La magia di The Legend of Zelda: Symphony of the Goddesses

Le indimenticabili composizioni del Maestro Koji Kondo prendono vita

La magia di The Legend of Zelda: Symphony of the Goddesses

Quando The Legend of Zelda vide per la prima volta la luce, trent’anni fa, sul Nintendo Entertainment System, non c’era molto che si potesse usare per creare una colonna sonora piacevole da ascoltare e che potesse essere ripetuta senza diventare un tormento per l’udito.

Persino un maestro come Koji Kondo avrà avuto i suoi momenti difficili nella realizzazione di un simile obiettivo con soltanto tre sorgenti a disposizione, che è un po’ l’equivalente di imbastire un’orchestra usando due flauti e un violino, ma forse il suo genio creativo risiede proprio in questo: nell’esserci riuscito e aver visto, tre decenni più tardi, le sue opere essere portate in tutto il mondo di fronte a persone di qualsiasi le età, molte di loro anche nei panni dei loro personaggi preferiti della saga, per notti che sono state un vero e proprio tuffo nella memoria.

Qui sotto trovate un assaggio della magia, che solo dal vivo diventa tale, oltre ad un’intervista a Koji Kondo ed Eiji Anouma.

Iniziato nel 2012 con un tour americano che è proseguito poi nel 2013 attraverso una Second Quest, The Legend of Zelda: Symphony of the Goddesses ha raggiunto alla fine anche l’Europa nel 2015 con l’edizione Master Quest e due date italiane a Milano e Roma, per poi tornare sempre a Milano pochi giorni fa, precisamente il 30 settembre. Questa rinnovata edizione si presenta arricchita di nuove musiche e immagini tratte dall’ultimo gioco della saga (in attesa di The Legend of Zelda: Breath of the Wild) The Legend of Zelda: Tri Force Heroes per Nintendo 3DS, e dai recenti Twilight Princess HD e Skyward Sword.

Un’imponente orchestra di 90 elementi è stata diretta per la prima volta dal Maestro Giacomo Loprieno e in una performance durata circa un’ora e mezza, con una breve pausa di quindici minuti, siamo stati accompagnati in un crescendo d’intensità ed emozione lungo l’intreccio di una delle più belle narrazioni videoludiche. Prima di cominciare, Shigeru Miyamoto ci ha dato il benvenuto tramite un videomessaggio e a intervallare in un paio di occasioni il concerto sono intervenuti poi Eiji Aonuma e lo stesso Koji Kondo. Sopra l’orchestra, uno schermo mostrava a tempo di musica le avventure di Link e le sue infinite battaglie per la salvezza di Hyrule, un altro colpo al cuore per quegli spettatori/giocatori che hanno vissuto la saga.

…un vero e proprio tuffo nella memoria…

Trovare nuovi modi per attrarre verso le performance artistiche è qualcosa che ogni medium deve fare e in questo The Legend of Zelda è riuscito perfettamente, portando in sala spettatori che magari non sono habitué delle orchestre ma hanno partecipato per affezione verso un franchise ormai leggendario. Perché un conto è ascoltare queste sinfonie dalle casse di un computer o dalle cuffie di un iPod, un altro è viverle. La serata cui abbiamo preso parte ha saputo cogliere e riproporci alla perfezione i temi portanti di questi giochi: la crescita e l’avventura. Per i fan si tratta di un’esperienza incredibile ma persino chi non è familiare con questo spaccato del mondo videoludico potrà ritrovare in The Legend of Zelda: Symphony of the Goddesses una performance musicale impeccabile. Koji Kondo dev’essere fiero di quanto ha creato.

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Cresciuta negli anni ’90 con un Game Boy e un Nintendo 64, è poi diventata ancora bambina un’adepta Sony a tempo pieno, ma appena può si dedica anche ad altre console.

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