Dying Light 2 – Anteprima E3 2018

Il nuovo Medioevo

Dying Light 2 – Anteprima E3 2018
Dying Light 2 – Anteprima E3 2018

Los Angeles – Dobbiamo davvero darvi qualche numero per ricordarvi del successo sbalorditivo del primo Dying Light? Non bastano 13 milioni di utenti totali, di cui 500000 attivi settimanalmente? Seriamente? Come dar torto a Techland, come impedirgli di sfornare un nuovo capitolo del suo peculiare “FPP”, “First Person Parkour” a base di zombie, sopravvivenza e disperazione? Solo che questa volta i polacchi intendono fare le cose davvero in grande, tant’è che la stessa Microsoft si è presta la briga di dargli il suo palco E3 per un paio di minuti, giusto il tempo di annunciare Dying Light 2 ufficialmente e di beccarsi migliaia di applausi scroscianti, in sala e da casa.

Per non parlare dell’inserimento all’interno del team di sviluppo di un certo “Chris Avellone”, uno di quei tipi dell’industry che tutti dovrebbero conoscere. E anche chi non lo dovesse conoscere, sicuramente avrà giocato qualcosa su cui lui ha messo le sue mani d’oro (ci limitiamo a citare Planescape: Torment in questa sede, che non abbiamo mica il tempo di starvi ad elencare tutto ciò su cui ha lavorato). Già, non fossero sufficienti le botte da orbi e il free-running, la sua pregiata penna contribuirà a mettere in piedi un impianto narrativo studiato per offrire scelte talmente importanti ed impattanti da plasmare non solo eventuali finali o dialoghi, ma l’intero mondo circostante. La decadente e disperata post-apocalisse di Techland, auto-definita dal team un vero e proprio “Medioevo moderno”, promette di offrire un seguito al già ottimo Dying Light davvero memorabile.

Il modo migliore per spiegare come e quanto impatteranno le scelte sullo sviluppo della propria partita è utile citare un esempio concreto ed accennato nel trailer gameplay diffuso in fase di annuncio, protagonista di una demo vista in azione all’E3 2018, anticipata da un preambolo legato alle classiche novità introdotte. Ci sarà un maggiore focus sul parkour, con animazioni migliorate (merito del poderoso motore di gioco, in grado di sfoderare un dettaglio grafico semplicemente pazzesco, anche alla luce della vastità – promessa – del mondo circostante, che per altro sarà 4 volte più grande del precedente) che permettono di muoversi ancora più agilmente e comodamente, e sezioni ai limiti del puzzle game in cui bisognerà studiare e individuare il percorso adatto, arrampicandosi e appigliandosi ove possibile e dosando a dovere la stamina (che acquisirà un valore ancor più cruciale nell’economia di Dying Light 2), mentre il ciclo giorno/notte avrà una maggiore influenza sul gameplay, con alcune creature completamente allergiche alla luce del sole (arrivando a paralizzarsi o a subire molti più danni del normale), che passeranno le ore di luce immobili, ben nascosti in veri e propri nidi in cui potrete ritrovarvi vostro malgrado durante il vostro peregrinare, salvo poi sfoderare tutta la propria fame brutale dal tramonto all’alba.

Dying Light 2

Le scelte, dicevamo: dopo aver superato indenni una sezione “parkour-puzzle” (concedeteci la licenza poetica), il nostro protagonista si ritroverà ad avere a che fare con Jack e Joe, due sopravvissuti che tengono sotto scacco la riserva idrica. Hanno massacrato l’emissario dei Peacekeepers, una delle fazioni pronte a spartirsi la città, di cui dovremo attirare l’attenzione per poterne entrare a far parte, e spetta al giocatore decidere che approccio utilizzare, e quali benefici (e malus) ottenere: vendicare i PK significa massacrare i due loschi individui, scelta vista in azione che ci ha permesso di appurare anche la brutale intensità del combat system, truculento e spettacolare al punto giusto (complici armi improvvisate davvero distruttive). In cambio lasceremo questa mancata forza di polizia prendere il controllo della torre e dell’area circostante e ripristinare l’ordine con le buone e le cattive, ma in compenso l’acqua tornerà a scorrere in tutta la città, la quale diventerà indubbiamente più verde e rigogliosa, e in forma gratuita, libera come sarà per tutti i comuni cittadini; e come se non bastasse, inoltre, installeranno delle carrucole con cui raggiungere più facilmente i tetti. Al contrario, allearsi con i due significa mettere quella parte di città in ginocchio, renderla un’arida terra di nessuno, e permettere al mercato nero “La Puerta” di prosperare, portando un bel po’ di gentaglia a vagare tra le strade, in cambio però di una “tangente” periodica dai due, per noi, e della sana anarchia.

Dying Light 2

L’unica vera paura che emerge da quanto visto di Dying Light 2 riguarda chiaramente proprio la questione delle scelte: saranno davvero così impattanti? Quanti percorsi alternativi offriranno? Quanto sarà realmente diversa ogni partita dall’altra? Techland ha confermato che sarà possibile giocarlo in co-op fino a 4 giocatori, e che ognuno potrà mantenere la propria partita, con la propria versione della città (apparentemente immensa), andando quindi a provare altri percorsi differenti nelle “instance” altrui senza intaccare la propria, ma si tratterà solo di poche scelte chiave a fare realmente la differenza, relegando tutto il resto a mere sfumature? Si tratta comunque di dettagli secondari: la presenza di Avellone è già di per sé una garanzia, e in un gioco come Dying Light 2 è il gameplay il fulcro principale, ma il vivere una storia così multiforme e potenzialmente avvincente, oltre che rigiocabile e malleabile, non è una cosa da buttare.

Bigger, better: sembra scontato, ma è quel che Dying Light 2 ci ha trasmesso. Ha tutte le carte in regola per prendere quanto di buono fatto dal primo, ottimo capitolo e di proiettarlo alla massima potenza, andando prima a migliorare la componente parkour, tra i suoi segni distintivi, poi il comparto tecnico duro e puro, indubbiamente impressionante già in fase pre-alpha, e inserendo il tutto in un contesto narrativo potenzialmente di altissimo livello, complice la firma di una vera leggenda dell’industria videoludica. Non ci resta che attendere il prossimo anno (purtroppo) per scoprire come e quanto le scelte impatteranno le nostre partite, o quantomeno la prossima fiera per poterlo testare con mano e saggiare le bontà del combat system.


Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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