Cladun Returns: This Is Sengoku! -Recensione

Cladun Returns: This Is Sengoku! -Recensione
Cladun Returns: This Is Sengoku! -Recensione
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L’epoca sengoku, un’era ricordata su tutti i libri di storia per la sanguinosa guerra civile che avvenne fra i feudi del Giappone. Tutti i capi feudali più potenti, i così detti daimyo, combattevano fra di loro per conquistare le terre dei vicini più deboli, non esisteva più un potere centrale in grado di unificare e tenere a freno le mire espansionistiche dei signori della guerra. In questo periodo durato ben più di 120 anni, tante figure storiche dal calibro di Oda Nobunaga, Tokugawa Ieyasu e Toyotomi Hideyoshi divennero famosi per le loro imprese che hanno portato ad essere il Giappone la nazione che oggi conosciamo.

La storia del Sol Levante è indubbiamente molto complessa da spiegare e da capire soprattutto per gli occidentali che si ritrovano sommersi da tanti termini di origine nipponica, ma un’infarinatura di questi fatti storici è d’obbligo per comprendere una piccola perla videoludica come Cladun Returns: This is Sengoku!
Il nuovo Cladun è ambientato niente poco di meno che in questo periodo del passato, dopo le atmosfere leggere di Cladun: This is an RPG e del seguito Cladun X2, la serie ha cambiato completamente ambientazione.

Nei panni di un o una protagonista di cui sceglieremo il nome e l’aspetto inizia la nostra avventura nell’epoca sengoku. Non abbiamo ricordi del nostro passato e di ciò che ci ha portati sulla terra di Arcanus Cella, sappiamo solo di essere morti. Questa traumatica scoperta non ci ferma dall’iniziare ad esplorare i dintorni in cerca di risposte, una ricerca che ci porta ad imbatterci nelle più importanti figure storiche dell’epoca sengoku disperse nei vari dungeon. Salvandole e riportandole al villaggio, le anime dei daimyo diventano nostri alleati e compagni di avventure, in pieno stile Pokémon dovremo collezionarle tutte.

In Cladun ci sono più di 50 signori della guerra da collezionare, riuscirete a trovarli tutti?

Nella sua semplicità, la trama ci offre una scusa per esplorare centinaia di livelli ricchi di trappole e nemici di ogni sorta. La varietà è molta e Cladun si rivela fin da subito un gioco improntato verso l’azione, i dialoghi sono pochi al contrario delle battaglie che si susseguono una dietro l’altra.

Come tutti i Cladun, anche questo capitolo è un dungeon crawler con elementi tipici degli action JRPG. Nei panni del personaggio principale siamo chiamati ad addentrarci in dungeon pullulanti di nemici che si muovono su schermo in tempo reale. In una situazione tipica, ad esempio, dobbiamo fare attenzione a non farci avvistare dai cinghiali pronti a caricarci a testa bassa o muoverci alle spalle di un soldato per colpirlo di sorpresa e così via.
Anche il terreno stesso può rivelarsi un pericolo, calpestando una trappola si può finire colpiti da fiamme o frecce, altre volte, invece, si possono trovare delle cure o dei tesori. Più avanti, Cladun inserisce anche alcuni semplici enigmi da risolvere, per aprire alcune porte è necessario attivare una leva o uccidere un determinato nemico, uscire da un dungeon richiede quindi anche un po’ di ingegno e non solo forza bruta.

Ogni livello è molto breve e può durare anche solo una manciata di minuti, una volta raccolta l’anima del guerriero disperso, l’obiettivo principale diviene semplicemente quello di trovare l’uscita del labirinto. Una missione che certe volte è ostacolata da un ostico boss di fine livello, uno dei primi è ad esempio il temibile serpente a otto teste Orochi, una sfida che testa se abbiamo compreso le meccaniche di base del gioco. In caso contrario, la sconfitta è dietro l’angolo.

Tali meccaniche di gioco sopra citate vengono spiegate nel tutorial ma risultano un po’ ostiche da comprendere specialmente all’inizio. Uno dei primi dubbi su cui bisogna arrovellarsi è la classe del nostro avatar, ne esistono diverse fra cui scegliere e alcune non sono consigliabili per combattere come quella del guaritore o del mercante, meglio optare per il classico samurai o per lo spadaccino essendo più bilanciati a livello di punti vita e di attacco. Ogni classe ha delle abilità uniche perciò è bene creare un personaggio per ognuna di esse poiché, fortunatamente, Cladun da la possibilità di creare tantissimi eroi pixellosi da chiamare nel momento del bisogno.

Avere tanti personaggi e daimyo permette infatti di sfruttare pienamente il magic circle, un sistema dove l’eroe principale sceglie i suoi vassalli e gli strumenti da posizionare in esso per ottenere dei bonus sulle statistiche, attenzione però, in alcune caselle esistono anche dei malus perciò è necessario studiare attentamente come sfruttare le proprie risorse.

I vassalli stessi possono anche sostituire il personaggio principale in caso di bisogno, tale modifica può essere effettuata solo prima di addentrarci in un dungeon, l’avatar che abbiamo precedentemente creato può essere quindi rilegato a un ruolo secondario. Esistono più di 200 tipi di magic circle da scoprire e ricomporre, la scelta è incredibilmente ampia e richiede uno studio attento, non si possono posizionare guerrieri e oggetti a caso sperando di superare i livelli con il solo aiuto della dea bendata o di qualche colpo sferrato a caso.

L’alto livello di sfida offerto da Cladun Returns non è per tutti, dopo un semplice tutorial la difficoltà aumenta di colpo.

Anche l’equipaggiamento da indossare rappresenta un elemento importante per chi si avventura in un dungeon. Ci sono ben 8 tipi di armi caratterizzate per adattarsi a ogni stile di gioco. Il martello è più lento ma ha un attacco maggiore e può distruggere le pareti, la katana è più veloce e permette combo di tre colpi, ogni armamento è unico e può essere potenziato dal fabbro del villaggio. Stesso identico discorso vale anche per le armature e gli scudi, ci sono tuniche che aumentano la magia e corazze che invece si focalizzano solo sulla difesa.

Tutto ciò può essere non solo potenziato ma anche personalizzato nell’aspetto grazie al pixel editor dove è permesso liberare la propria fantasia. Si può pasticciare e creare armi ma anche personaggi di ogni genere e poi condividerli con i propri amici online. Non è finita qui però, anche la musica può essere editata a proprio piacimento, Cladun è un gioco meravigliosamente creativo, si possono trascorrere ore e ore solo a comporre e scomporre tutto ciò che ci circonda o quasi.
La colonna sonora viene inoltre incontro anche a chi non ama la musica 8-bit, esiste pure una versione moderna e riarrangiata della ost per accontentare un po’ tutti.

L’esperienza di gioco di Cladun viene coronata infine da una modalità multiplayer per sfidare i propri amici nella raccolta del maggior numero di tesori o collaborando con loro per finire i temibili Death-geon, dungeon difficilissimi creati appositamente per la modalità co-op. I giocatori più bravi potranno anche vantarsi online dei propri punteggi esposti nelle apposite leader board. Cladun Returns: this is Sengoku! promette quindi tantissime ore di gioco, venendo incontro a tanti tipi di giocatori da quelli più creativi ai competitivi, l’unico limite è la grafica 8bit, chi la ama non potrà che innamorarsi a prima vista di Cladun, chi invece preferisce uno stile più moderno dovrà invece arrendersi e indirizzarsi verso un altro gioco.

Conclusioni

In conclusione, Cladun Returns: This is Sengoku! è promosso, ma con riserva. Si tratta di un action JRPG molto particolare, caratterizzato da una grafica volutamente retrò e da un alto livello di sfida. Dopo il tutorial solo i giocatori che hanno compreso appieno le basi del gioco potranno continuare illesi l’avventura. Tra una battaglia e l’altra, chi possiede un senso artistico più o meno sviluppato si divertirà certamente anche ad editare le musiche, i personaggi ed i loro equipaggiamenti per poi condividere le proprie opere online.

La creatività è di casa su CladunGli amanti dell’epoca 8bit non potranno quindi che cedere al fascino di questa gemma. Al contrario, chi non apprezza questo tipo di stile e i giochi che richiedono pazienza e impegno non si troverà purtroppo a proprio agio nelle terre di Arcanus Cella.

Good

  • Tantissimi livelli e modalità di gioco disponibili
  • Artisticamente superbo, la pixel art e la musica 8-bit creano un’atmosfera nostalgica e originale
  • Il Pixel Editor permette un incredibile livello di personalizzazione

Bad

  • ...ma a volte è un po’ troppo dispersivo e soverchiante
  • Alcune meccaniche del gioco sono poco intuitive
7.5

Niente male

Insistere per avere un Game Boy nel lontano 1998 è stata una delle migliori idee che abbia mai avuto, da allora non si è più allontana dal mondo videoludico. Più allenatrice di Pokémon che studentessa, quando il dovere la chiama studia giapponese, in realtà il secondo fine è capire la trama dei suoi JRPG preferiti.

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