Stella Glow – Recensione

Stella Glow – Recensione

Il canto delle streghe

Non tutte le stelle brillano nel cielo, alcune le giochi su 3DS proprio come Stella Glow, l’ultima fatica nonché canto del cigno dello studio Imageepoch, conosciuto principalmente per la serie Luminous Arc e qualche altro titolo un po’ meno riuscito come Time & Eternity e Criminal Girls.

Proprio come una stella, Imageepoch ha brillato e alcune volte è stata offuscata da nubi nere cariche di insuccesso ma alla fine, come un corpo celeste, la casa produttrice ha concluso il suo ciclo vitale in grande chiudendo i battenti con un finale sfolgorante. Non senza dispiacere nell’apprendere tale notizia, il gran finale a cui ci riferiamo è proprio lo Stella Glow di cui vi parleremo oggi, uno strategico in stile anime che per quanto di nicchia si è rivelato una piccola, fantastica gemma. Scopritela con noi!

 Stella Glow

Piattaforma: 3DS

Genere: Strategico

Sviluppatore: Imageepoch

Publisher: NIS America

Giocatori: 1

Online: Assente

Lingua: Testi e audio in inglese

Versione Testata: 3DS

Le vicende di Stella Glow raccontano di tempi remoti, quando un Dio donò all’umanità il potere del cantoportando prosperità in tutto il mondo: ma purtroppo la pace era un sogno distante, poiché presto gli umani ingrati ed egoisti, iniziarono a scontrarsi fra loro dimenticandosi del loro benefattore.

Il Dio, furioso per tale affronto, dichiarò guerra agli infedeli mandando i suoi angeli sulla terra a portare distruzione. L’aspro scontro che ne derivò non accennava a finire e solo l’eroe Elcrest, sacrificando se stesso, riuscì a placare la divinità e a riportare il mondo alla normalità. Tuttavia, in seguito a tali eventi il potere del canto venne proibito dalla divinità, finendo così per essere dimenticato nei secoli a venire… Questo finché non è apparso Alto, l’eroe della nostra storia. Una trama dal sapore familiare, ma non per questo meno entusiasmante. 

Un po’ Ar Tonelico e un po’ Madoka Magica: fra canzoni e magie Stella Glow trae ispirazione da queste due serie rielaborandole in un mix davvero originale.

Il protagonista di quest’avventura in salsa fantasy ha l’abilità di risvegliare i poteri canori delle streghe e il suo scopo è quello di trovarne quattro per sconfiggere l’antagonista, Hilda, strega anch’essa, con la malvagia passione per cristallizzare e distruggere il mondo attraverso le sue canzoni.

Nonostante la premessa non sia poi così originale, la trama riesce a risultare ugualmente godibile e questo grazie soprattutto a una direzione artistica d’eccellenza e a dei personaggi che, sebbene rientrino negli stereotipi anime giapponesi, riescono comunque a risultare ben congegnati all’interno del bizzarro contesto di gioco. Fra streghette e cavalieri, l’esercito di Alto è vario e pronto a salvare il mondo combattendo e muovendosi su una griglia, rigorosamente a turni come anni e anni di strategici analoghi ci hanno insegnato.

Preparare le proprie truppe come ogni buon stratega che si rispetti, il primo passo per vincere una guerra è quindi quello di schierare i propri alleati sul campo di battaglia, visualizzato in 3D a volo d’uccello. Durante questa scelta dovrete osservare bene il terreno poiché ogni truppa ha una sua mobilità e sul campo sono presenti ostacolicome fiumi, colline e altri fastidiosi intralci.

A tal proposito, è sconsigliato far scalare una collina a un’armatura lenta e pesante come Archibald o alla fragile streghetta dell’acqua, meglio invece usare la maga del vento in grado di volare o il protagonista dotato di buona resistenza e raggio d’azione. Controllato il terreno è il momento di organizzare una strategia: un’ottima mossa può essere quella di creare un’imboscata alla spalle con gli attacchi che infliggono più danni e non posso essere parati in alcun modo. Ma attenzione, tale regola vale anche per i nostri eroi, ed è bene quindi sempre controllare chi li circonda.

Le possibilità legate al gameplay non finisco qui però: laddove non è possibile attaccare alle spalle, ad esempio, meglio usare i classici attacchi magici delle streghe o passare direttamente al potere della canzone, di cui abbiamo già accennato in precedenza. Il binomio Alto e strega è assai potente, posizionando le due unità accanto e selezionando l’apposito comando di cui è fornito il protagonista, per diversi turni tutte le unità alleate sfrutteranno utili buff, i nemici verranno indeboliti e così via. L’unico problema sarà quello di proteggere la propria strega che cantando rimarrà immobile e indifesa.

Essendoci diverse incantatrici, ognuna di loro ha abilità diverse per cui avanzando con la storia le variabili diventeranno sempre più complesse. Starà al giocatore decidere su quale puntare a seconda della situazione. Per quanto riguarda invece le unità normali, ognuna di esse è unica, sebbene ad esempio vi siano più cavalieri, ognuno di essi ha delle sue attitudini e armi. C’è Rusty con il lancio dei coltelli, Klaus con la sua lancia in grado di colpire due nemici con un colpo solo senza dimenticare gli altri personaggi di supporto, dal ragazzino armato di fucile e grimaldello per rubare tesori alla ninja con le sue tecniche shinobi. Se i personaggi risultano assai vari, e permettono un ventaglio di strategie eccezionale, purtroppo l’unico fattore poco dinamico è la difficoltà degli incontri: tutti caratterizzati da un grado sfida tarato verso il basso e tale da far storcere il naso ai giocatori più navigati.

La difficoltà è tarata verso il basso ma attenzione, la sconfitta del protagonista equivale sempre e irrimediabilmente a un sonoro game over.

Non si vive solo di combattimenti però, i nostri eroi seguendo i tempi scanditi da un misterioso orologio, si prendono anche delle pause per rilassarsi: il tempo libero di Alto in questo senso non è una questione da prendere alla leggera, poiché le cose da fare sono molte ed è necessario ponderarle bene, in maniera non molto dissimile da quanto visto in Persona 3 e 4, di Atlus.

Fra le attività disponibili in cui potremo spendere le preziose ore di libertà ci sono subquests per accumulare denaro, luoghi da esplorare per trovare oggetti da equipaggiare e, ultimo ma non meno importante, la possibilità di potenziare i propri alleati. Parlare con i propri compagni d’armi è infatti indispensabile per sbloccare tutte le loro abilità, nel caso delle streghe poi, non ci saranno solo dialoghi ma anche dungeon da affrontare poiché, come altri titoli insegnano i problemi interiori possono trasformarsi in terribili mostri da sconfiggere. Una volta il tempo libero a disposizione, nella capitale è anche possibile fare shopping nei vari negozi a caccia degli ultimi pezzi di equipaggiamento necessari per potenziare le proprie truppe o di erbe e unguenti curativi da usare in caso di necessità. Senza dimenticare infine, il negozio di sfere speciali da fondere, comprare e indossare per poter ottenere effetti utili come la prevenzione di status alterati, il potenziamento degli attacchi e così via.

Muovendoci per la città attraverso l’apposito menù è impossibile non notare l’estrema cura degli artwork 2D sia dei personaggi che degli sfondi, fra colori brillanti e design estremamente curati. Sebbene alcuni siano particolarmente azzardati non mancheranno di rendere le vicende più accattivanti pur nonostante qualche eccesso di troppo come micro bikini e altre stramberie assurde tipiche giapponesi. Insomma, al di là di tutto le cose da fare in Stella Glow non mancano di certo.

Fra 2D e 3D Stella Glow sfrutta sapientemente entrambi gli stili grafici, ma per quanto riguarda l’uso del 3D il risultato potrebbe non essere gradito da tutti a causa dell’uso dei super deformed, una direzione artistica che rende spesso l’atmosfera “infantile”. Tale stile è usato nelle cut-in dei combattimenti e, ben auguratamente, queste scenette sono disattivabili nella sezione dedicata alle opzioni, così da poter venire incontro ai gusti di tutti.

L’uso della grafica super deformed è stata una scelta azzardata da parte di Imageepoch, del resto il “kawaii” non è per tutti, soprattutto in Occidente. 

E se la gioia per gli occhi è solo parziale, quella per le orecchie è una certezza: essendo Stella Glow un titolo che si basa sul potere delle canzoni, la colonna sonora è estremamente gradevole grazie ai tanti brani vocalizzati in giapponese, orecchiabili e così riconoscibili che presto vi ritroverete anche a canticchiarli. La parte cantata è quindi in lingua nipponica ma nonostante ciò, il doppiaggio disponibile così come l’opening sono in inglese, fortunatamente il tutto è di buona fattura e non sfigura con la controparte orientale.

A coronare in modo vincente Stella Glow vi è la longevità: fra epiloghi, finali da sbloccare e tante battaglie ore e ore di divertimento sono assicurate, a patto che non abbiate problemi con la lingua inglese, nonostante tutto di facile comprensione.

In conclusione…

Imageepoch saluta il mercato videoludico e i suoi videogiocatori consegnandoci un titolo non per tutti, ma comunque estremamente godibile per gli appassionati dei giochi di ruolo tattici made in Japan.

Strizzando l’occhiolino soprattutto a un pubblico in età adolescenziale e amante del fantasy, Stella Glow è promosso a pieni voti grazie alla sua estrema cura per i dettagli e a un gameplay classico ma svecchiato da alcune trovate originali e funzionali. In attesa di Fire Emblem Fates, Stella Glow è l’antipasto ideale per chi vuole passare molte ore di divertimento fra una griglia e l’altra, in compagnia di personaggi simpatici protagonisti di una trama spensierata ma narrata efficacemente lungo le tantissime ore di gioco.

Voto: 8/10

Insistere per avere un Game Boy nel lontano 1998 è stata una delle migliori idee che abbia mai avuto, da allora non si è più allontana dal mondo videoludico. Più allenatrice di Pokémon che studentessa, quando il dovere la chiama studia giapponese, in realtà il secondo fine è capire la trama dei suoi JRPG preferiti.

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