GRIDD: Retroenhanced – Recensione Xbox One

Coin-op mon amour

GRIDD: Retroenhanced – Recensione Xbox One
GRIDD: Retroenhanced – Recensione Xbox One

Quando l'attenzione si sposta dalla grafica alla giocabilità assistiamo al parto, dal cilindro degli Antab Studio, di una perla shooter arcade rispondente al nome di GRIDD: Retroenhanced.

Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:Versione Testata:

Il passare degli anni e il costante aggiornamento del parco macchine da gioco a nostra disposizione ha spinto il mercato verso un approccio sempre più improntato al fotorealismo che, accoppiato ad una duttilità del gameplay, punta a mettere i giocatori nella condizione di affrontare un ostacolo in modalità sempre diverse al fine di giungere, sempre e comunque, alla soluzione del tutto. A colpi dunque di potenza computazionale e di libertà decisionale, molto spesso, gli sviluppatori hanno rescisso quel legame ancestrale, stabilito sin dagli arbori del gaming, che voleva nella giocabilità il fulcro dell’esperienza videoludica tutta. I giocatori più attempati (come il sottoscritto) ricordano chiaramente una serie di videogame che, coin-op o meno, hanno sacrificato orpelli grafici e varietà di situazioni in favore di una giocabilità allo stato dell’arte: tocca dunque ricordare con nostalgia giochi come Pole Position, OutRun e, tra mille altri, Bubble Bobble per via dei pomeriggi spesi in loro compagnia per superare un livello più che per idee di design geniali o, per lo meno, discontinue. Il ritorno in auge, negli ultimi anni, di una scena indie mai così attiva, vede un lento ma graduale ritorno di attenzione nei confronti della giocabilità: è così che giochi come Strafe ed il qui presente GRIDD: Retroenhanced ci inseriscono di diritto in una DeLorean per portarci, rispettivamente, a metà anni 90 il primo, nel bel mezzo degli anni 80 il secondo.

Basterà tutto ciò a renderci gradevole GRIDD: Retroenhanced o rimarremo vittime, per l’ennesima volta, del tanto vituperato effetto nostalgia? Scopriamolo insieme.

Andrea Tabacco, Lara Gianotti e Andrea Riccardi, queste le tre menti dietro a GRIDD: Retroenhanced, evoluzione esponenziale di quel gioco conosciuto, nel panorama mobile, per l’appunto come GRIDD. La prima opera di ampio respiro dello studio milanese, disponibile da un paio di mesi su Steam, è riuscita ad attirare, con il passare del tempo, l’attenzione di Microsoft che, dopo averla posta sotto l’ala tutelare di ID@Xbox, esce finalmente anche su Xbox One. GRIDD: Retroenhanced è un omaggio agli anni ottanta e verso il panorama culturale che prese il via nel 1982 con TRON, panorama che, viste anche recenti produzioni videoludiche ed audiovisive, si mostra in tutta la sua influenza grazie ad una eco giunta fino ai giorni nostri. Al pari dell’opera cinematografica Disney ci troveremo, nei panni di un hacker, immessi in linee di codice tra cui dovremo farci strada evitando ostacoli ed abbattendo le barriere che via via ci si pareranno davanti, decriptando, alla bisogna, codici di accesso utili ad aggirare firewall ed a rendere inefficaci le difese preposte a protezione del mainframe da GRIDD. Dovremo dunque percorrere, sul modello di un Descent su binari, lunghi corridoi di neon pieni di ostacoli sotto forma di barriere energetiche e pannelli fluorescenti distruttibili, nel bel mezzo di un cyberspazio senza alcuna apparente via di uscita, alla continua ricerca di power-up che ci facilitino la sopravvivenza e della strategia migliore per affrontare i frammenti di codice che ci assaliranno, a protezione del mainframe.

Sin dai primi momenti traspare l’essenzialità del sistema di controllo: basterà infatti muoversi orizzontalmente e verticalmente nel circuito di gioco e far cadere, quando necessario, sotto i nostri colpi le strutture o gli elementi che si frapporranno tra noi e la via di uscita, per aver ragione di questo GRIDD: Retroenhanced. La sopraccitata essenzialità rappresenta croce e delizia di questo prodotto brillando per immediatezza ma rendendo, al contempo, decisamente ostica la progressione nel playthrough. Il graduale avanzamento nei meandri del cyberspazio ci porterà infatti a dover decodificare a colpi di laser (attendendo dunque il corretto posizionamento delle strutture piramidali atte a contenere le corrette cifrature) i codici di accesso alle seguenti sezioni: tra una battaglia e l’altra ci troveremo a confrontarci con GRIDD che, modellato in guisa a Shodan di System Shock, ci si paleserà per interrompere il nostro peregrinare nell’universo di gioco. Quella che vi stiamo descrivendo, la sezione ARCADE, rappresenta solo la parte iniziale (e più esigua) di GRIDD: Retroenhanced: una volta completata detta sezione (ci vorrà all’incirca un’ora per portare a termine, iterativamente, il playthrough) potremo infatti accedere alla modalità ENDLESS RUN, vero cuore pulsante del gioco made in Antab Studio.

Un omaggio agli anni ottanta

Una volta sbloccata la seconda (ed ultima) modalità a nostra disposizione, GRIDD: Retroenhanced ci si mostrerà in tutto il suo potenziale, pregno di una cattiveria videoludica tipicamente anni ottanta, volta al raggiungimento nudo e crudo del maggior punteggio possibile, al fine di primeggiare nelle leaderboard e scrivere il proprio nome nella storia, così come succedeva ai tempi dei cabinati. Tutto l’endless playthrough di GRIDD: Retroenhanced rappresenta infatti un riferimento costante ed un continuo atto di devozione verso il mondo dei coin-op: verremo messi, infatti, di fronte al medesimo scenario della modalità arcade ma in un contesto di labirinto cyberpunk generato proceduralmente dove solo la nostra bravura (e la capacità di parlare il “linguaggio” del titolo Antab Studio) ci permetterà di andare avanti il più possibile in una gara di resistenza combattuta a suon di schivate, uccisioni e power-up che renderanno meno ardua, per quanto possibile, la nostra peregrinazione nel tunnel cyberpunk precedentemente imboccato.

GRIDD: Retroenhanced e nella fattispecie la modalità Endless Run di cui sopra, rappresenta il fiore all’occhiello ed il principale limite del titolo Antab Studio: se infatti la generazione procedurale garantisce l’affievolirsi del senso di ripetitività dato dalla prevedibilità della modalità arcade, al contempo la folle e sistematica ripetizione delle medesime azioni potrà allontanare i giocatori meno pazienti e, probabilmente, più giovani. GRIDD: Retroenhanced fa però di questo il suo principale punto di forza: fare una cosa sola, ma maledettamente bene.

Che GRIDD: Retroenhanced affondi a piene mani le proprie radici negli anni ottanta è a dir poco palese: prendendo spunto da un gameplay alla Neon Drive e semplificandolo il più possibile, i ragazzi di Antab Studio ci presentano un gioco tanto ruvido quanto apprezzabile sia dal punto di vista della giocabilità nuda e cruda, quanto da quello dell’impatto grafico che, pur nella sua essenzialità, ci trascina in un vortice di dipendenza da cui sarà difficile uscire. Una grafica sporca, essenziale e coloratissima valorizzata però da un gameplay a 60 fps granitici che tiene alto il senso di pericolo incombente, portando la nostra reattività e l’adrenalina a picchi che da tempo non si registravano in ambito videoludico.

GRIDD: Retroenhanced fa una cosa sola, ma la fa maledettamente bene

L’influsso dei due TRON è evidente, i tributi a classici come Wargames o alle sezioni digitali di serie televisive quali Automan, non solo nell’approccio grafico ma anche grazie ad una colonna sonora retrowave che accompagnerà in modo a dir poco perfetto le nostre lunghe sessioni di gioco, a dimostrazione che, spesso e volentieri, basta una idea semplice ma ben realizzata a farci dimenticare trenta e più anni di evoluzione videoludica, quintali di poligoni e texture in super-alta definizione. La versione Xbox One, parimenti a quella PC, non perde un colpo garantendoci un gameplay allo stato dell’arte grazie al supporto dei 60fps, venendo addirittura arricchita dall’utilizzo di un sistema di comando, il pad Xbox One, universalmente riconosciuto (per ergonomia e facilità di controllo) come il più versatile nel panorama console (e non solo) attuale.

Conclusioni

Il debutto di Antab Studio nel mondo del gaming che conta, giunge con il botto.  GRIDD: Retroenhanced, dopo aver ben figurato su pc, si presenta, sponsorizzato dal programma ID@Xbox anche sul versante Xbox One pieno di un appeal old school che lo rende un vero e proprio cavallo di troia in un panorama di giochi standardizzati e alla ricerca di mero ed esclusivo sensazionalismo grafico.

Non solo appeal ma vera sostanza dietro le righe di codice che compongono questo labirinto cyberpunk da cui sarà difficile uscire una volta entrati: il puro fascino anni ottanta di cui GRIDD: Retroenhanced è intriso, mutuato da antesignani del genere, fa si che un gameplay schematico, arricchito da una grafica essenziale ma accattivante, risulti fresco pur nella sua continua ripetitività.

La scelta di implementare, inoltre, i 60fps sia nella versione PC che Xbox One, rende ancora più adrenalinico il titolo Antab Studio che pur autorelegandosi, giocoforza, nella nicchia indie da cui è partito, riesce nel farsi apprezzare a tutto tondo.

Se ciò che volete è divertimento e giocabilità e siete disposti ad ignorare, per una volta, la mera conta poligonale in favore di un impatto grafico che ha stile e classe da vendere, GRIDD: Retroenhanced è, complice anche un prezzo assolutamente budget, un titolo da avere senza se e senza ma.

Good

  • Grafica minimale ma accattivante
  • 60fps granitici
  • Rigiocabilità infinita
  • Molto old school

Bad

  • Forse "troppo" old school
  • Due sole modalità di gioco
  • Ripetitivo alla lunga
8

Imperdibile

L'Atari 2600 gli aprì una nuova prospettiva di vita; il PC, sin dagli arbori, fu la sua casa natale: dal 2008 è disperso nella wasteland alla ricerca di bamboline della Vault-Tec...

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