Downward Spiral: Horus Station – Anteprima GDC 18

Walking sim... shooter

Downward Spiral: Horus Station – Anteprima GDC 18
Downward Spiral: Horus Station – Anteprima GDC 18
Data di Uscita:Genere:, Sviluppatore:

Non sappiamo se anche per voi è così, ma uno dei nostri sogni reconditi è sempre stato quello di viaggiare nello spazio, di vivere sensazioni viste solo nei film (o nei videogiochi), tra cui quella della gravità zero. Nell’ultimo periodo sono usciti giochi come Tacoma o ADR1FT, ambientati anch’essi nello spazio, i quali ci hanno fatto già provare l’assenza di gravità, ma l’intenzione dei ragazzi di 3rd Eye Studios è quella di renderla il più verosimile possibile. Facciamo un breve passo indietro però, spiegandovi che il loro progetto, Downward Spiral, è anch’esso ambientato in una stazione spaziale, e a prima vista parrebbe avere molte cose in comune con i titoli sopra citati. In realtà è molto diverso, almeno per quanto riguarda il modo in cui il nostro protagonista si muove: egli potrà sia aggrapparsi e darsi una spinta per muoversi nella stazione spaziale, ma anche usare una specie di rampino che troverà poco dopo aver iniziato l’avventura. Vi basterà puntare un appiglio (che non sia troppo lontano) ed un lazo vi trainerà in quella direzione, trovandovi dunque ad aggrapparvi da una parte all’altra per raggiungere una porta o un interruttore.

Superato questo ostacolo, che vi assicuriamo, nei primi minuti rappresenterà una vera e propria sfida, potremo concentrarci sul gioco, sull’avventura. Attenzione però, gli sviluppatori ci anticipano che non ci sarà nessun dialogo, ma che la storia verrà narrata attraverso oggetti, ambientazioni, indizi da cogliere, messaggi intrinsechi: loro hanno fatto riferimento ad un gioco come Inside, ma noi faremmo attenzione ad accostarci ad un simile capolavoro. Quello che abbiamo fatto noi è muoverci nella stazione, premere qualche pulsante qua e là per aprire porte, o inserire delle capsule negli appositi spazi; nulla di così eccitante, oseremmo dire. Poi, proprio quando ci apprestavamo ad uscire dalla stazione per affrontare “lo spazio”, la demo è terminata.

Altra cosa da segnalare è che non si tratta del solito “walking simulator“, ma qui ci saranno dei nemici ed avremo quindi anche delle armi, quindi oltre alla fase esplorativa, a quella “puzzle”, nel gioco ci saranno anche delle sezioni di shooting. Tuttavia, per coloro che non amano particolarmente l’azione, c’è la possibilità di giocarlo senza i nemici: le armi ci saranno lo stesso, ma praticamente saranno fini a sé stesse.

Se c’è qualcosa che ci ha colpito di Downward Spiral: Horus Station, è senza dubbio l’alone di mistero misto all’atmosfera sci-fi, che è palpabile fin dall’inizio, anche grazie ad una colonna sonora particolarmente ispirata. Certo, ci ritroveremo catapultati nell’avventura senza sapere come, quando o perché, ma da un lato questa scelta spinge sicuramente il giocatore a voler scoprire di più. Inoltre il gioco può esser giocato in co-op: non abbiamo avuto modo di provare questa modalità, ma da quanto abbiamo capito, cambieranno ad esempio le tempistiche per la risoluzione di un puzzle (dovremo coordinarci con l’altro giocatore per azionare leve e meccanismi al momento giusto), e anche i nemici saranno più numerosi. A quanto pare ci saranno anche modalità competitive, come quella PvP, anche se non abbiamo avuto molti dettagli a riguardo.

Purtroppo, malgrado i buoni propositi, dobbiamo dire che l’impressione è quella che gli sviluppatori stiano osando un po’ troppo, rischiando di non dare un’identità precisa al proprio gioco. Capiamo la volontà di rendere il più realistico possibile l’effetto gravità zero, ma a conti fatti ci è sembrato solo frustrante come elemento, distraendoci dall’atmosfera in cui ci trovavamo, per cui avremmo gradito un sistema di controllo più semplice, seppur poco realistico. Allo stesso tempo, la possibilità di scegliere se affrontare il gioco con o senza nemici, ci ha lasciato perplessi: crediamo che se il gioco sia stato concepito con armi e nemici, chi come il sottoscritto lo giocherebbe senza, per godersi atmosfera e narrazione, si troverebbe a giocare qualcosa a cui per forza di cose mancano “dei pezzi”.

Lo giocheremmo senza armi anche perché non ci ha convinto del tutto, soprattutto col pad, il sistema di mira, che soprattutto all’inizio, richiede una precisione elevata per colpire i piccolissimi nemici svolazzanti. La cosa migliora con un’arma simile ad un mitra, ma solo perché ci permette di sparare un po’ più alla cieca. Infine, non vediamo la necessità di modalità competitive per un gioco che, almeno all’apparenza, punta ad essere prima di tutto un’avventura capace di far immergere il giocatore in un’atmosfera spaziale, o almeno, è quello che ci aspettavamo.

Chi vi scrive è dell’opinione che non vada mai fatto il passo più lungo della gamba, soprattutto quando si è uno studio indipendente e quindi con poche risorse a disposizione, anche se il team è formato da persone che hanno una certa esperienza. Questo non vuol dire non osare e creare qualcosa di banale, bensì di concentrarsi su qualcosa di specifico e ben definito, concentrando le proprie forze su pochi, ma fondamentali aspetti. Quello che abbiamo visto in Downward Spiral: Horus Station è la voglia di mettere troppa carne sul fuoco: VR, co-op, PvP, PvE, possibilità di giocarlo con o senza nemici, ci sembrano davvero troppi elementi per poter esser sviluppati come si deve, sopratutto per un gioco in uscita questa primavera. Avendo visto solo una piccola area del gioco, siamo certi che ci siano ancora molte altre cose da scoprire o vedere, però la sensazione resta quella di un gioco senza un’identità ben definita. Tra poco tempo scopriremo se le nostre impressioni verranno confermate oppure no.


E' passato troppo tempo per ricordare il mio primo approccio al mondo videoludico... Limpido è invece il ricordo della prima console, un Atari 2600, e dei giorni interi passati a giocarci. Da allora sono cambiate molte cose: i videogiochi sono diventati il mio lavoro, non ho più tutto quel tempo per giocarli ed ormai sono pochi quelli che mi lasciano a bocca aperta. Ma al di là di tutto, l'amore c’è ancora, così come la voglia di arrivare un giorno a crearne uno… Ecco, se non si fosse capito, sono un eterno “sognatore"!

Lost Password