Mafia III – Anteprima E3 2016

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Jazz e pallottole

Mafia III
Mafia III - Anteprima E3 2016

Mafia III è ambientato nel 1968 in una rivisitazione della città di New Orleans. Il protagonista del gioco è Lincoln Clay, un veterano della guerra in Vietnam che al suo ritorno scoprirà un'amara verità. I giocatori nei panni di Lincoln devono fondare una nuova famiglia criminale dalle ceneri di quella vecchia intraprendendo un cammino di redenzione e vendetta

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Los Angeles – Il buon Alberto ce lo disse senza mezzi termini: il primo impatto con Mafia III in quel della Gamescom fu semplicemente incredibile, al punto da fargli guadagnare il nostro titolo di “Best Game” dell’intera kermesse teutonica. Merito sicuramente del setting, quella New Bordeaux (pesantemente ispirata a New Orleans) del ’68 finalmente ben definita e il più possibile fedele alla realtà (contrapposta alla Empire Bay del secondo capitolo, vaga e mescolatissima come un cocktail); del comparto tecnico sontuoso; del sound pregno di jazz e malinconia. Ma soprattutto del nuovo protagonista, Lincoln Clay, tormentato come i suoi “colleghi” del passato, ma schierato decisamente dall’altra parte della barricata: in Mafia III infatti, la “vera” mafia, quella tutta italiana, e tutti i suoi “picciotti”, hanno un gran bel bersaglio piazzato sulla schiena, e un proiettile promesso dal nostro.

E come dargli torto? Gli hanno rubato la città, e l’hanno trasformata in un inferno per lui e “quelli come lui”, i suoi fratelli. Gli hanno distrutto la “famiglia”, nonostante raramente gli orfanotrofi facciano rima con quella parola e quel concetto, e proprio quell’attaccamento cosi morboso alla famiglia, condiviso con i suoi acerrimi rivali, darà proprio il vita al massacro di quest’ultimi. Sal Marcano, il simbolo di quel male e di quella perdita, ha le ore contate, ma è troppo forte per un rabbioso veterano del Vietnam, per giunta di colore. L’impero del male della mafia italiana va smontato tassello per tassello, un piccolo passo alla volta, quartiere dopo quartiere (10 in totale, ognuno con il suo stile e la sua personalità, dal poverissimo Delray al ricchissimo Frisco Fields), e con l’aiuto di qualcuno che, tanto quanto Lincoln, ha un conto in sospeso con il boss: c’è Cassandra, la leader degli haitiani; c’è Burke, burbero irlandese ed ex-alleato di Marcano; last but not least, una vecchia conoscenza: Vito Scaletta, rifugiatosi a New Bordeaux dopo i casini di Empire Bay (del secondo Mafia). Caporali, se vogliamo, che ci aiuteranno con i loro contatti e il loro potere a strappare porzioni di città dalle tentacolari mani della mafia italiana, amministrando i distretti che conquisteremo distruggendo i quartieri generali dei nemici e le loro principali fonti di reddito, dai bordelli ai punti di spaccio della droga, fino ai casinò, o svolgendo specifiche missioni intimidatorie, interrogando o spaventando, ad esempio.

Mafia III Collector's Edition

Nella demo mostrata a Los Angeles, abbiamo assistito proprio ad una missione e alla conseguente “riunione di assegnazione”. L’obiettivo era interrompere bruscamente il racket del sesso gestito da uno degli scagnozzi di Marcano, “Handsome Harry“, uccidendo Harry stesso. A farla da padrone è stata, e lo sarà sempre e comunque, la libertà di approccio: prima di ogni missione, il giocatore potrà scegliere quale set di armi adottare, per impostare da subito una strategia più stealth e ragionata, o tanto scriteriata quanto brutale. Nella demo mostrata, si è optato per un mix delle due: prima fase stealth, salendo silenziosamente le scale, e mettendo al tappeto altrettanto silenziosamente una delle guardie presenti. Una volta individuato il bersaglio, è bastato un proiettile ben assestato per portare al termine il compito, un proiettile sin troppo rumoroso, che ha scatenato letteralmente l’inferno. Nemici iniziano a scavalcare le finestre del bordello e a sparare all’impazzata: uno di loro prova a chiamare i rinforzi via telefono, ma viene fermato in tempo. Non è stato però l’unico ad aver avuto la stessa idea… ed ecco arrivare auto scintillanti strapiene di picciotti impomatati, nulla che Lincoln, con la sua esperienza sul campo di battaglia, non abbia già visto e affrontato decine e decine di volte.

La porzione del distretto è ormai del clan di Clay, e non gli resta altro che spartire il bottino con i suoi: ognuno di loro garantirà dei specifici bonus, tra chi si limiterà ad offrire solo denaro extra, e chi un guadagno più basso, ma dei benefici di vario genere potenzialmente utilissimi. Proprio durante la riunione ci è stata mostrata una delle drastiche conseguenze delle nostre scelte, una trovata che indubbiamente contribuirà a rendere più articolata e “aperta”, letteralmente, la trama: Burke, continuamente ignorato, non ha particolarmente apprezzato il trattamento, e il suo malcontento rischia di compromettere la scalata al potere dei nostri. Cassandra suggerisce a Lincoln di sistemare la questione… a modo suo. Un colpo di fucile e via, con un caporale in meno, e presumibilmente qualche irlandese in più da mandare al tappeto.

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Nella seconda parte della demo, è un altro caporale, questa volta dell’altra parte della barricata, a finire con un coltello piantato nella gola: si tratta di Uncle Joe, fratello di Marcano, che in seguito ai continui attacchi di Lincoln, decide di organizzare una raccolta fondi per uno dei tanti politici corrotti della città, con lo scopo di riconquistare parte del prestigio perduto. Peccato però che questa rappresenti invece la perfetta occasione per il protagonista di colpire dritta al cuore la fazione rivale, cogliendo di sorpresa i picciotti e massacrando uno degli elementi più vicini alla grande testa che tutto vede e tutto dirige. La festa è su una barca, e la sparatoria prende il vivo tra una roulette e un tavolo da blackjack: anche in questo caso, viene sfoggiato l’arsenale di Mr. Clay, tra uccisioni silenziose, molotov, medikit, pistole e fucili a pompa, con i quali far cadere come mosche i nemici (c’è lo zampino della IA, non sempre in massimo spolvero), così come buona parte della “sporcizia visiva” e dei problemi tecnici che affliggono la build: compenetrazioni molto imprecise (palesi durante le stealth kill, o durante la fase finale della missione, con l’inseguimento nella palude, al contatto con l’acqua), texture slavate, animazioni non al massimo della fluidità, e una distruttibilità sin troppo rigida e composta.

Sembra inoltre esserci una sorta di patina sbiadita, che stona con gli splendidi tramonti della desolante Bayou o i curati scorci di New Bordeaux. Non si tratta però di una bocciatura completa: il fuoco delle molotov brucia che è un piacere, i riflessi sulle strade e i pavimenti intrisi di pioggia di New Boardeaux catturano le luci scintillanti e la disperazione dei suoi abitanti, e la modellazione dei volti dei personaggi è semplicemente pazzesca, e unita ad una tecnica di motion capture magistrale, regalano conversazioni e primi piani incantevoli. Speriamo vivamente che il team sfrutti i mesi che ci separano dal lancio per un pesante lavoro di rifinitura.

La serie promette di tornare in grande stile, ma la strada è ancora lunga

Mafia III continua a stupire e affascinare, con la sua atmosfera sommessa, carica di jazz e lacrime, e una narrazione che promette di essere più fitta e tentacolare rispetto all’illustre (ma discusso) predecessore, con scelte drastiche in grado di stravolgere l’intero arco narrativo, e un protagonista che appare ad ogni nuova occasione sfaccettato e con una storia tutta da raccontare. New Bordeaux, con i suoi quartieri e le sue strade brulicanti, appare più viva che mai, e non vediamo l’ora di perderci per le sue strade, mentre il gameplay appare solido, (forse un po’ troppo classico). A smorzare l’entusiasmo è il comparto tecnico, ancora molto, troppo grezzo, tra aliasing evidente, problemi di varia natura, e una sporcizia generale (oltre ad una perenne patina sbiadita) che va assolutamente sistemata prima del 7 ottobre, data di uscita di Mafia III su PC, PS4 e Xbox One. La serie promette di tornare in grande stile, ma la strada è ancora lunga.

E3 - 2016 - Anteprime

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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