Metal Gear Survive – Anteprima gamescom 17

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Metal Gear Survive
Metal Gear Survive – Anteprima gamescom 17

Metal Gear Survive è ambientato qualche tempo dopo dopo gli eventi di Metal Gear Solid V: Ground Zeroes. Dopo aver attraversato un wormhole ci si ritrova in un terrificante universo alternativo, caratterizzato dalla presenza di creature e ambienti ostili. Per sopravvivere in questo luogo inospitale, i soldati che un tempo abitavano la Mother Base devono collaborare per rimanere in vita.

Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:Editore:Versione Testata:

Colonia – Metal Gear Survive è stato annunciato da Konami tra i fischi e il malessere generale, con un “Kojima-gate” spento dal passare degli anni, il titolo tenta di riproporsi al pubblico con una luce più favorevole, mostrando ciò che ha da offrire al pubblico e come mescola l’idea di Metal Gear Solid con un survival a tutti gli effetti. Durante la Gamescom ci è stata infatti presentata la meccanica del campo operativo, un vero e proprio hub “personale” e persistente sia nella modalità singleplayer e coop, qui potremo accrescere la nostra struttura, dal crafting ai sistemi difensivi stessi della base, nonché alla sua autosufficienza, con la possibilità di far sviluppare alcuni materiali proprio al suo interno.

Come suggerisce il titolo, Metal Gear Survive si pone quindi come un titolo che fa della sopravvivenza la sua ragion d’essere: oltre allo sviluppo della base, crescente mano a mano che arricchiremo il nostro personaggio e supereremo le missioni disponibili, c’è tutto un sistema di loot e risorse per creare e sviluppare nuovi equipaggiamenti, sia offensivi che di difesa. E’ un sistema piuttosto fluido, a dire il vero, e a detta degli sviluppatori verrà approfondito nei prossimi mesi insieme ad altri elementi del titolo, ora come ora rimandato ai primi mesi del 2018. Ma questa è stata anche l’occasione per provare il gameplay di Metal Gear Survive e trarre delle prime impressioni. Abbiamo giocato una missione a tre ondate in cooperativa, con altri 3 giocatori: se ad un primo giudizio tali parole potrebbero confondere i giocatori “storici” di Metal Gear, non c’è in realtà molto di cui preoccuparsi.

Lo scheletro del gioco è infatti proprio Metal Gear Solid 5, e il suo gameplay è la parte fondante dell’esperienza: c’è tutto quello che ricordate, dai movimenti fluidi al feeling tutto (o quasi) del gioco Kojima è rimasto, con alcuni cambiamenti nell’HUD adattati al contesto multigiocatore del titolo. La prima fase di gioco prevede di mettere a punto le difese del campo, per proteggere questa sorta di nucleo che limita a queste bizzarre creature “zombie” di invadere ogni cosa. Ecco quindi che i giocatori dovranno usare ingegnosamente i pochi oggetti posseduti per evitare che questo accada: reti, bombe elettriche, cassone imbottite di sacchi, torrette; queste e molte altre possibilità offerte ai giocatori per proteggere il campo, anche grazie all’aiuto della mappa di gioco che in tempo reale ci mostrerà i percorsi previsti dai nemici, ed eventuali missioni secondarie tra un’orda e l’altra per ottenere risorse preziose. Le risorse sono fondamentali, ed è per questo che sprecarle può rivelarsi fatale. La cooperazione diventa fondamentale, e una buona varietà tra le classi personaggi (chi più indicate nel combattimento a distanza, chi per la prima linea) permettono al team di avere un vantaggio tattico non indifferente.

Mortai, metal gear walker e chi più ne ha più ne metta: Metal Gear Survive pone un forte accento sulla varietà dell’offerta, non tanto in quanto a modalità, ma in quanto alle possibilità offerte sul campo di battaglia, alla potenziale varietà di nemici (normali, bomber e corazzati quelli visti da noi durante questa prova) e alla cooperazione richiesta tra i giocatori per riuscire a superare in modo efficace le orde di nemici. Nella nostra breve ma “intensa” esperienza al netto di una certa diffidenza di fondo sul titolo, siamo riusciti a trovare divertente ed entusiasmante questa variazione di una serie che abbiamo ovviamente imparato a conoscere in modo differente. Soprattutto perché si tratta in fin dei conti di quel Metal Gear Solid V che ci aveva estasiato anni fa, trasformato in qualcosa di completamente nuovo.

 

Nuovo, ecco: forse proprio questa definizione sta stretta al titolo Konami, che ha dalla sua un riciclo (soprattutto di modelli e ambientazioni) ed una faccia già vista, è chiaramente un “figlio bastardo” e non previsto di un progetto di tutt’altra caratura. Dal nostro punto di vista restano ancora molte incognite, che il team ha promesso di dipanare nei mesi fino al lancio. Su tutti la sufficiente varietà delle missioni, che dovranno intrattenere sia in singolo giocatore che nel multiplayer cooperativo, scongiurando il rischio altissimo di ripetitività, che in un titolo di questo genere è forse il limite più grande.

 

In conclusione

La nostra prova con mano di Metal Gear Survive in questa gamescom ha in parte levato in noi quel pessimismo che un titolo così distante dal nome che porta ha con sé. E’ naturale essere scettici, ma è giusto concedere al titolo una possibilità: noi lo abbiamo fatto, giocando una missione e portandola a compimento con un certo entusiasmo. Certo, non è assolutamente il Metal Gear che conoscevamo, ma né cerca di esserlo: c’è una certa onestà intellettuale nel team al timone di questo progetto, e nonostante le fondamenta poggino sul lavoro precedente di Kojima, ciò che abbiamo visto è sufficientemente differente per risultare fresco e a suo modo divertente.

Metal Gear Survive è un gigantesco tower defense cooperativo, si lavora sia in singolo che in cooperativa per sopravvivere in un ambiente decisamente ostile, si raccolgono risorse e le si utilizzano, il tutto con quel sapore stealth che la serie riuscì a raggiungere nel quinto e ultimo capitolo. Il 2018 è ancora lontano, le incognite restano tante, ma possiamo dire che questa prova ci ha lasciato sicuramente più intrigati rispetto a quando venne annunciato.

 

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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