F1 2019

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F1 2019 – Approfondimento tecnico: cosa cambia davvero?

F1 2019

Come l’anno scorso, vorrei addentrarmi di più negli aspetti tecnici di F1 2019 e nei cambiamenti rispetto al capitolo precedente. Innanzitutto, se non l’avete ancora fatto, leggete la recensione “classica” per capire quanto è entusiasmante la versione 2019 della serie di Codemasters.

È chiaro che la base di F1 2019 sia il capitolo del 2018, ma ci sono alcuni aspetti che secondo me cambiano molto dall’anno scorso. Come ho già citato nella recensione, uno di questi è l’utilizzo dell’acceleratore che si avvicina maggiormente a canoni simulativi, con una resa che finora ho apprezzato solo nella Ferrari SF70H di Assetto Corsa.

La coppia, più che l’accelerazione, è nettamente più realistica, con botte di potenza che arrivano proprio quando i giri del motore raggiungono il regime giusto. È un aspetto che si nota più nelle Formula 2 che nelle Formula 1, dove le auto sono secondo me già più manovrabili e docili in ogni aspetto.

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La limitata deportanza delle Formula 2 rispetto alla categoria superiore accentua infatti la differenza di accelerazione. Soprattutto in uscita di curva, mi è capitato spesso di sottovalutare la potenza in trazione causando brevi episodi di sovrasterzo, subito intercettati e corretti. È senza dubbio divertente governare una derapata, ma in queste categorie significa perdere una quantità enorme di tempo sul giro, quindi va evitata.

Un modo per risolvere questo “problema” c’è e sembra funzionare abbastanza bene nel mantenimento della velocità corretta in uscita. Basta anticipare infatti le cambiate per non raggiungere subito la coppia massima e avere così maggiore controllo sulla stabilità della vettura, senza nemmeno subire troppe conseguenze dal punto di vista del tempo sul giro.

Per fare un esempio si può essere stazionari e partire in terza marcia. Le ruote non slitteranno all’inizio, ma cominceranno a farlo non appena raggiunta la coppia massima. Questo non succedeva in F1 2018, dove partendo con una marcia alta si aveva quasi sempre la certezza di non far slittare le gomme in alcun caso, proprio perché venivano completamente bypassate le marce più corte.

È quindi un’introduzione soddisfacente, che ha la capacità di destabilizzare in positivo gli utenti vogliosi di nuove sfide.

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L’avantreno non è a sua volta esente da cambiamenti, legati però meramente alla differenza tra Formula 1 e Formula 2. La prima è il tempio sacro dell’aderenza perfetta, con curve ad altissima velocità prese come l’ultima confezione di muffin sullo scaffale del supermercato. La seconda è invece più riflessiva e pesante, con limiti di deportanza ben visibili, ma non per questo meno divertente. Anzi, è quella categoria che dà nuova vita alla serie.

Parlando dunque di avantreno, le Formula 2 hanno bisogno di punti di frenata davvero molto lontani dalla curva, e soprattutto di inserimenti anticipati per non mancare completamente il punto di corda. Un esempio? Curva 7 del Paul Ricard, dove occorre sterzare a sinistra con un anticipo davvero notevole per non mancare il cordolo e finire larghi sul rettilineo principale. È colpa sia della deportanza minore delle Formula 2, sia di una gomma anteriore destra in raffreddamento dopo una coppia di curve a destra lente e in accelerazione.

Sono tutti aspetti che probabilmente un giocatore arcade non prende nemmeno in considerazione, ma che sono effettivamente lì nel gioco, sia per le Formula 1 sia per le Formula 2.

Un altro aspetto che ho scoperto casualmente con grande piacere è il surriscaldamento del motore. I fan della Formula 1 sono da anni in lotta con la FIA per colpa del mancato spettacolo. I piloti infatti, anche se sono più veloci del rivale davanti, devono per forza mantenersi a una certa distanza per preservare le gomme, la benzina e tutte le componenti interne.

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Non a caso, ogni tanto i piloti vengono contattati dai loro ingegneri col consiglio di stare lontani a causa delle alte temperature. In F1 2019 questo diventa un problema reale, testato durante un gran premio mentre ero all’inseguimento di Magnussen. Utilizzando la miscela grassa per restare attaccato al suo alettone, non mi sono accorto che il motore stava per soffrirne, arrivando ad avere temperature molto alte e un vivido colore rosso nel display multifunzionale.

Troppo difficile così? Assolutamente no, basta comportarsi come i veri piloti, scegliendo una miscela più magra e allontanandosi progressivamente dall’avversario, magari uscendo di traiettoria per avere aria più fresca.

Come ultima cosa, c’è quella pecca già visibile nello scorso capitolo che forse allontana le auto dalle controparti reali. Vedendo giocare vari YouTuber oppure contatti appartenenti alla mia lega, ho notato un vasto utilizzo della scalata rapida in frenata. Io sono abituato a frenare per circa un secondo prima di scalare da 8° a 7° marcia, così da sfruttare il freno motore per ogni singola marcia e soprattutto non bloccare l’asse posteriore o le gomme.

A quanto pare il gioco però preferisce l’altro stile di frenata, ovvero una scalata repentina col motore che va più volte fuori giri. Una scelta scellerata se riportata nel mondo reale, dove i piloti finirebbero come Ericsson nello scorso weekend di Monza. Resta il fatto che, risultati alla mano, questo resti il modo più efficace per frenare, come dimostrano anche i piloti di esports che ne abusano. Poco realistico e decisamente letale per un vero motore/differenziale, ma tant’è.

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Anche in accelerazione il discorso è simile. Non serve guardare molti Gran Premi per notare che nessun pilota, nemmeno in qualifica, scende fino alla 1° marcia per affrontare una curva (se non nel tornantino di Monaco). Nelle versioni virtuali è invece un’usanza piuttosto comune per avere una rotazione della vettura più stretta rispetto a quella ottenibile magari in 2° marcia. Anche qui è un aspetto decisamente irrealistico, ma che funziona al netto dell’esperienza di gioco.

Non me la voglio però prendere con Codemasters, perché ritengo che questi due aspetti siano catalogabili nel “cheesing” a cui molti giocatori fanno affidamento per migliorare le proprie performance, pur essendo contrarie alle leggi della fisica.


Ho voluto dunque trovare il pelo nell’uovo, per un gioco che globalmente è davvero stupendo e merita tutto l’amore che la community gli può dare. Ora è tempo di tuffarsi nel multiplayer per decorare la mia superlicenza ed evitare i soliti troll di curva 1, che spero un giorno possano essere bannati per mesi e mesi dalle nostre pacifiche lobby di piloti virtuali.

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