The Witch and the Hundred Knight: Revival Edition – Recensione

The Witch and the Hundred Knight: Revival Edition – Recensione

Cuore di strega

Adistanza di circa un paio d’anni dall’uscita sulla vecchia generazione di console, anche su PlayStation 4 è ora disponibile The Witch and the Hundred Knight, titolo action ad ambientazione fantasy con componenti RPG piuttosto visibili, prodotto da NIS America e sviluppato da Nippon Ichi, coppia che molti di voi conosceranno sicuramente per la serie Disgaea, di cui vi abbiamo parlato non molto tempo fa in occasione dell’uscita del quinto capitolo.

Tentare la via di un genere in cui non si è eccessivamente skillati è di sicuro una scelta coraggiosa ed apprezzabile da parte dei developer, ma era proprio necessario il porting di un titolo uscito solo nel 2014? Ma soprattutto, quali saranno (se ci sono) le novità introdotte in questa nuova versione dedicata ai possessori dell’ammiraglia di casa Sony? Le risposte sono forse molto più semplici di quanto ci possa aspettare, e sono ad aspettarvi tutte nelle prossime righe.

The Witch and the Hundred Knight: Revival Edition

Piattaforma: PlayStation 4

Genere: JRPG / Action

Sviluppatore: Nippon Ichi Software

Publisher: NIS America

Giocatori: 1

Online: Assente

Lingua: Completamente in inglese

Versione Testata: PS4

Chi ha già giocato il titolo su PlayStation 3, saprà di certo di cosa stiamo per parlare, ma per quelli che ancora non conoscono la trama principale, è necessario forse mettere in chiaro una cosa. Seppur la storia che andremo ad affrontare in questo titolo narri della famosa e temibile strega della palude, durante l’azione non ne vestiremo direttamente i panni. Il nostro ruolo sarà quindi quello del minion, ovvero dello scagnozzo che si occupa delle questioni più pratiche e di basso livello, che tradotto in parole spicce significa che siamo quelli che vanno a menare le mani al posto del capo. Detto questo, si torna alla trama…

Tutto ha inizio esattamente quando la famigerata strega della palude chiamata Metallia, decide di evocare al suo cospetto un famiglio. Per coloro che non sono avvezzi a frequentare i Sabba del sabato sera, possiamo dire che i famigli sono in pratica dei piccoli animali al servizio delle streghe, che oltre ad esserne occhi ed orecchie in giro per il regno, vengono a volte usati come catalizzatori per gli incantesimi.

L’incantesimo funziona, e la sorpresa di Metallia non tarda ad arrivare, soprattutto quando il sospetto chel’esserino nero che le sta davanti possa essere l’Hundred Knight della leggenda diventa sempre più fondato. Una volta sigillato con la magia al suo volere, questo tenero cosetto oscuro diventa il suo lasciapassare per la conquista di tutte le terre conosciute di Medea, la via per poter creare un’unica infinita putrida palude. Il nostro obiettivo da servitori infatti, sarà quello di spingerci verso le altre regioni, andando alla ricerca di alcuni magici pilastri e dei loro rispettivi guardiani, per poterli distruggere e trasformarli nei ricettacoli per la velenosa melma verde di cui è composta la mefitica palude di Metallia. Un piano di conquista semplice ma non altrettanto facile, e che tra l’altro dovrà essere portato a termine prima dei cento giorni di vita che restano alla strega.

Tutto ha inizio quando la famigerata strega della palude chiamata Metallia, decide di evocare al suo cospetto un famiglio…

The Witch and the Hundred Knight: Revival Edition si presenta quindi come un action game in visuale isometrica leggermente modificabile, con ovviamente al suo interno componenti gdr che in un certo senso potremmo definire “mediamente” marcate. Ovviamente, il gameplay è esattamente identico a quello dell’edizione originale. Ritroveremo quindi il sistema dei Giagcals, avvero una sorta di energia residua a nostra disposizioneche calerà a seguito delle azioni, degli attacchi, della rigenerazione della nostra energia vitale, o anche a seguito delle morti in battaglia; scandisce in pratica l’autonomia che la Strega della Palude ci concede per eseguire i suoi ordini, e può essere visto come “il tempo” per portare a termine le missioni affidateci.

È una cosa da tenere sempre d’occhio, perché una volta terminata saremo fisicamente debilitati, e se sconfitti, saremo costretti a tornare mesti nel covo della Strega, che difficilmente sarà contenta della nostra disfatta. In casi estremi comunque, si potrà ripristinare una parte di Gigacals con gli oggetti monouso presenti nel gioco o assorbendo i nemici con meno del 20% di vita residua, pratica che però ci riempirà lo stomaco/inventario di inutile immondizia, sottraendoci quindi posti preziosi che invece potremmo dedicare a potenti armi o importanti gingilli. Questo perché gli oggetti trovati in giro durante le missioni non entrano subito in nostro possesso, ma è necessario tornare al “maniero” della Strega per poterli annoverare tra i nostri averi. Sono da considerare una specie di bottino non ancora portato in salvo, e che quindi potremo perdere in parte (un oggetto per ogni morte in battaglia) oppure totalmente (Gigacals terminati e ritorno obbligato alla palude) se incasseremo un po’ troppi colpi dei nemici.

Nonostante non ci siano novità, il sistema di combattimento resta comunque interessante. Hundred Knight ha a disposizione tre set intercambiabili durante il combattimento, in cui è possibile inserire fino a cinque armi che verranno usate in sequenza durante le combo in battaglia. Ogni arma (che può essere migliorata per un certo numero di volte grazie all’Alchimia) possiede nelle caratteristiche un glifo contenente da uno a cinque “pallini”, che ne definisce visivamente una sorta di livello o categoria. Inserendo in un set delle armi con i glifi in sequenza crescente, sarà possibile accedere ad un bonus nel danno, che di certo farà comodo nelle situazioni più complicate della lotta. Sullo sfondo del sistema, i Facets, ovvero delle particolari “configurazioni” di Hundred Knight che, se selezionate, avranno il potere di migliorare alcune caratteristiche del nostro personaggio, prediligendo magari la potenza d’attacco piuttosto che la difesa, oppure incrementando notevolmente l’energia vitale.

Ultime, ma non per importanza, le Tochkas, ovvero particolari abilità sbloccabili, che ci permetteranno di proseguire in alcune parti dell’avventura o che semplicemente ci daranno man forte nel combattimento contro i nostri avversari.
Detto così, ad un primo sguardo, tutto sembra studiato bene ed a fondo, ma c’è un lato oscuro nel sistema, e per nostra sfortuna non è così in fondo come ce lo saremmo aspettato. La cosa brutta infatti, è che il punto debole di questo sistema risulta essere il sistema stesso, perché nonostante una complessità apparente, il tutto si traduce quasi esclusivamente in un forsennato button mashing dello stesso pulsante.

Nonostante non ci siano novità, il sistema di combattimento resta comunque interessante

Se tutto quello che vi abbiamo raccontato fino ad ora non vi risultasse ancora eccessivamente complicato, sappiate che abbiamo ancora un paio di cose da dirvi in merito…
Vi abbiamo detto in precedenza che lo scopo principale delle missioni che Hundred Knight dovrà compiere consiste nel far sbocciare i pilastri sparsi per il regno dopo averne sconfitto il guardiano, ma non vi abbiamo accennato al fatto che durante il percorso obbligato che dovrete affrontare per raggiungere queste boss fight, troverete anche dei mini pilastri, che altri non sono che degli pseudo-checkpoint. Tramite queste versioni in miniatura degli obiettivi primari, si avrà la possibilità di fare un po’ di cose, tra cui anche ritornare alla palude per ripristinare Gigacals ed energia vitale. L’opzione più utile offerta da questi mini-pilastri, è però quella che ci permette di spendere i punti guadagnati sconfiggendo i nemici durante la missione. Questi potranno essere usati infatti per ripristinare parte dei Gigacals consumati, oppure per potenziare temporaneamente alcune delle caratteristiche di Hundred Knight.

Non proprio chiarissima invece la feature che permette di irrompere in casa dei poveri abitanti del regno per tentare di conquistarne l’abitazione per la propria padrona. Una pratica che sì, porta nei nostri inventari oggetti, armi o addirittura esperienza, ma che alla fine non aggiunge niente di utile o tangibile al gameplay del titolo.
L’unica vera novità di questa versione alla fine, pare essere quindi la Torre delle Illusioni, ovvero un piccola location integrata nella mappa di gioco in cui, piano dopo piano, si dovranno affrontare ed uccidere tutti i nemici presenti per far comparire le scale con le quali poter proseguire. L’ingresso alla torre richiede però un “sacrificio”, o meglio il pagamento di un dazio che vi permetterà di accedere alla scalata ed avere quindi la possibilità di ottenere oggetti di un cospicuo valore. Chiaramente, più raro e di valore sarà l’oggetto sacrificato, più difficili saranno i nemici da affrontare e migliori le ricompense. Oltre a questo, nella scalata alla vetta della torre potrete assistere ad una diversa versione della storia della strega Metallia/Lia e dei suoi compagni, qui impegnati alla ricerca del premio finale all’ultimo piano, che consiste nel veder esaudito un proprio desiderio. Una sotto-trama che ricorda a tratti quella de Il Mago di Oz, in cui per altro sarà possibile utilizzare anche Lia (Metallia) durante i combattimenti (previo riempimento della barra per l’evocazione).

Graficamente parlando, quando si pensa al porting di un titolo sulle console della generazione successiva, è normale pensare che un upgrade grafico sia quantomeno dovuto. Per sfortuna però, questo pare non essere il caso della Revival Edition di The Witch and the Hundred Knight; i miglioramenti applicati forse non sono stati sufficienti, ed il risultato sembra essere il prodotto finale di un mero copia/incolla. Nonostante il titolo riesca a girare sugli agognati 1080p ed a mantenere bene o male stabili i 60 frame al secondo, il livello generale non può comunque competere con altre produzioni recenti, né con altre remastered o altri porting che negli scorsi mesi hanno raggiunto la console di punta del colosso giapponese. Tutto resta quindi come nella “precedente” edizione, con un’estetica densa di colori sgargianti, ma che sono applicati a forme che sembrano venir fuori da titoli di qualche anno fa. Le cutscene, se così le si può chiamare, sono delle immagini statiche bidimensionali che vengono animate il minimo indispensabile, giusto per provare a dare un senso agli interminabili (ed a tratti inutili) dialoghi presenti nel gioco.

Il titolo non soffre fortunatamente di problemi grafici debilitanti, né di problematiche particolarmente aberranti

Il comparto audio è buono, identico a come lo era nella precedente versione, ma arricchito ovviamente dalle sezioni dei dialoghi riguardanti la Torre delle Illusioni. Nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo quindi, sì, le musiche della colonna sonora restano sempre adeguate ad una ambientazione favoleggiante, ma così ripetitive e ridondanti da venire presto a noia.

Perlomeno, per quel che riguarda le problematiche tecniche, possiamo dire che il titolo non soffre particolarmente di problemi palesemente debilitanti o che possano rendere totalmente tremenda l’esperienza di gioco. Tutto sembra funzionare piuttosto bene, e tralasciando i classici, ma poco visibili, problemi di compenetrazione dei corpi, che alla fine per un action game sono quasi del tutto normali, non c’è nulla di particolarmente aberrante da segnalare. L’unica cosa che ci è capitata di tanto in tanto, è stata quella di riscontrare qualche rallentamento sporadico durante le fasi più concitate dei combattimenti, cosa che sinceramente, alla luce delle motivazioni precedenti, non siamo ancora sicuri di voler perdonare o meno…
Per la cronaca, ricordiamo che il titolo è completamente localizzato in inglese, quindi non masticare bene la lingua potrebbe crearvi qualche problemino di comprensione globale, ma ad essere onesti, anche con solo un minimo di conoscenza base, si può tranquillamente proseguire nel gioco senza il totale “aiuto” della trama.

In conclusione…

Come diceva oculatamente Marcello ad Orazio nella quarta scena del primo atto dell’Amleto di Shakespeare, “C’è del marcio in Danimarca”, e noi potremmo aggiungere che neppure a Medea si scherza tanto… Il problema però, è che con questa frase non ci stiamo riferendo solo ed esclusivamente al maleodorante fetore che si innalza dalle paludi vicino alla dimora di Metallia. La trama, seppur con spunti interessanti, non sembra svelare proprio tutto quello che c’è dietro alle vicende in corso, ed in ogni caso non assume mai uno spessore sufficiente a far restare sorpresi o a bocca aperta. Come vi abbiamo detto, graficamente il titolo non sembra essere migliorato molto rispetto alla sua prima incarnazione, specie se si tiene conto che la potenza dell’ultima home console di casa Sony permetta senza dubbi un carico nettamente maggiore.

Il sistema di combattimento, anche se costruito con interessanti meccaniche alle spalle, nella pratica rischia di portare ben presto noia e tedio (il che è un problema visto la quantità di tempo che si passa). A risollevare le sorti generali, c’è solo la Torre delle Illusioni, che potrebbe essere l’unico buon motivo per ricomprare il titolo se lo avete avuto due anni fa (ma chiaramente non lo fa diventare un gioco del tutto nuovo).

Morale della favola, buona la rigiocabilità, più che altro grazie ai finali multipli, ma l’inutile complessità delle meccaniche e la trama densa di dialoghi prolissi e per nulla brillanti, non possono che portarci a valutare The Witch and the Hundred Knight: Revival Edition come un titolo a stento sufficiente. Certo, se avete apprezzato l’edizione su PlayStation 3, e siete degli accaniti fan di questo genere di giochi, non avrete problemi o remore a ributtarvi nel regno di Medea, ma per chi invece è alla prima visita, consigliamo almeno qualche attimo di riflessione.

Voto: 6/10

Fin da piccolo ho sempre amato le storie, che fossero raccontate da un libro, un fumetto, un cartone, un film, o soprattutto da un videogioco. Alcune le ho solo viste, altre le ho sentite così mie da avere l'impressione di averle vissute, ed altre ancora le ho addirittura scritte. Forse sono un pazzo o un sognatore, o tutte e due le cose. Ma continuerò a sognare ed a vivere avventure, per poter dire un giorno "fammi rubare Capitano, un'avventura dove io son l'eroe che combatte accanto a te".

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