Planet Alpha

GDC 2017

Planet Alpha – Anteprima GDC 2017

Come sopravvivere in universi sconosciuti ...

Planet Alpha

San Francisco – Un cartellone pubblicitario che raffigura un ponte di pietra, al centro vi staziona una figura che non si capisce se sia aliena o meno, ed alle sue spalle un grande sole ed un secondo pianeta, più piccolo, che generano una luce rosea, un tramonto particolarmente evocativo. Ecco, come si fa a non fermarsi un attimo, almeno per capire di cosa tratti questo gioco chiamato Planet Alpha? A dire il vero lo avevamo già adocchiato prima di arrivare in GDC ed abbiamo preso appuntamento con il creatore, per farci illustrare questo affascinante (almeno esteticamente) progetto.

Planet Alpha è un action a scorrimento laterale, in cui comandiamo questa figura che ha sì qualcosa di umano, ma allo stesso tempo presenta innegabili tratti alieni. Dovremo procedere lungo questo pianete alieno risolvendo puzzle ambientali, ma anche sopravvivendo alle numerose creature extraterrestri che lo popolano. C’è un dettaglio aggiuntivo attorno a cui ruota il gameplay: avremo la possibilità di comandare il ciclo giorno/notte, che a quanto pare ha diverse ripercussioni sull’ambiente, e non solo. Nonostante contorno, aspetto grafico, colori e ambientazioni ben curati e realizzati, quello che abbiamo potuto vedere e provare è solo il gameplay, perché nonostante il gioco si poggi su una storyline sci-fi, questa non era ancora implementata nella demo prevista.

planet alpha

Armati di pisola laser ci avventuriamo nel colorato pianeta Alpha: dopo qualche salto e l’immancabile incontro con i primi incontri nemici, arriva l’elemento chiave del gameplay: il ciclo giorno/notte. Su questo pianeta, a quanto pare, non è consigliabile vagare di notte: è proprio quando il cielo diventa buio e si vedono chiaramente le stelle che compaiono diverse figure nemiche, intenzionate a distruggerci. In alcuni casi, per nostra fortuna, sarà possibile evitarle obbligarle alla fuga sfruttando la luce del giorno: ma prima che ci chiediate perché non affrontare tutto il livello sotto la luce del sole, considerando la nostra capacità di controllare il flusso giorno/notte, è bene sapere che non saranno solo le creature a reagire a questo cambio, ma anche la vegetazione e, con essa, alcune delle “piattaforme” che troveremo lungo il cammino – che si alzeranno/abbasseranno, insomma, cambiando la struttura stessa dello scenario.

Detto così pare tutto molto semplice, ma nonostante si arrivi facilmente alla soluzione dei puzzle (almeno limitatamente alla porzione di gioco da noi provata), ben più complicato è mettere in atto i nostri piani senza cadere nel vuoto o finire preda dei nostri nemici. Il level design sembra quindi funzionare, e come detto ha uno stile grafico particolare, ma soprattutto molto curato, colorato e pieno di effetti di luce.

Se dal punto di vista tecnico non possiamo dire nulla a Planet Alpha, dobbiamo dire che abbiamo avuto qualche problema con i nemici, o meglio, con la nostra arma ed il sistema di mira. Come ci ha infatti spiegato il Producer, quest’ultimo aspetto è attualmente in fase di calibrazione, dal momento che il team di sviluppo non ha ancora raggiunto il livello desiderato – che, al momento, si è dimostrato tutto tranne che preciso. I nemici notturni sono piuttosto agguerriti e ci vorrà più di qualche colpo per farli fuori: il che se aggiunto ad un sistema di mira non ottimizzato, può creare qualche problema a livello di divertimento. 

Impressioni dalla GDC 17

A Planet Alpha mancano ancora troppi elementi per poter dire se quello che esteticamente è senza dubbio affascinante potrà concretizzi in qualcosa di realmente appassionante. I problemi di mira (attualmente in lavorazione) minano una giocabilità che per quanto riguarda il platforming ed il puzzle solving sembra ben strutturata, con il diversivo giorno/notte che rappresenta un elemento caratteristico e che rende ancora più “alieno” questo pianeta. Ci aspettiamo che la storyline possa alzare ancora di più l’asticella del valore di un prodotto che, già da ora, sembra sulla buona strada.

E' passato troppo tempo per ricordare il mio primo approccio al mondo videoludico... Limpido è invece il ricordo della prima console, un Atari 2600, e dei giorni interi passati a giocarci. Da allora sono cambiate molte cose: i videogiochi sono diventati il mio lavoro, non ho più tutto quel tempo per giocarli ed ormai sono pochi quelli che mi lasciano a bocca aperta. Ma al di là di tutto, l'amore c’è ancora, così come la voglia di arrivare un giorno a crearne uno… Ecco, se non si fosse capito, sono un eterno “sognatore"!

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