Project X Zone 2: Brave New World – Recensione

Project X Zone 2: Brave New World – Recensione

Un nuovo mondo?

Dopo il primo capitolo del folle cross over Project X Zone nessuno si sarebbe aspettato un seguito così a breve, eppure, a sorpresa, eccoci oggi di fronte a Project X Zone 2: Brave New World. Brave New World riporta sugli schermi del 3DS un’avventura basata sull’incontro di mondi e personaggi provenienti dalle più famose serie targate Sega, Bandai Namco e Capcom. Uniti sotto la sapiente regia di Monolith soft: il mix è senza alcun dubbio unico ed esplosivo.

Immaginate Heihachi Mishima di Tekken che sceglie come avvocato Phoenix Wright, Megaman in uno scontro contro Nemesis di Resident Evil o Natsu di Soul Calibur V che confronta le sue tecniche ninja con Strider,dell’omonimo cabinato, e avrete un piccolo assaggio di quella che è la vera essenza di Project X Zone. Un cross over che sembra uscito da una fanfiction di una mente un po’ troppo fantasiosa ma che di fatto si presenta come una grande e allegra riunione fra amici condita da qualche rissa con i guasta feste di turno. Project X Zone 2: Brave New World ha quindi la grande responsabilità di essere il diretto erede di questa scanzonata formula, sarà riuscito nel suo intento di mantenerla viva e allo stesso tempo di rinnovarla? Scopriamolo insieme.

 Project X Zone 2: Brave New World 

Piattaforma: 3DS

Genere: Strategico

Sviluppatore: Monolith Soft

Publisher: Bandai Namco

Giocatori: 1

Online: Assente

Lingua: Testi in italiano, Audio in giapponese

Versione Testata: 3DS

Due settimane dopo aver sventato la pericolosa e caotica fusione delle dimensioni in un unico mondo, per gli agenti speciali Reiji, Xiaomu e i loro amici non c’è ancora pace: un nuovo nemico sta seminando il caos in tutte le dimensioni e va assolutamente fermato. La premessa è quindi ancora una volta la stessa del primo capitolo, ma come ci ha già insegnato Project X Zone, il suo potenziale risiede nei dialoghi, e nelle bizzarre conversazioni tra i personaggi più impensabili.

Piene di citazioni videoludiche e non, i vari scambi di battute e scenette all’inizio di ogni stage sono l’anima del gioco e ora ulteriormente arricchite dalle tante gradite new entries: fra i ben 58 personaggi disponibili troviamo ad esempio gli inediti Lucina e Chrom provenienti da Fire Emblem, la sexy gattina Felicia di Darkstalkers e anche tanti apprezzati ritorni come quello di Dante di Devil May Cry, Ryu e Ken di Street Fighter e così via. Insieme ai nostri eroi però, sono giunte anche le loro nemesi, ora alleate fra loro con lo scopo di scatenare il caos in tutto il mondo. Con M. Bison di Street Fighter, Metal Face di Xenoblade e gli altri malvagi ne vedrete davvero delle belle, sempre che il poco “spessore” degli stessi non vi provochi fastidio.

Fra alcuni addii e tanti nuovi arrivati, il roster dei personaggi è stato ampliato inserendo volti noti provenienti dai classici degli anni 90 e dalle serie più in voga al momento.

Di fronte a tutta questa varietà di VIP videoludici è difficile non ritrovarvi almeno uno dei propri beniamini ma, allo stesso tempo, vi imbatterete sicuramente in nuovi volti e qui la crosspedia verrà in vostro soccorso.

Grazie a tale utilissimo menù è infatti possibile conoscere o ripassare dettagliatamente la storia di ogni personaggio presente. Si tratta indubbiamente di una funzione indispensabile per il giocatore che vuole orientarsi e capire il vasto mondo di Project X Zone e dei suoi molteplici personaggi.

Se i personaggi sono estremamente importanti, non lo sono da meno i combattimenti. Avventurandosi fra una dimensione e l’altra, il vero fulcro dell’azione sono le battaglie che uniscono strategia e lotte in tempo reale.

Chi ha giocato il primo capitolo troverà familiare il battle system poiché è rimasto totalmente invariato. Per quanto riguarda i nuovi arrivati, invece, il pratico tutorial e le meccaniche di gioco estremamente intuitive provvederanno a calare il giocatore nel vivo dell’azione nel modo meno traumatico possibile.

Rispetto a giochi come Fire Emblem e Disgaea, Project X Zone è uno strategico con elementi JRPG dalla difficoltà mai troppo impegnativa, per questo consigliato anche a chi non ama particolarmente il genere.

All’inizio di ogni fase il giocatore trova già posizionate sulla griglia le varie unità composte da coppie prestabilite di personaggi, l’unica variante sono le unità singole che possono essere associate e scambiate liberamente. InProject X Zone si combatte in coppia o in tre, mai da soli.

Selezionati i personaggi è possibile muoverli lungo la griglia di gioco, attaccare le truppe adiacenti, e persino decidere di utilizzare oggetti curativi, abilità per incrementare l’attacco, i punti esperienza e così via. Decidere se adottare una queste alternative per di più non preclude in alcun modo la fase offensiva, consentendo di fatto di prendere alcune scelte molto più a cuor leggero rispetto ad altre produzioni analoghe.

Una volta effettuati i preparativi e selezionato il comando d’attacco, dalla griglia 3D si passa a una schermata dove i combattimenti avvengono in 2D.
La parola d’ordine è ora quella di scatenare il caos più totale premendo le varie combinazioni di tasti suggerite sullo schermo inferiore del 3DS per creare combo piene di effetti speciali finché le varie ricariche non si esauriscono.
Fra evocazioni, proiettili vaganti e cut-in in stile anime, sconfiggere l’ennesimo nemico di turno è sempre una routine gradevole e divertente.
Allo stesso tempo però, combattere a pugni o con una pistola non ha nessun rilievo strategico ma solo estetico banalizzando purtroppo la grande differenza in termini di armamentario che possono contare i numerosi protagonisti.
Gli unici elementi che influiscono sulla componente strategica sono gli ostacoli da evitare sul terreno, gli attacchi alle spalle che provocano più danni e poche altre varianti.

La facilità di Project X Zone è un’arma a doppio taglio: chi ama la semplicità lo apprezzerà, al contrario, chi cerca la sfida rischierà di annoiarsi.

Senza dimenticare di citare gli elementi JRPG, i personaggi aumentano di livello, si potenziano e imparano nuove mosse, anche quest’ultime da potenziare attraverso appositi punti accumulati in battaglia. Brave New World è quindi sì un titolo ricco di idee entusiasmanti, ma penalizzato da alcune stravaganti scelte di design: come quella di puntare tutto su un livello di difficoltà tarato verso il basso, con il vostro gruppo di eroi che si ritroverà palesemente troppo forte per la stragrande maggioranza delle missioni ivi proposte.

Ottenere un game over in Project X Zone diventa così una vera e propria impresa, fra oggetti curativi, equipaggiamenti in grado di aumentare le statistiche, la possibilità di parare i colpi avversari con un semplice comando e persino l’abilità di resuscitare le proprie unità. I nostri eroi sono praticamente invincibili. Tenendo conto che non è possibile neanche aumentarla manualmente durante corso dell’avventura, arrivare alle battute finali non richiede molto impegno. Solo una volta arrivati ai credits finali, dopo circa 40 ore, sarà possibile variare il livello di sfida e trovare (finalmente) un minimo di intensità nelle battaglie.

Insieme a un battle system che sa di già visto sotto praticamente ogni sua aspetto, anche il comparto tecnico appare palesemente votato al riciclo, con sprites dei personaggi e ambientazioni che risultavano già vetuste ai tempi del primo episodio. Fortunatamente a cercare di arginare questa enorme lacuna vi sono le gradevoli cut-in in stile anime e i numerosi effetti speciali scaturiti dalle mosse, che fra un esplosione e l’altra filano sempre lisce come l’olio senza rallentamenti di sorta.

Fra i ritorni graditi segnaliamo invece i gradevoli remix di cui è composta la colonna sonora, che per quanto ancora una volta tratte dall’episodio precedente, risultano sempre piacevoli quando si tratta di accompagnare l’azione a schermo. Ottimo come sempre il doppiaggio in giapponese, accompagnato per l’occasione da un’inedita e ottima traduzione italiana.

In conclusione…

Se avete amato il precedente capitolo, Brave New World è un acquisto da fare a occhi chiusi. In questo seguito i fans della serie troveranno qualche miglioramento del battle system, nuovi personaggi con cui giocare ma purtroppo un livello di difficoltà davvero troppo permissivo, ed unico vero neo di questa avventura. Chiuso un occhio su un comparto tecnico non propriamente all’avanguardia e su una trama poco entusiasmante, i nuovi arrivati avranno comunque di che divertirsi con Brave New World grazie a un’originalità di fondo difficilmente riscontrabile altrove.

In conclusione possiamo quindi dirci più che soddisfatti di Project X Zone 2: Brave New World che, seppur non riuscendo come auspicato a superare il predecessore, riesce per lo meno a tenersi a galla grazie al suo stile unico e inimitabile. Fra alti e bassi, insomma, il risultato continua a essere buono ma ancora lontano dall’eccellenza a cui Monolith Soft ci ha abituato.

Voto: 7/10

Insistere per avere un Game Boy nel lontano 1998 è stata una delle migliori idee che abbia mai avuto, da allora non si è più allontana dal mondo videoludico. Più allenatrice di Pokémon che studentessa, quando il dovere la chiama studia giapponese, in realtà il secondo fine è capire la trama dei suoi JRPG preferiti.

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