For Honor – Anteprima E3 2016

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3 is the lethal number

For Honor
For Honor – Anteprima E3 2016

La numerosa serie di FPS e TPS rilasciati da Ubisoft si arresta in un modo alquanto inedito ed interessante, lasciando da parte le armi da fuoco per mettere in mano quelle bianche. A colpi di spade, scudi e colpi bassi, la lotta medievale di For Honor è una gradevolissima ventata di aria fresca.

Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:Editore:Versione Testata:

Los Angeles – Annunciato durante lo scorso E3, con estrema sorpresa di giocatori e addetti ai lavori, For Honor non ha poi fatto vedere così tanto di sé. Sappiamo che sarà brutale, sarà in terza persona, e ci porterà in un’era fatta di crudeltà e sangue, dove per sopravvivere sarà necessario sfoggiare strategia e gioco di squadra, oltre che i sempre più inflazionati muscoli. Nelle sporadiche occasioni in cui Ubisoft Montreal lo ha mostrato in azione, ha preferito focalizzarsi sul comparto multiplayer, dove potremo combattere contro avversari umani in compagnia di nostri amici. In questo E3 2016 abbiamo però potuto testare con mano il single player, ancora avvolto da un alone di mistero. Esatto: For Honor offrirà agli utenti anche una vera e propria campagna, nel senso più classico del termine, con una storia da seguire e tre facce della stessa grande guerra da vivere, tanto in solitaria quanto in compagnia di un fedele alleato, online o sullo stesso divano.

Le tre facce menzionate poco fa sono quelle contrite e scavate dalla stanchezza, o segnate da cicatrici indelebili, motivo di sofferenza per molti, medaglie da portare con orgoglio per i guerrieri di un tempo… anche di uno indefinito e forse mai esistito, proprio come quello di For Honor. Ambientato 1000 anni dopo un terribile cataclisma che ha distrutto il mondo, ci vedrà impersonare una delle tre fazioni che hanno riacquistato le loro forze e il loro onore in questo lungo lasso di tempo, oltre ad una inestinguibile fame di conquista che li porterà a impugnare nuovamente le armi. Una minaccia incombe, e ha le sembianze di Apollyon, assetato signore della guerra, pronto a colpire i tre popoli proprio nel momento della rinascita, e ad estirparne ogni radice. Ma i nemici sono su tutti i fronti: Cavalieri, Vichinghi e Samurai hanno tutti bisogno di risorse per poter dar via ai loro piani di conquista, e solo combattendo tra di loro potranno avere qualche chance di successo contro quel loro nemico comune.

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Dalla missione mostrata durante la conferenza E3 di Ubisoft è chiaro fin da subito: alleanze o tregue momentanee non sono minimamente contemplate. Vediamo infatti i Vichinghi, capeggiati dal prode Raider (la figura chiave dell’esercito da noi controllata), assaltare una fortezza dei Samurai, guidati dall’onorevole Kensei. È dall’approdo alla spiaggia che ha inizio lo sfoggio della “Arte della Guerra“, peculiare meccanica di combattimento, fiore all’occhiello di For Honor, e piatto forte dell’esperienza: su schermo vedremo due eserciti scontrarsi, ma un po’ come accade nei musou (anche se le differenze ci sono e si vedono), gran parte delle unità sarà pura e semplice carne da macello, dei sassolini nella scarpa di cui sbarazzarsi con un semplice attacco. Le cose cambiano quando si incontrano dei soldati di grado maggior, ed è qui che la visuale si sposta, cambia l’interfaccia, e 3 frecce appaiono su schermo: indicano la posizione acquisita dal personaggio da noi controllato, e rappresentano la direzione verso la quale indirizzeremo i nostri attacchi, ma soprattutto contrattacchi o colpi difensivi. Lo stesso vale per il nostro nemico: poco prima del suo attacco, una freccia apparirà, e una volta diventata di colore rosso ci segnalerà il colpo in arrivo e la direzione. Lo scopo sarà quindi quello di parare, non sempre però avendo successo, contrastarlo a nostra volta (e approfittare del colpo non andato a segno con una scarica di mazzate), o, nel caso di nemici più potenti e coriacei, schivarlo nella maniera più rapida e indolore possibile.

Il sistema funziona ed appare sin da ora estremamente intelligente ed appagante: lo abbiamo provato in azione in un’altra missione, quella nei panni del Warden, il giovane cavaliere, impegnato a proteggere il suo signore da un assedio. Trasforma indubbiamente un mero festival del button mashing in un mix di azione, tempismo e strategia, dovendo prendere il giusto ritmo in ogni duello diretto, studiare i pattern di attacco del nemico e colpirlo dove la sua difesa è scoperta. Necessita però di una certa pratica, tra la gestione della guardia, la ritmica alternanza tra una stance e l’altra, e la prontezza di approfittare di una guardia infranta o di una momentanea confusione, pena, qualche morte di troppo.

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Avremo però altre “armi” a disposizione: muri dotati di spuntoni sui quali far schiantare i nemici, baratri dai quali gettarli, fiamme con le quali arrostirli, e nel caso di dislivelli, avremo anche modo di sorprenderli con attacchi dall’alto. Dovremo inoltre gestire la nostra salute, ripristinandola con oggetti di cura, e potremo concludere dei duelli con esecuzioni sanguinolente e brutali. Una crudeltà che traspare in ogni momento della battaglia, merito di animazioni possenti e rocciose che ben catturano l’essenza viscerale di questi guerrieri, ognuno dei quali, peraltro, avrà una backstory tutta sua, e una personalità che, probabilmente, emergerà tra un assalto e l’altro. Insomma, potrebbe davvero rappresentare la sorpresa nella sorpresa, in un titolo che sin da subito si era limitato a sfoggiare un gameplay di una certa solidità e con un preciso obiettivo in mente, ovvero quello di portare il combattimento all’arma bianca su di un altro livello, non più affrontato a suon di tasti premuti senza criterio, ma donando estrema tensione ad ogni duello. La rivalità tra le tre “fazioni” e la necessità di dover fronteggiare un nemico comune donerà pepe al tutto, ne siamo certi: non ci resta quindi che attendere nuovi dettagli a riguardo. Di certo, il team è intenzionato a offrire una campagna fatta e finita da giocare in solitaria o in cooperativa (anche in split screen), e non una semplice accozzaglia di battaglie. Ora che Ubisoft ha mostrato le sue carte, siamo ancor più interessati ad attenderli al varco, e a vedere cosa avranno da proporci.

Brutale, tecnico, viscerale: non ci sono parole migliori per descrivere For Honor

Brutale, tecnico, viscerale: non ci sono parole migliori per descrivere For Honor, una nuova IP con tanto da dimostrare, ma che si pone da subito come carica di idee interessanti, e di un gameplay che schiva agilmente i cliché del genere, proponendo una formula intrigante, intelligente ed appagante, anche se richiederà certamente i suoi tempi per essere assimilata e padroneggiata a dovere. La presenza di una vera e propria campagna in single player, non può che aumentare il già elevato interesse attorno al gioco, che si arricchisce in tal modo di una importantissima freccia nel suo già promettente arco. Chiaro, con un genere simile il rischio di annoiare e appiattire l’esperienza è sempre molto alto, e una semplice alternanza di massacri scriteriati e duelli ben ponderati potrebbe non essere sufficiente, ma è davvero troppo presto per fasciarsi la testa (si spera non per un poderoso colpo d’ascia del massiccio Raider).


E3 - 2016 - Anteprime

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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