I videogiochi sono parte del problema delle sparatorie, secondo Trump

Le dichiarazioni e i pensieri del presidente dopo la strage di San Valentino

I videogiochi sono parte del problema delle sparatorie, secondo Trump

Dopo i tragici fatti del giorno di San Valentino, dove in una scuola a Parkland, in Florida, sono morti 14 ragazzi a causa di un’aggressione con un’arma automatica, i videogiochi tornano nel mirino della politica. I più “anziani” lettori di GameSoul sicuramente ricordano il massacro di Columbine, e anche allora la politica statunitense diede la colpa ad una serie di fattori come musica metal, animazione violenta, cinema violento e ovviamente i videogiochi.

Sono proprio i videogiochi a tornare nell’occhio del ciclone. Anche questa volta la politica non ha esitato dal puntare il dito contro, ma questa volta non l’ha fatto un Senatore di chissà quale stato degli USA, bensì Donald Trump, l’attuale presidente di tutti gli Stati Uniti d’America. In verità l’ex tyconn ha usato parole decisamente più morbide, imputando “solamente” parte della colpa ai videogiochi e ai film violenti.

“Sento sempre più persone dire che il livello di violenza nei videogiochi è in grado realmente di modellare le menti dei giovani”, ha dichiarato Trump durante un meeting alla White House. Ed è effettivamente una sorta di dichiarazione decisamente più morbida rispetto a quelle dei politici statunitensi che in passato ci hanno abituato a reazioni di questo genere.

Ovviamente Donald Trump sa benissimo che la colpa non può essere solamente dei videogiochi. Anche se nell’industria ogni tanto vengono pubblicati giochi di chiaro stampo violento, una buona parte dei “moventi” che spingono i ragazzi ad armarsi e uccidere è la società, così come i pensieri instabili di tante persone, che spesso portano ad avere reazioni negative davanti ad anni di bullismo. Per questo motivo la presidenza Trump sta pensando seriamente, questa volta, di rendere più difficile l’accesso alle armi automatiche, le maggiori responsabili delle stragi nelle scuole statunitensi, come ad esempio l’alzare l’età minima per acquistare determinati tipi di fucili e mitragliette. In tutto ciò trova anche spazio la possibilità di innalzare i controlli per la salute mentale.

Sicuramente una bella gatta da pelare per Donald Trump, che ha avuto almeno per ora diverse sparatorie di massa di cui occuparsi nel primo anno del suo mandato. Una situazione dal quale è difficile uscirne, ma siamo sicuri che il presidente non bandirà nessun gioco. Anche perché lui stesso, probabilmente, è un giocatore di uno sparattutto piuttosto conosciuto.


Fonte

Mi definisco amante dell'industria dei videogiochi. Adoro ogni sfaccettatura di questo mondo e ho deciso di farne, in qualche modo, il mio lavoro. Quando non scrivo (e non gioco, ovviamente) mi diletto tra la chitarra, il calcetto e le serie TV.

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