The Bug Butcher – Recensione

The Bug Butcher – Recensione

Può un gioco che si basa su delle dinamiche vecchie più o meno 25 anni, in un periodo in cui ci lamentiamo continuamente della mancanza di idee da parte degli sviluppatori, risultare “fresco” e soprattutto dannatamente divertente? Questa domanda sarà frullata nella mente di chiunque, guardando un video di The Bug Butcher, abbia notato una certa familiarità col gameplay di un gioco storico, risalente ai tempi in cui i bar e le sale giochi rappresentavano il top dell’intrattenimento videoludico: Pang.

The Bug Butcher

Piattaforma: PC / Mac / Linux  (prossimamente su iOS ed Android)

Genere: Sparatutto Arcade

Sviluppatore: Awfully Nice Studios

Publisher: Awfully Nice Studios

Giocatori: 2

Online: Classifiche

Lingua: Completamente in inglese

Versione Testata: PC

Se questo nome non vi dice nulla, vuol dire che avete all’incirca 20 anni e per voi il termine “sparatutto” è un sinonimo di Call of Duty. Per fortuna ci siamo noi, pronti a farvi fare un tuffo nel passato: nel 1989 le monete avevano un valore enorme per i videogiocatori, soprattutto quelle da 200 lire. Questo era il prezzo da pagare per immergersi in un nuovo mondo, in un’avventura che poteva durare da un minuto circa, ad una ventina di minuti (quando si era grandi, forti e spacconi). Spesso e volentieri i cabinati erano la piattaforma principale su cui approdava un gioco, poi successivamente, anche in base al successo ottenuto, venivano realizzati dei porting sulle piattaforme casalinghe. Ma arriviamo al dunque: tra i tanti giochi che sono rimasti a lungo nelle sale giochi, c’è proprio Pang, che grazie alla sua immediatezza, ma allo stesso tempo all’ostilità che veniva fuori avanzando di livello, creava nei giocatori uno stato di assuefazione che pochi altri giochi potevano permettersi. Il concetto era alquanto semplice: armati di un arpione, dovevamo girare il mondo affrontando degli stage in cui i nostri “nemici” erano delle palle che oltre a rimbalzare pericolosamente all’interno del livello, si dividevano in palle più piccole quando venivano colpite. L’obiettivo del gioco era distruggere tutte le palle all’interno di ogni stage, senza essere mai colpiti. C’erano poi tre elementi chiave. Uno: se una palla di quellE ti colpiva, eri fritto e dovevi ricominciare il livello daccapo. Due: non potevi prendertela tanto comoda, c’era un timer che scorreva, al termine del quale, la missione falliva. Tre: esistevano dei power up che ti davano arpioni più potenti, più tempo oppure l’invincibilità momentanea. Un gameplay molto semplice, ma davvero coinvolgente, soprattutto quando si giocava in due.

In The Bug Butcher non ci sono “palle” e nemmeno arpioni, ma gli elementi chiave, sono proprio gli stessi di Pang.

Come fa a tenersi in piedi e ad essere “dannatamente divertente”? La risposta è una: il gameplay

Siamo dei disinfestatori professionisti in un futuro non ben precisato, e veniamo chiamati per “macellare” orde di insetti alieni all’interno di un edificio: questo preambolo serve principalmente a giustificare il contesto e a mettere in piedi un brevissimo tutorial, dopo il quale verremo subito lanciati nel bel mezzo dell’azione. Insomma, questo gioco non si basa su una trama profonda e possiamo anticiparvi che non ci sono nemmeno tante modalità di gioco; e allora come fa a tenersi in piedi e ad essere “dannatamente divertente”? La risposta è una: il gameplay.

Il nostro disinfestatore di fiducia è dotato di un fucile al plasma che spara unicamente verso l’alto, e si troverà di volta in volta rinchiuso tra due mura, con orde di insetti (non certo quelli a cui siamo abituati noi) da far fuori. Oltre al fucile, tra le nostre virtù c’è la possibilità di scivolare, che sarà utilissima sia per evitare di venir colpiti nei momenti più caotici, sia per muoversi più velocemente da una parte all’altra dello stage (e non perdere la combo, o comunque per evitare che il tempo finisca prima di aver disinfestato completamente il livello). Altra caratteristica fondamentale ai fini del divertimento è l’upgrade del personaggio, sia per quanto riguarda le armi, che i poteri speciali.

Facciamo però un passo indietro: le modalità di gioco sono principalmente due: Arcade e Panic (quest’ultima per uno o due giocatori). Nella prima modalità, ci ritroveremo ad affrontare 5 stage diversi, divisi ognuno in 6 livelli, per un totale di 30 livelli, oltre ai 4 livelli/ascensore che ci porteranno da uno stage all’altro. Ogni stage avrà un’ambientazione diversa, alcune delle quali con dei diversivi ambientali, che influiranno (anche se in maniera ridotta) sul gameplay. Ciò che invece farà la differenza, saranno gli upgrade ed i power up che utilizzerete: più andrete avanti e più sarete potenti e capaci di sbloccare achievement, ma soprattutto di riuscire a raggiungere la fine del livello senza venire schiacciati.

BB3Oltre al fucile base, ci sono diverse altre armi, ma non starà a noi scegliere quali usare: infatti queste arriveranno in maniera randomica sul pavimento del livello sotto forma di casse, e se faremo in tempo a prenderle, ci ritroveremo con una super arma, purtroppo solo per un periodo di tempo limitato. Esistono anche i cosiddetti “power-up“, sempre con durata limitata ed assegnazione randomica, che invece acquisiremo quando, a furia di uccisioni, la barra dedicata sarà carica. Infine c’è la possibilità di sbloccare ed assegnare delle “Perks” al protagonista (stavolta permanenti per tutto il livello), quali l’aumento della velocità, una maggior durata del tempo per effettuare delle combo, e via discorrendo.  Naturalmente per potenziare il vostro disinfestatore di fiducia avrete bisogno di monete, che raccoglierete uccidendo gli insetti nei vari livelli. Nella modalità Arcade potrete potenziarlo fino a fargli avere tutti i power-up, le perks e le armi al massimo: solo così potrete sperare di sopravvivere alla modalità Hard, dove oltre ad esserci un numero esponenzialmente maggiore di insetti, avrete una sola chance di sopravvivenza.

Eh sì, perché a seconda del livello di difficoltà che affronterete (Easy, Medium, Hard), avrete più o meno “cuori” a disposizione, e se nei primi due livelli di difficoltà potrete raccoglierne altri durante il gioco e recuperare quindi energia, nel livello Hard, così come era in Pang, ogni volta che verrete colpiti, dovrete ricominciare daccapo lo stage (e prepararvi qualche tazza di camomilla). In vostra compagnia ci sarà l’omino che vi ha ingaggiato, il quale farà da assistente, ma che il più delle volte dovrete salvare da una tipologia di insetti che proverà a rapirlo di tanto in tanto. Avrete 3 minuti di tempo per disinfestare ogni livello: fortunatamente a difficoltà Media saranno quasi sempre sufficienti, se eviterete di andarvi a rannicchiare in un angolino invece di affrontare impavidamente le orde di insetti. Questo, sempre riguardo la modalità Arcade…

Come detto, esiste un’altra modalità, chiamata Panic, che è quella a cui giocherete di più dopo aver completato il gioco (e magari ottenuto un bel po’ di achievement). Se il gameplay, sostanzialmente, non cambia molto, in questa modalità avremo dei livelli singoli per ogni ambientazione (quindi cinque), i quali però saranno potenzialmente infiniti. È infatti una sorta di modalità orda, in cui gli insetti alieni non smetteranno mai di arrivare: dovrete raccogliere tempo extra annientando le minacce, e il vostro disinfestatore partirà sempre al minimo dei power-up. Anche qui potrete comprarli con le monete, ma dovrete farlo mettendo in pausa durante la partita, con la consapevolezza che se perderete tutti i “cuori”, anche il vostro arsenale andrà a farsi friggere.

L’obiettivo di questa modalità è quello di sopravvivere quanto più a lungo possibile e di far fuori quante più orde riuscite, magari ottenendo più combo e portando il punteggio in cima alla classifica online mondiale. La modalità Panic si può affrontare anche in due giocatori, con praticamente zero differenze se si esclude la quantità di insetti proporzionale al numero di disinfestatori, ed al fatto che quando uno dei due perde tutti i “cuori”, ha qualche secondo di tempo per essere rianimato dal compagno di squadra. Per non arrivare al Game Over, non dovrà morire nessuno dei due disinfestatori. Senza dubbio giocare in due eleva di molto il tasso di divertimento.

Siamo di fronte ad una produzione indie, la quale però si difende bene anche dal punto di vista tecnico. Graficamente parlando ha il suo stile caratteristico e fumettoso, e l’azione risulta veloce senza alcun rallentamento, nemmeno nelle fasi più concitate. La colonna sonora è invece davvero perfetta per il gioco ed il suo ritmo veloce, diventando in alcuni livelli, grazie ai suoi “tunz tunz”, davvero parte del “loop” dell’esperienza generale. Anche i controlli sono precisissimi e non potrete mai imputare la vostra fine ad un problema del controller o della tastiera. Gli insetti alieni sono piuttosto vari nel design e nelle caratteristiche, ed ogni volta che giocherete un livello, non arriveranno mai dallo stesso punto o nello stesso ordine. Il livello di difficoltà medio è quello giusto per prendere dimistichezza con il gameplay ed allo stesso tempo divertirsi, mentre quello Hard, come detto, richiederà molta più pazienza, visto che basterà un attimo di distrazione per venire schiacciati e quindi dover rifare tutto.

Difetti? Beh certo, se vogliamo andare a cercare il pelo nell’uovo, potremmo dire che le modalità sono proprio ridotte all’osso e i 30 e passa livelli della modalità Arcade, sono davvero pochini. Inoltre la modalità “co-op”, che è quella sicuramente più duratura e divertente, è giocabile solo in locale. Ma tenendo conto del prezzo (intorno ai 7 euro) e augurandoci che in futuro gli sviluppatori possano aggiungere qualche modalità o livello extra, tutto sommato possiamo ritenerci soddisfatti.

In conclusione…

The Bug Butcher altro non è che un gioco con delle forti connotazioni old-school, un arcade alla vecchia maniera, un gioco da una partita e via (anche se poi, soprattutto in due giocatori, non si riesce più a smettere). Pochi fronzoli, ciò che conta è tenere premuto il tasto fuoco e mettere alla prova i propri riflessi per non rimanere schiacciati dagli insetti alieni: il divertimento è “tutto lì”. Vi sembra poco? Il nostro consiglio è quello di dargli una chance, perché si tratta di un gioco che potrete riprendere ogni volta che vorrete “rilassarvi”, giocando senza la necessità di concentrarsi troppo su quel che state facendo.

Proprio per questo, non aspettatevi un gioco profondo o con delle meccaniche innovative: si tratta, praticamente, del celebre Pang, con l’aggiunta di alcuni elementi che lo rendono attuale. Si tratta diun gioco immediato e divertente, ma senza troppe pretese, capace di regalarvi qualche ora di sano intrattenimento anni 90. E siamo sicuri che difficilmente la sua semplicità non coinvolgerà voi o i vostri amici.

Voto: 8/10

E' passato troppo tempo per ricordare il mio primo approccio al mondo videoludico... Limpido è invece il ricordo della prima console, un Atari 2600, e dei giorni interi passati a giocarci. Da allora sono cambiate molte cose: i videogiochi sono diventati il mio lavoro, non ho più tutto quel tempo per giocarli ed ormai sono pochi quelli che mi lasciano a bocca aperta. Ma al di là di tutto, l'amore c’è ancora, così come la voglia di arrivare un giorno a crearne uno… Ecco, se non si fosse capito, sono un eterno “sognatore"!

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