Masquerada: Songs and Shadows – Anteprima E3 2016

Maschere e pugnali

Masquerada: Songs and Shadows – Anteprima E3 2016
Masquerada: Songs and Shadows

Los Angeles – Quella fucina chiamata Kickstarter non accenna a smettere di sfornare prodotti interessanti. E questo Masquerada: Songs and Shadows di Witching Hour Studios, giovane team di Singapore che ha mostrato sin da subito di avere le idee ben chiare sul da farsi, è l’ennesima prova che conferma la regola: hanno bussato alla porta (e al portafogli) dei giocatori, hanno proposto la loro intrigante idea, e sono infine pronti a lanciare sul mercato il loro action/RPG, tanto ambizioso quanto promettente, il mese prossimo. Non mancano le ombre, ma in contesti come l’E3 non è mai semplice catturare tutte le sfumature di un’opera, spesso tagliuzzata appositamente per un contenitore così frenetico e sfuggente, ma pronta a stupire nella tranquillità del proprio salotto.

La premessa di Masquerada: Songs and Shadows è curiosa, e molto vicina ai nostri lidi: ad ospitare le vicende è infatti la Citte della Ombre (? – Tranquilli, han promesso che sistemeranno i nomi prima del lancio, ndr), chiaramente ispirata all’immortale Venezia, con tanto di riferimenti spinti alle celebri maschere, peraltro cause scatenanti della guerra di classe che ha sconvolto la città, e nomi di personaggi e comprimari italianissimi (quasi sempre azzeccati). Il protagonista, il detective ante-litteram Cicero Gavar, “Inspettore” per gli amici, inizialmente bandito dalla città per crimini di guerra, è costretto a tornare per risolvere una questione estremamente urgente: ritrovare il diplomatico Razitof Azrus, rapito da chissà chi. Ma la sua missione sarà tutto fuorché tranquilla: la lotta tra la gilda dei Masquerada e i ribelli del ceto più basso, i Contadani (?!) impazza, e avrà il bisogno di un aiuto da parte dei ricconi possessori di maschere per poter portare a termine il suo compito.

Scambiando quattro chiacchiere con i ragazzi del team, speravamo di scovare qualche parente delle nostre parti o una semplice passione irrazionale per il Bel Paese, e invece l’ispirazione per il concept proviene da una longeva sessione di Dungeons & Dragons protrattasi per anni, e concretizzata in forma di gioco, che pur mantenendo una coltre di mistero e premesse intriganti, alla prova alla mano risulta tutto fuorché perfetto. La visuale isometrica e il tipo di combattimento lasciano immediatamente intendere le influenze principali, risalenti all’epoca d’oro di Bioware: è infatti un RPG con combattimenti in tempo reale, ma fornito di una comoda pausa tattica da attivare in qualsiasi momento, durante la quale pianificare ogni singolo attacco per ogni membro del party. Nulla vi vieterà di ruotare i PG con un solo tasto e attribuire ad ognuno uno dei vari attacchi disponibili, associati ai tasti del controller, per poi lasciarli attaccare in automatico nei momenti in cui non gli viene imposto alcun comando, ma tra il diverso range, il cooldown da gestire al meglio, i poteri speciali legati alle maschere, equipaggiabili e alternabili tramite menu (non era presente però nella build E3) e la meccanica di stunning, legata a combo di attacchi elementali (perfetta per strategie “dividi et impera” contro folti gruppi di mostri o di soldati), il poter fermare il tempo per qualche secondo e tirare un sospiro di sollievo è sempre una gran cosa.

Masquerada: Songs and Shadows

E con dei combattimenti così veloci e, almeno da questo primo contatto, confusionari, la pausa si è dimostrata da subito fondamentale, ai fini della pura e semplice sopravvivenza: ogni scontro si è rivelato essere una bolgia infernale, l’HUD non indica chiaramente la natura e tipologia degli attacchi, e senza una sufficiente dimestichezza con il combat system, molti colpi rischiano di andare alla cieca. Per non parlare della succitata meccanica di stunning, anch’essa davvero poco chiara (per via delle differenti tipologie elementali dei singoli personaggi, e la complessa gestione delle sinergie). Confidiamo comunque in una maggiore chiarezza con il prodotto finito, e sull’esperienza a lungo termine.

Croce e delizia di Masquerada: Songs and Shadows è però il suo focus così estremo sulla trama: delizia per via del ricco background narrativo, per la minuzia di particolari e dettagli con cui il team ha creato i numerosi comprimari coinvolti, e per l’atmosfera sapientemente ricreata anche e soprattutto grazie a fitti e curati dialoghi, e a fondali realizzati a mano, non complessi, ma piacevoli da vedere. Croce, perché questa spinta di acceleratore sulla storia sacrifica pesantemente l’esplorazione, che appare sin troppo lineare e rinchiusa entro corridoi belli da vedere, ma degni di uno shooter vecchio di qualche anno. Nella breve demo provata, oltre a mancare tutto l’apparato puramente ruolistico (inventario, skill tree e quant’altro) che troveremo nel gioco, non abbiamo trovato bivi (nemmeno di quelli illusori), né particolari oggetti segreti, al massimo qualche nota, posizionata in bella vista sul linearissimo percorso.

In movimento, comunque, il progetto di Witching Hour Studios è davvero bello da vedere, con le sue animazioni curate (anche se non ci ha convito pienamente quelle della normale camminata dei personaggi), il gran numero di attacchi e relativi effetti visivi, il design ben fatto di soldati e mostricciattoli di ogni genere, ognuno con la sua personalità e impreziosito da un gusto artistico lontano dai soliti cliché.

Masquerada: Songs and Shadows ci ha convinto, ma solo a metà

Masquerada: Songs and Shadows ci ha convinto, ma solo a metà: se da una parte il comparto narrativo e artistico svettano sul livello medio delle produzioni indipendenti, con una trama fitta e ricca di dialoghi e personaggi, e uno stile originale che ha portato il team a disegnare a mano tutti gli sfondi (le sbavature non mancano, comunque), i buoni spunti del combat system, arricchito da una fondamentale pausa tattica, vengono in parte vanificati da una certa confusione di fondo. Se quest’ultima verrà probabilmente smentita una volta presa confidenza con i comandi, a preoccupare è l’eccessiva (ma al momento solo presunta) linearità del gioco: dal poco provato, ci è parso di trovarci in lunghi e piatti corridoi, di gradevole fattura, ma così lontani dalle produzioni che hanno ispirato Witching Hour Studios. Di RPG così lineari e di elevata qualità ne esistono, quindi nulla vieta al team di Singapore di sfornare una vera perla, e le ottime intuizioni ci sono tutte: ma Masquerada sarà all’altezza delle aspettative, dei backer in primis?

E3 - 2016 - Anteprime

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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