Another Sight – Anteprima GDC 18

Il gatto è il miglior amico dell'uomo

Another Sight – Anteprima GDC 18
Another Sight – Anteprima GDC 18
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San Francisco – Se una volta le software house italiane si potevano contare sulle dita di una mano, il nostro paese sta iniziando a mostrare il suo valore anche a livello internazionale. Così solo quando siamo andati all’appuntamento di Another Sight ci siamo resi conto che il gioco che stavamo andando a vedere era un progetto tutto italiano, e con ancor più piacere abbiamo scoperto cosa si celava dietro questo titolo.

Un altro punto di vista, o meglio, proprio un modo di vedere diverso dal normale, quello della nostra protagonista; una ragazza cieca (che ricorda molto Alice nel Paese delle Meraviglie) che quindi dovrà usare gli altri sensi per orientarsi. Proprio su questo aspetto si sono soffermati i ragazzi di Lunar Great Wall Studios: a differenza di altri titoli in cui noi videogiocatori vedevamo il mondo attraverso le onde sonore, qui l’aspetto grafico e il modo in cui Kit (questo è il nome della ragazza) riesce a vedere ciò che la circonda, è diverso, quasi magico.

In realtà Kit ci vedeva fino poco prima che iniziasse la sua avventura: ci troviamo a Londra, ma non quella che conosciamo: è quella del 1899, in un paese in cui le persone più disagiate sono state costrette a rifugiarsi nelle fognature, creando una vera sub-società. Lei viene da una famiglia benestante, vive ancora nel mondo superficiale, almeno fino a che, a causa di un crollo si ritrova nei sotterranei, dopo un volo di qualche metro, purtroppo privata della vista. Fortunatamente troverà a farle compagnia un gatto, Hodge, che con il suo calore e i suoi movimenti riuscirà “ad illuminare” l’ambiente circostante, permettendole di orientarsi e quindi di procedere lungo il suo cammino verso l’uscita e verso i suoi genitori. In questo platform/puzzle game in 2D comanderemo sia la ragazza che il gatto: basterà premere un pulsante per passare da uno all’altro, e saranno le loro azioni, congiunte, a permetterci di risolvere enigmi e quindi i livelli. Non solo il gatto terrà lontani i topi, ma potrà raggiungere punti e meccanismi altrimenti irraggiungibili per Kit, oltre a far muovere oggetti e creando quindi dei rumori che possano aiutarla a vedere la strada da percorrere.

L’idea di base di rappresentare questo “punto di vista” in maniera diversa rispetto a come è stato fatto nel passato ci piace, così come ci piace il contesto di una Londra sotterranea e le varie ambientazioni, con riferimenti e stili ispirati ad artisti dell’epoca, come ad esempio Monet. A non piacerci è purtroppo l’aspetto/identità troppo “fiabesco” della ragazza, la sua figura sembra stonare con quel mondo sotterraneo, che è invece molto intrigante e misterioso. Gli sviluppatori ci hanno perciò sottolineato sia il fatto che essendo lei di famiglia benestante, e capitando per caso nei bassifondi, non poteva che avere quelle sembianze, rivelandoci però che durante l’avventura si sarebbe “sporcata” anche lei. Inoltre, dal loro punto di vista, Another Sight è a tutti gli effetti una fiaba, perciò ci aspettiamo che almeno sotto l’aspetto narrativo possa colpirci e farci sognare.

Anche perché per quel che riguarda il gameplay non abbiamo visto nulla di eclatante e c’è ancora qualcosina da sistemare con i controlli dei personaggi: ad esempio passare da una piattaforma all’altra con il gatto non è stata sempre una cosa semplice, abbiamo dovuto fare più di qualche tentativo per azioni che di norma si dovrebbero fare ad occhi chiusi. A quanto pare però gli sviluppatori ne sono al corrente e stanno lavorando anche sotto quell’aspetto, per consegnarci un gioco che funzioni e allo stesso tempo lasci il segno, che lo giochiate su PS4, Xbox One, Switch o PC.

Alcune produzioni nostrane ci hanno fatto vedere come anche gli sviluppatori italiani sappiano realizzare giochi di un certo livello, e soprattutto ci hanno anche dimostrato che il lato artistico fa parte del nostro DNA. L’intento degli sviluppatori di Another Sight è quello di creare una fiaba, che si sviluppa attraverso un gameplay semplice ma allo stesso tempo riflessivo, magari per aggiungere un altro tassello al puzzle che si sta pian piano creando anche sul fronte videoludico del Bel Paese. Nonostante qualche nostra perplessità dobbiamo comunque dire che i ragazzi hanno le idee chiare, ma come sempre solo l’insieme potrà dirci se il risultato sarà quello voluto.


E' passato troppo tempo per ricordare il mio primo approccio al mondo videoludico... Limpido è invece il ricordo della prima console, un Atari 2600, e dei giorni interi passati a giocarci. Da allora sono cambiate molte cose: i videogiochi sono diventati il mio lavoro, non ho più tutto quel tempo per giocarli ed ormai sono pochi quelli che mi lasciano a bocca aperta. Ma al di là di tutto, l'amore c’è ancora, così come la voglia di arrivare un giorno a crearne uno… Ecco, se non si fosse capito, sono un eterno “sognatore"!

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