Fortnite e altri videogiochi rischiano di danneggiare le vite dei bambini

Fortnite

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Niente male

Fortnite e altri videogiochi rischiano di danneggiare le vite dei bambini

La stampa britannica si scaglia contro Fortnite

Fortnite e altri videogiochi rischiano di danneggiare le vite dei bambini

Poteva il gioco del momento non finire nell’occhio del ciclone dei media mainstream? Assolutamente no. E così, da un giorno all’altro, la stampa del Regno Unito ha iniziato una campagna contro il titolo di Epic Games, capace oramai di muovere masse e masse di giocatori, forse anche grazie al mondo di gioco costruito dal team di sviluppo, in grado di appassionare non solo per i furiosi scontri della modalità gratuita Battle Royale.

È Eurogamer.net a stendere un report ben preciso dell’attacco che Fortnite sta vivendo in questi giorni in Inghilterra. Si parte proprio da uno dei quotidiani più conosciuti, ovvero il Telegraph, che inizia con un articolo (bloccato dietro un paywall) dal titolo “Fortnite e altri videogiochi rischiano di danneggiare le vite dei bambini”. Purtroppo il titolo cita le dichiarazioni di Matt Hancock, segretario alla cultura del Parlamento Britannico. Non è ovviamente mancata la risposta di Jo Twist, boss di UKIE (paragonabile alla nostra AESVI), che ha lanciato parole al vetriolo nei confronti di Hancock.

Il giocare con i propri amici online, in un modo bilanciato e sicuro, è parte integrante della vita del ventunesimo secolo. Non c’è nessuna prova evidente che i videogiochi possano creare dipendenza.

Decisamente diverso il tono del Sun, che sbatte in prima pagina Fortnite con un titolo spaventoso. “Fortnite ha trasformato i miei ragazzi in mostri”. E poi si continua, con la testimonianza di una lavoratrice di Cardiff (in Galles) che dice di essere stata praticamente obbligata a pagare 400 Sterline negli ultimi tre mesi, perché suo figlio di dodici anni è dipendente dal gioco.

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L’altro giorno ho speso 8 Sterline per far sì che il suo personaggio potesse ballare. Do a Tyler circa 15 sterline di paghetta, che pago direttamente sul suo account Xbox, ma chiede sempre 3 o 4 Sterline extra. Il problema è che tutti i suoi amici ci giocano, addirittura i suoi cugini e anche mio fratello

Chiudiamo con un caso, sempre riportato in Inghilterra, che non è decisamente nuovo. Un ragazzino di 11 anni infatti ha deciso di rubare la carta di credito della mamma, spendendo circa 254 Sterline in microtransazioni per Fortnite. Il tutto mandando in rosso il conto corrente della famiglia, che non deve aver passato dei bei momenti leggendo l’estratto conto della banca.

Ovviamente, come al solito, qui la battaglia è tra chi difende Fortnite e chi lo accusa. Forse basterebbe utilizzare un po’ di più il buon senso: più controllo da parte dei genitori e magari in famiglia si potrebbe anche parlare un po’ di più di come spendere il proprio denaro e responsabilizzare la propria prole. Per fortuna i videogiochi possono essere anche d’esempio per costruire qualcosa di molto più positivo e incoraggiante.


Fonte

Mi definisco amante dell'industria dei videogiochi. Adoro ogni sfaccettatura di questo mondo e ho deciso di farne, in qualche modo, il mio lavoro. Quando non scrivo (e non gioco, ovviamente) mi diletto tra la chitarra, il calcetto e le serie TV.

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