Battle Royale vs Multiplayer : quando la vecchia scuola vince a mani basse!

Per me i Battle Royale non hanno il fattore X

Battle Royale vs Multiplayer : quando la vecchia scuola vince a mani basse!

Due settimane dal rilascio di Call of Duty, durante le quali i pregi di questo titolo sono rimasti tali, alcuni dei fastidiosi bug iniziali sono stati fixati ed io devo recuperare una mole di ore di sonno ormai incalcolabile – bei tempi quando fare le 6 del mattino col pad in mano era la normalità –
Ho avuto tutto il tempo per approfondire Black Ops IIII, senza scadenze a farmi pressioni e ciò che ho visto, giocato e che continuo a giocare non smette di coinvolgermi come solo il caro buon Black Ops II era stato in grado di fare. Mancano ancora alcune feature in game, come le casse premio – si sa, adoro le skin di gioco – e la modalità competitiva, che verrà ufficialmente lanciata a Dicembre, in contemporanea con l’inizio della Call of Duty PRO League, del resto la mia “dipendenza da competizione” è un fardello che mi porterò sempre dietro.

Il multiplayer colpisce e convince e la modalità Blackout, sebbene punti fortemente sul fattore ricordi, non è riuscita a portarmi finalmente ad apprezzare i Battle Royale come genere. Naturalmente, questo è il mio pensiero, se volete esprimere il vostro, lasciate pure un commento.

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Sì, perché fortunatamente l’arrivo della modalità Battle Royale non ha cambiato l’anima del gioco, né il suo lato eSportivo. A due settimane dal lancio mi sono avvicinata alla modalità Blackout solo una decina di volte, forzata da scadenze ed inviti di amici di vecchia data (in basso trovate il video della nostra live su Blackout). Ancora oggi non riesco a trovare quella scintilla necessaria per far sì che io mi appassioni a questo genere che sta dettando i trend del momento in ogni sua sfaccettatura, nemmeno se la modalità Battle Royale è giocabile sul titolo che mi ha accompagnato per 12 anni di vita.

Il fatto che io trovi poco appetibile questa tipologia di gameplay è di base legato alla durata dei match – circa 20 minuti – durante i quali il termine “frenesia” la fa da padrone solo verso la fine. Se aggiungiamo anche la latitanza del fattore “competizione”, per me fondamentale per uno sparatutto, la frittata è fatta e la noia è garantita.

Per questo la mia risposta è e sempre sarà: multiplayer a vita! La necessità di spirito di squadra, la competizione, la frenesia degli scontri, resteranno per me inarrivabili. È proprio il concetto di “gioco di squadra” che mi preme, sapere di avere dei compagni di team a supporto, realmente fondamentali per raggiungere la vittoria. Nei Battle Royale l’idea di squadra va a disperdersi, non perché non si possa giocare in compagnia, ma perché spicca principalmente il singolo giocatore e come riesce a cavarsela per sopravvivere fino alla fine della partita.

Per questo la mia risposta è e sempre sarà: multiplayer a vita

Credo sia anche questo uno dei fattori che ha spinto tanta utenza ad avvicinarsi ai Battle Royale, dal mio punto di vista sebbene i videogame si stiano rendendo man mano sempre più social, alle volte sembra che sia l’utenza stessa a discostarsi dalla socializzazione.
In quest’ottica il comparto Multiplayer di Black Ops IIII è stato sviluppato proprio per favorire il teamwork: grazie sia alle nuove modalità che alla diversificazione degli “Specialisti” è ormai necessario e fondamentale comunicare con i propri compagni di squadra, soprattutto in una delle modalità più coinvolgenti di sempre:“Furto”.

Si tratta di una modalità dall’idea semplice, seppur efficace, che prevede un budget iniziale di 500$ con i quali possiamo o meno acquistare armi o equipaggiamenti per migliorare il nostro personaggio e cercare di raggiungere la vittoria. Strutturato a round alla conclusione dei quali è possibile migliorare il proprio equipaggiamento in base a quanti soldi abbiamo guadagnato dall’ultimo turno, il fattore fondamentale è proprio il gioco di squadra quanto la comunicazione stessa: ognuno dei componenti del team deve dunque saper equipaggiare il proprio personaggio seguendo anche e soprattutto le esigenze della squadra.

Questo è ciò che io ho sempre amato di Call of Duty e che mi spinge ad amarlo ulteriormente con Black Ops IIII: il fattore “social”, che mi spinse a stringere amicizie online che hanno saputo invecchiare insieme a me, portandomi a ritrovare oggi la solita, cara vecchia cricca di quasi un decennio fa per tornare a nerdare fino a tarda notte.

Invecchiati, impegnati, ma pronti a spendere ore di sonno per giocare insieme. Del resto, questo è un altro sinonimo di quanto si tratti di un titolo più che accettabile: piace anche alla frangia più hardcore e incontentabile dei miei amici!

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Divora videogame dal 1994, ha donato la sua vita agli FPS giocando a livelli professionistici a Call of Duty. Segretamente innamorata di DOOMGUY, se non fragga si annoia. Nominata Ammiraglio della Flotta Quarian dopo la sua 12esima run di Mass Effect. Le piacciono il gin e i tatuaggi, quindi saprete sempre dove trovarla.

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