Brothers: A Tale of Two Sons (PS4) – Recensione

Brothers: A Tale of Two Sons (PS4) – Recensione

Brothers: A Tale of Two Sons è uno di quei titoli che giunge su console current gen già promosso grazie ad un eco molto positiva ricevuta dall’accoglienza per le release su old gen e PC. Il titolo sviluppato dai ragazzi di Starbreeze Studios approda ora su PlayStation 4 ed Xbox One ed è pronto a trasmettere tutto quel mix di emozioni di cui è portatore.

Per coloro che hanno voglia di vivere un’avventura dai toni spensierati è meglio dire subito che Brothers non è affatto uno di quei giochi con lo scopo di intrattenere il grande pubblico, ma dedica tutta la sua essenza al raccontare una storia che arrivi dritta al cuore del giocatore e lo faccia riflettere. Fin dai primi istanti della storia dei due fratelli, il giocatore assume il ruolo di spettatore partecipante ad un dramma quasi teatrale. Struggente, epico ed emozionante, Brothers ci cala empaticamente nella vita di questi due ragazzi e ci chiede di condividere con loro le difficoltà di un lungo viaggio. Ed è proprio nello storytelling che Brothers regala meraviglie ed il modo in cui ci racconta gli eventi dei fratelli è senza dubbio magistrale, riuscendo a coinvolgere completamente il giocatore nel pathos della narrazione.


 

L’avventura inizia in medias res, senza che lo spettatore abbia effettivamente un controllo degli eventi che hanno portato al racconto di Brothers. Troviamo così Naiee, il fratello minore, intento a porgere gli omaggi alla mamma defunta poco tempo prima a causa di un fatale incidente. E proprio come in uno dei cartoni animati anni ’80 in cui le disgrazie non giungevano mai da sole, il fratello maggiore Naia ci ricorda che il papà dei due è molto malato e potrebbe morire se non curato in tempo con una sostanza miracolosa.

Il viaggio nasce quindi da un’esigenza molto concreta e l’ansia che i ragazzi possano ritrovarsi orfani permea almeno le parti iniziali di Brothers: A Tale of Two Sons. I due si faranno strada tra villaggi e montagne, senza poche difficoltà ed avranno a che fare con animali aggressivi, troll amichevoli, inventori e persone che non stanno avendo proprio una bella giornata.

Eppure, non pensate che Brothers: A Tale of Two Sons sia un nefasto necrologio escogitato solo per far piangere il giocatore, poiché riesce a far immedesimare così tanto quest’ultimo da fargli condividere la gioia nel vedere che il viaggio, seppur lentamente, procede e procede bene grazie al nostro intervento. Lo spettatore diviene giocatore attivo nel momento in cui i ragazzi devono superare enigmi e veri e propri puzzle: prendendo esempio dalle dinamiche co-op multiplayer, Brothers porta in singleplayer la necessità di cooperare e fa della collaborazione tra fratelli il perno principale del gameplay. Naia potrà tirare leve e spostare pesanti oggetti, mentre il piccolo Naiee potrà sgusciare tra sbarre e fessure. In questo modo, il gioco scorre e ci alimenta con piccoli successi seminati lungo la strada, come se i problemi fossero delle molliche di pane sul sentiero e noi fossimo dei Pollicino avventurosi.


Ad aiutare questo tripudio emotivo giungono anche le palette di colori molto particolari, a toni grigi contrapposti al terra di siena delle case e dei tetti, le quali ci restituiscono delle sensazioni ambivalenti che spaziano dall’inquietudine alla mestizia,  dalla speranza alla forza d’animo. In un mondo duro, che ci appare a volte troppo semplice e felice per ciò che poi in realtà è effettivamente, Naia e Naiee verranno mossi dalle levette analogiche del pad usate in contemporanea. Con una levetta potrete muovere il minore, mentre l’altra verrà adoperata per spostare il maggiore lungo i livelli. Ne deriva che la precisione ed il tempismo con cui controlliamo il pad è fondamentale per coordinare i movimenti nello spazio dei due giovani protagonisti. Inoltre il sistema di controlli ribadisce ad un livello quasi “fisico” come i due ragazzi siano in realtà un’unico personaggio indissolubile.

Spesso, per chi non ha molta dimestichezza con titoli in cui bisogna usare in modo coordinato le levette analogiche, i controlli potrebbero apparire ostici ed i ragazzi saranno difficili da controllare con precisione, specialmente se simultaneamente. Ad ogni modo, la facilità con cui potrete rimediare ai vostri errori grazie ad un sistema di salvataggio quasi onnipresente, vi farà focalizzare più sull’immedesimazione che sul gioco vero e proprio, poiché lo stesso titolo del gioco ci dice che il focus è sul racconto dei due ‘figli’: i livelli divengono il palcoscenico virtuale in cui ambientare l’avventura principale ed il divertimento presente verterà sullo stimolare in noi le capacità analitiche e di problem solving più raffinate.


La storia scivolerà via per circa tre ore, ma al termine del gioco non sarà stata la longevità a far la differenza, quanto l’opportunità e la certezza di aver vissuto una narrazione emozionante come non la si viveva da tempo. La ricerca della vita contro la morte è l’elemento più facilmente distinguibile nell’intera opera, che viene arricchita sia da un design molto particolareggiato e minuzioso che da un accompagnamento musicale adatto e per nulla prepotente.

Per i giocatori che hanno avuto la possibilità di vivere questo titolo già su old-gen e PC, non c’è un vero e proprio pretesto per acquistarlo nuovamente per PlayStation 4 o Xbox One, salvo i miglioramenti nella resa grafica che i possessori di PC non noteranno particolarmente. L’unico punto che inviterebbe a ricomprare il gioco sarebbe quello di rivivere le avventure di Naia e Naiee ancora per una volta o di cimentarsi negli intricati puzzle disseminati sulla lunga strada da casa. Per tutti coloro che, contrariamente, non hanno mai provato questa piccola perla degli Starbreeze Studios, consigliamo vivamente di mettersi alla prova con questo titolo che non toccherà solo il vostro intelletto e la vostra capacità di risolvere gli enigmi, ma parlerà direttamente al vostro animo.


In conclusione…

Brothers: A Tale of Two Sons è un gioco che fa della narrazione il proprio elemento caratteristico e racconta una favola intrisa di emozioni ed avventura. Il sottotesto – oseremmo dire – filosofico che spinge i due protagonisti alla ricerca della salvezza solo attraverso la cooperazione è capace di farci riflettere su quanto Brothers sia un gioco sobrio ed elegante, distinto, col fine di farci confrontare con l’ineluttabilità del fato. A circa due anni dalla sua prima uscita, l’arrivo su PlayStation 4 e Xbox One è ben atteso e permetterà così a molti di vivere questa meravigliosa storia di due ragazzi. Se è la prima volta che affrontate questa avventura sentitevi liberi di aggiungere un punto al voto finale.

Voto: 8/10

Da quando ho scoperto che i piaceri che i miei pollici opponibili potevano darmi con un joypad erano pressoché infiniti non ho mai smesso di videogiocare. Appassionato di cinema e musica, sempre e solo a livello maniacale.

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