Luigi’s Mansion 3 – Hands on

L'Hotel Miramostri e i suoi segreti

Luigi’s Mansion 3
Luigi’s Mansion 3 – Hands on

Luigi's Mansion 3 è il nuovo capitolo della serie che vede Luigi tornare a catturare spettri. Sarà riuscito a combattere le sue paure?

Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:Editore:

Nintendo ce lo aveva già fatto provare a luglio, poco dopo l’E3, ma potevamo forse rinunciare a un nuovo invito, a provare una nuova demo dell’attesissimo e promettente Luigi’s Mansion 3? Questo terzo capitolo, che segna l’arrivo della serie su una console (anche) casalinga a distanza di quasi 20 anni dal capostipite, arriverà sulle nostre Nintendo Switch ad Halloween, e quale occasione migliore per lanciare un gioco che fa della caccia ai fantasmi e delle atmosfere lugubri (nei limiti del Regno dei Funghi e dintorni) i suoi stendardi?

Manovre di marketing a parte, il gioco ci ha lasciato ancora una volta un’ottima impressione, dopo la breve ma intensa demo di qualche mese fa. Stavolta abbiamo potuto giocarlo con molta più calma, testando inoltre la co-op, ma in un nuovo contesto: siamo infatti stati al settimo piano dell’Hotel Miramostri (c’è del genio già nella traduzione), struttura che dovremo scalare raccogliendo di volta in volta il tasto per l’ascensore con cui raggiungere il piano successivo. Piani contraddistinti non solo dal numero, ma anche da tema e ambientazione unici: in questo caso ci siamo ritrovati nella “Garden Suite”, e già il nome lascia intendere che i fiori che troveremo qui non avranno un buon profumo, e faranno di tutto per metterci i bastoni tra le ruote.

Sin dalle prime battute si nota la mole assurda di piccoli segreti e di dettagli sparsi ovunque: attivando la nostra “arma” nei pressi di un’aiuola abbiamo trovato un pallone, che una volta lanciato contro dei vasi, ha rivelato un ragno d’oro e decine di banconote e lingotti (non è ancora chiaro a cosa servirà la valuta ottenuta in giro per i livelli: potenziamenti del Poltergust? Probabile). O ancora, dando una ripulita a quello che sembrava un cassetto nei pressi di un letto, abbiamo scovato una grata che, attraversata dal fido Gommiluigi (se non lo sapete, è il clone “gommoso” di Luigi, controllabile in qualsiasi momento – anche da un altro giocatore, che può entrare e uscire dalla partita in qualsiasi momento -, più forte e fondamentale per risolvere alcuni puzzle ambientali, ma anche più “fragile”), ci ha garantito l’accesso a uno dei tanti collezionabili da raccogliere.

Ogni sezione del livello è densa di cose da fare, ogni anfratto nasconde una piccola ricompensa per chi studia un minimo la situazione e presta attenzione a delle monetine nascoste dietro una tenda, o a quel forziere imboscato in un angolo, passato quasi per un soffio inosservato. E sta proprio lì la bellezza di Luigi’s Mansion 3: stimolare il giocatore a sperimentare con tutti i gadget in possesso del fratello della, forse, più celebre icona del gaming. Con la torcia, fondamentale per paralizzare i fantasmi, così da poterli afferrare per la coda con il fido aspiratore e sbatacchiarli qua e là, si possono far sbocciare prematuramente dei fiori che nascondono denaro e collezionabili al loro interno, o si aprono forzieri speciali; con la ventosa si aprono porte dove apparentemente c’è solo il tronco di un albero, o ci si fa strada trasformando un vaso in un martello con cui distruggere una parete prossima al crollo; sperimentare è parte integrante dell’esperienza, e anzi, è consigliata, anche a costo di perdere un po’ di tempo, o di prendere un sonoro schiaffo.

Luigi’s Mansion 3 è uno dei giochi più attesi di questo affollato e caldissimo autunno videoludico

Discorso validissimo per la boss fight, ad esempio: abbiamo provato (in co-op, mantenendola attiva per circa metà della demo) lo scontro con un giardiniere fantasma, armato di una pianta carnivora e di un vaso che lo proteggono dai flash della torcia. Ci è voluto un bel po’ ad analizzare l’intricato pattern di attacco, elemento cruciale da decifrare prima di poter anche solo capire come contrastarlo (evitiamo di entrare nel dettaglio per non rovinarvi la sorpresa, ma, come in tanti altri casi, serve sfruttare a proprio vantaggio l’ambiente circostante), oltre a qualche Game Over (anzi, “Good night”, citando direttamente il messaggio del gioco). Un osso davvero duro da battere, che solo al quinto o sesto tentativo è stato domato, e non prima di uno scontro intenso. Segno che con Luigi’s Mansion 3, Nintendo non ha cercato di ammorbidire le pur intuitive meccaniche, né gli eterei, coloratissimi nemici.

Peccato solo per qualche dubbio puramente tecnico, tra una certa legnosità generale, in particolare nel prendere la mira con il Poltergust per sparare le ventose o aspirare/gettare fuori aria, complici anche dei controlli abbastanza ostici (sopportabili, ma comunque bisognosi di pratica, con un Pro Controller, ingestibili con il singolo Joy-Con+ sensore di movimento, nel caso in cui optiate per una co-op con la coppia di controller condivisa), e una co-op divertente e agilissima minata però dalla gestione della telecamera, che in schermate più ampie (come quella della boss fight) ignora quasi del tutto il povero Gommiluigi/Player 2, costretto a sparire e a riemergere di proposito (manovra necessaria per la risoluzione di alcuni puzzle ambientali, tra l’altro) pur di tornare nell’inquadratura.


Al netto di qualche problema legato ai controlli e alla co-op, si spera entrambi risolvibili con un po’ di pratica e lavoro di rifinitura da parte di Nintendo, Luigi’s Mansion 3 resta uno dei giochi più attesi di questo affollato e caldissimo autunno videoludico, oltre che, potenzialmente, l’esclusiva più forte della console ibrida della Grande N, che pure tante gemme ci ha regalato nella sua breve vita.

Non vediamo l’ora di andare a caccia di fantasmi e segreti con il fratello sfigato ma adorabile di Mario, e chissà che questa volta, avendo i riflettori tutti puntati su di sé, non riesca finalmente a dimostrare chi dei due sia realmente il migliore.

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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