggiuntivo di movimento, ma nulla che abbia pregiudicato, almeno nel nostro caso, l’esperienza.

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Rez Infinite offre diverse modalità di gioco, anche se il grosso dell’offerta coincide con la celebre Arcade Mode. Non certo una campionessa di longevità, vista la presenza di 5 aree completabili in poco più di 15 minuti ciascuna, ma non per questo poco coinvolgente o priva di un sano livello di sfida. Ogni area si articola su una successione di 10 livelli, riservando la già citata boss fight al decimo scenario: l’idea alla base di questa struttura è far evolvere il proprio alter ego sino alla forma definitiva, garantendosi in questo modo sufficienti punti difesa e un bonus overdrive significativo per resistere agli attacchi del boss. Attacchi che, se subiti, causeranno una de-voluzione del “PG” sino al game over – evenienza rara nelle prime due aree ma sensibilmente maggiore già attorno al giro di boa.

A quanto appena citato si aggiunge Beyond, una serie di livelli ulteriormente assurdi sbloccabili a campagna terminata, l’immancabile Sfida a Tempo e, sorpresa delle sorprese, una modalità inedita (di un solo livello) che risponde al nome di Area X. Permetteteci di correre un po’ con la fantasia, ma quest’ultima ha tutte le carte in regola per rappresentare un’ipotetica evoluzione, nemmeno così remota, del franchise: avremo ancora a che fare con un “omuncolo” in wireframe in costante evoluzione e il suo fedele mirino, ma stavolta potremo godere di una libertà di movimento totale in 3D, spostandoci avanti e indietro con la pressione di un tasto e ruotando la testa per impartire la direzione preferita. Il risultato, ancora una volta, è a metà strada tra lo spettacolare e lo stupefacente, e immerge ulteriormente in questi scenari psichedelici grazie ad una complessità maggiore del comparto visivo, se paragonata a quella dei livelli standard. Ritrovarsi a “passeggiare” in mezzo a mostri robotici e creature che fluttuano senza gravità in un corridoio di luci e musiche mesmerizzanti, credeteci, è un qualcosa di quasi catartico.

Mesmerizzante, psichedelico, lisergico

E proprio le musiche, a fianco di un comparto visivo eccellente, rappresentano un valore aggiunto tutto tranne che secondario in Rez Infinite. La colonna sonora scelta dal team di sviluppo è semplicemente perfetta, capace di fondersi meravigliosamente sia con l’azione di gioco. sia con gli input sonori che andremo a creare noi stessi premendo il tasto di attacco. Pare incredibile come i beat, i bassi e quegli effetti apparentemente trascurabili legati al nostro gameplay finiscano per arricchire la musica di ciascun livello, dandole forma, sostanza e profondità: una sinestesia musicale unica, che merita assolutamente l’ascolto – specie nei livelli conclusivi. Rez Infinite offre infatti un crescendo musicale azzeccato, che accompagna l’intero playthrough con una progressione sonora incalzante e a tratti lisergica. L’obiettivo di creare un’esperienza che aggradasse quanti più sensi possibile, insomma, è riuscito.

Conclusioni

Mesmerizzante, psichedelico, a tratti persino lisergico. Questo è Rez Infinite, titolo di lancio della nuova tecnologia di casa Sony e, senza dubbio alcuno, esperienza da non perdere per nessuna ragione al mondo dai possessori di PS VR. Questo “remake in realtà virtuale” dell’IP di culto di Mizuguchi vince e convince sotto tutti i punti di vista, controbilanciando una longevità tutto sommato contenuta con una serie di pregi che, se siete arrivati sino a questo punto, dovreste oramai conoscere: visuali impressionanti, giocabilità stellare, ottima rigiocabilità e colonna sonora strepitosa.

Ma dove Rez Infinite stravince è proprio nella sua evoluzione VR: l’opera d’esordio di Enhance Games immerge il giocatore in un universo frenetico, dove frattali, fotogrammi, lampi di luce e creature geometriche fluorescenti si fondono armoniosamente con beat, percussioni elettroniche e musica trance in grado di penetrare il cervello. Rez Infinite è un’enorme opera sensoriale capace di catturare, o forse è il caso di dire rapire, ciascun possessore di PS VR – il tutto senza nemmeno affaticare troppo la vista o indurre fastidi da utilizzo prolungato. La Realtà Virtuale di Sony è al mondo da pochi giorni, ma ha già trovato una killer application imperdibile.

 

Good

  • Stilisticamente strepitoso
  • Colonna sonora magistrale
  • La VR è davvero un valore aggiunto al gameplay

Bad

  • Longevità non eccelsa
9

Superbo

Bello, simpatico, intelligente e super esperto di videogiochi, ha sviluppato un'incredibile capacità nello scrivere cazzate.. Gioca ai giochini elettronici dall'86 e ci scrive a riguardo dal 2006 o giù di lì.. Ma non fateglielo notare, che poi si monta la testa..

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