Final Fantasy XII: The Zodiac Age – Anteprima gamescom 2016

Ashe e compagni tornano più risoluti che mai

Final Fantasy XII: The Zodiac Age – Anteprima gamescom 2016
Final Fantasy XII: The Zodiac Age – Anteprima gamescom 2016

Colonia – Undici anni dopo il suo debutto su PlayStation 2, e dieci dall’esclusiva giapponese Final Fantasy XII International Zodiac Job System, il dodicesimo capitolo della saga si rifarà il trucco su PS4 nel 2017. Final Fantasy XII: The Zodiac Age, oltre a mostrarsi ottimo soprattutto dal punto di vista estetico, porta con sé numerosi cambiamenti. Quattro in particolare piuttosto interessanti.

Iniziamo dal bilanciamento. Innegabile, Final Fantasy XII è stato un gioco difficile, forse dovuto  all’introduzione di un approccio al combattimento e all’esplorazione fino allora mai sperimentati dai fan della serie; lo stesso produttore Hiroaki Kato ammette che una delle sfide maggiori è stata abbandonare il classico sistema d’incontri casuale dei giochi precedenti, a favore d’una migliore consapevolezza dei dintorni e scontri in tempo reale. Per rimediare alle difficoltà che, nonostante il restyling, alcuni giocatori potrebbero ugualmente riscontrare, Square Enix ha cercato supporto in ulteriori figure professionali – come quella di Hiroyuki Ito, padre dell’ATB e game designer di diversi titoli Final Fantasy. L’intenzione è quella di una revisione totale non solo per offrire agli utenti un’esperienza più facilitata ma anche per riavvicinarsi a quelle sensazioni proprie della serie classica.

Se da un lato si è voluto agevolare i casual gamers, dall’altro c’è stato un pensiero anche per chi dell’hardcore ne fa pane quotidiano: la Trial Mode. Si tratta di un’opzione a parte nel menù, il cui obiettivo è sopravvivere a 100 battaglie continuative, ciascuna sempre più complessa e difficile; ai giocatori sarà permesso di caricare i loro dati e usare in questo modo il party che hanno allenato ma anche così, questa modalità è stato realizzata per rendere impossibile vincere utilizzando sempre lo stesso set di gambit.

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Il terzo passo avanti si è compiuto per quanto riguarda la vastità di Ivalice. Il fatto che, ai tempi della PlayStation 2, fosse un mondo tanto esteso era sicuramente un punto a favore ma non troppo spesso: l’obbligo di spostarsi da un estremo all’altro della mappa, con l’eventualità di perdersi nel mentre, per completare una sidequest o anche procedere nella storia si rivelava frustrante. Una limitazione cui Final Fantasy XII: The Zodiac Age mette una pezza introducendo la High Speed Mode, grazie alla quale il giocatore potrà muoversi più in fretta attraverso la semplice pressione di un tasto; è da notare tuttavia come tale limitazione valesse solo per l’edizione standard del gioco, poiché questa modalità era già presente nell’International Zodiac Job System giapponese. Al di là di questa feature, il remaster includerà anche alcune migliorie per evitare ai giocatori di perdersi durante gli spostamenti e un nuovo sistema di autosalvataggio fra le mappe, così da non doversi disperare in caso moriste nel mezzo del nulla e abbiate voluto sfidare la sorte rifiutandovi di salvare prima.

Ultimo, ma non per importanza in quanto alla base della versione HD, il Job System. Ricorrente nella serie, il sistema consente di assegnare a un personaggio un ruolo su una dozzina circa (da Arciere a Cavaliere a Mago Rosso), potenziandolo con abilità uniche e incrementi delle statistiche dipendenti dal job scelto. Nel titolo originale, la crescita del personaggio si basava su un sistema di licenze che sbloccava a ogni nuovo livello abilità e statistiche all’interno di una grossa scacchiera, rendendo alla fine i membri del party tutti uguali; evenienza che il Job System elimina con una customizzazione ben più eterogenea e interessante.

Poste queste premesse, qual è stata la nostra impressione all’hands on gamescom? Positiva senza dubbio, a partire dal comparto grafico: una risoluzione nettamente migliorata, texture ritoccate, luci e ombre migliorate e una particolare cura ai dettagli nei personaggi, riscontrabile soprattutto sui loro vestiti. L’audio è stato poi del tutto rimasterizzato e le tracce sono state meravigliosamente eseguite dal maestro Hitoshi Sakimoto con un’orchestra dal vivo; la maggiore capienza del blu-ray permette non solo la presenza dei brani originali e quelli nuovi fra cui scegliere ma anche il doppiaggio giapponese/inglese.

Final Fantasy XII: The Zodiac Age è un titolo assolutamente da giocare

Ambientato nel momento in cui Vaan, Balthier e Basch devono addentrarsi nelle miniere di Lhusu, a Bhujerba, con l’obiettivo di ritrovare Penelo, fatta eccezione per il Job System il gameplay non ha subito particolari cambiamenti: possiamo ancora assegnare una moltitudine di comandi in tempo reale ai membri del party grazie ai Gambit, con una fluidità sicuramente maggiore ma che non è del tutto estranea e ci ha portato con la mente alla prima volta in cui abbiamo provato l’originale, dieci anni fa. Un’aggiunta che non abbiamo potuto fare a meno di apprezzare è stata la possibilità finalmente di controllare noi stessi i personaggi ospiti, Lamont nel caso specifico, quando presenti nel party; non ne abbiamo la certezza, poiché non presenti nella demo, ma riteniamo che un discorso identico possa farsi per gli Esper. Final Fantasy XII: The Zodiac Age si rivela quindi un remaster del tutto in regola, anzi con qualche chicca in più, e un titolo assolutamente da giocare specie per chi non ha provato l’originale.


GC2016anteprime

Cresciuta negli anni ’90 con un Game Boy e un Nintendo 64, è poi diventata ancora bambina un’adepta Sony a tempo pieno, ma appena può si dedica anche ad altre console.

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