Cuphead – Anteprima GamesWeek 2015

Cuphead – Anteprima GamesWeek 2015

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MilanoQuando si pensa a cartoni animati anni ’50/’60/’70 la mente finisce sul bianco e nero, sull’assenza totale di qualsiasi forma di tridimensionalità per poi arrivare a tonalità pastello molto accese, bordi marcati e un qualche accenno di ritocco grafico tramite PC.

Molti di voi sorrideranno dopo un’introduzione del genere, tantissimi “vetusti” che hanno portato avanti la sana arte del videogaming potrebbero ritrovare la loro infanzia pre-robot giapponesi, ma la storia che andiamo a raccontarvi oggi è una favola amara fatta di sconfitte e rabbia, la mia storia.

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Guardate l’immagine qui sopra, rileggete la precedente anteprima da Colonia e fatevi un’idea di come sia il gioco avente come protagonisti questi due bei tazzoni umanoidi. Avete fatto? Bene…

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Il concetto di “difficoltà estrema” come molti lo conoscono oggi è racchiuso nel nome di From Software, la cattiveria più pura prende le sembianze di Dark Souls e Bloodborne, inutile negarlo, ma questi due titoli che sin dalle copertine si dimostrano gli dei del Game Over in Terra non hanno pari con la malignità di Cuphead, un gioco che alla vista pare essere un prodotto per bambini, ma che punisce il giocatore peggio di una Locusta affrontata a livello massimo, peggio di un giocatore professionista di Call of Duty, peggio di un tracciato di Tony Hawk, peg… Ok, avete capito.

cupheadL’estetica di Cuphead mi ha sedotto, ammaliato e poi tradito: prima ha spinto il mio interesse verso la grafica cartoonesca di vecchia data, in seguito mi ha cullato con le meccaniche platform a scorrimento, la bellezza e l'”ispirazione” dei personaggi, ma solo alla fine ho scoperto le sue vere intenzioni, durante lo scontro con un boss. Gli elementi su schermo di “supporto” al giocatore, quali pedane a scorrimento o zone morte nel quale ripararsi dagli attacchi nemici, sono calibrati per tirare fuori la perfezione millimetrica di un giocatore, gli attacchi dei nemici sono sì prevedibili una volta capito lo stile di attacco del cattivo di turno, ma anche il minimo contatto con il proiettile avversario scagliato vi farà perdere energia, e la colonna sonora, sempre d’altri tempi, si fonde/scontra con la rabbia che suscita essere colpiti da un cartone animato e dai suoi scagnozzi.

Non è possibile parlare di framerate, lag o alta definizione in quanto lo stile di disegno di Cuphead è una cosa che si distingue da tutti gli altri lavori e risulta estremamente leggero da supportare da una console o un PC, ma è necessario precisare che il titolo possiede una stabilità generale di gioco senza pari e caricamenti brevi tra le sessioni e il respawn del vostro personaggio.

Questa è la mia storia, la storia di un ragazzo sfidato e battuto da un cartone animato interattivo a scorrimento.

 

Cuphead picchia, pesta e fa a cazzotti con il vostro essere

 

Cuphead picchia, pesta e fa a cazzotti con il vostro essere, tenta in tutti i modi di spremere il meglio che avete da offrire in ambito di hardcore gaming, ma soprattutto dà la sensazione che dovrebbero essere annunciati e comunicati nuovi Santi, perchè quelli che abbiamo in calendario non bastano per una settimana di gioco.

Parleremo meglio di Cuphead in sede di recensione, possiamo solo dirvi che uno degli elementi principalei della scelta di acquisto è lo stile di disegno utilizzato, affascinante per alcuni, nostalgico per altri, ma proibitivo per molti.

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Appassionato e divoratore sfegatato di videogame, scemo a tempo pieno, cacciatore di Cosplayer, cuoco mercenario e cercatore di risposte a domande esistenziali come: "A cosa servono gli slot uniti delle armi di Final Fantasy VII?", "Cosa diavolo sono le Junction?", "Freija che animale è?" e "Quina quant'è brutta?". Comunque non ho ancora capito quanto sia brutta Quina e se Freija sia un topo o uno shitzu.

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