Death Stranding

Death Stranding

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8.5

Imperdibile

Death Stranding richiederà una collaborazione globale

Almeno per quanto ci ha capito Mikkelsen

Death Stranding

Ogni volta che una tessera viene aggiunta al puzzle di Death Stranding il quadro si fa sempre più oscuro, confuso… e vagamente folle (si sa che il confine tra genio e follia è davvero sottile). Questa volta a parlare dell’atteso titolo di Hideo Kojima è Mads Mikkelsen, di cui sicuramente ricorderete l’inquietante performance nel primo trailer del gioco.

In un’intervista con Total Film, Mikkelsen ha parlato di com’è lavorare con Kojima-san, di come le sessioni di motion capture siano decisamente inusuali e della sua totale incapacità di comprendere cosa il director abbia in mente:

Lui cerca di spiegarmelo ancora e ancora e penso di averlo capito, ma poi succede qualcosa e sono di nuovo perso. È troppo complicato, troppo folle, troppo bello. Sembra un po’ di essere tornati a scuola di recitazione ‘Buttati e improvvisa la scena: questo è quello che succede, non fare domande’.

Certo non dev’essere semplice seguire il genio di Kojima, ma nonostante la confusione di Mikkelsen riguardo il suo ruolo nella trama… e sulla trama in generale, c’è qualcosa che l’attore crede di aver capito, ovvero che il ruolo chiave della collaborazione nel gioco:

L’intero concetto di giocare a Death Strandind, come ho capito, necessita della collaborazione di persone diverse da diverse parti del mondo, il che aggiunge un altro livello di ‘fantasticità’ al gioco.

Ovviamente non ci è ancora dato sapere di come questa cosa funzionerà nel dettaglio, ma noi sappiamo bene che Hideo Kojima non è nuovo a questo tipo di esperimenti: basti pensare a Metal Gear Solid V: Phantom Pain e al “finale segreto” ottenuto solo quando tutta la community del gioco ha rinunciato alle armi nucleari. Speriamo di scoprire di più riguardo ai piani su Death Stranding grazie al prossimo trailer che sarà presentato all’E3… ma qualcosa ci dice che non sarà così semplice capirci qualcosa.


Fonte

Cresciuta con un fratello più grande di 7 anni, le console sono state il suo pane quotidiano fin dalla nascita. Dopo l'uscita della PlayStation si è buttata sui j-rpg, ma nel suo cuore rimane indelebile il ricordo del riccio supersonico targato Sega.

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