Guild of Dungeoneering – Recensione

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Avete percorso migliaia di miglia in Skyrim, lottato con grifoni giganteschi in The Witcher 3 o magari avete visto l’Inquisizione trionfare in Dragon Age: Inquisition. Ebbene, abbandonate tutta questa epicitià da motore grafico di ultima generazione e fate un salto indietro nel tempo a quando i giochi di ruolo vi rubavano l’anima con carta e matita: Guild of Dungeoneering è un titolo dal sapore retro che nonostante tutto mostra delle dinamiche fresche ed interessanti, poco inesplorate, e potrebbe rapirvi per ore ed ore al fine di portarvi nel fantasy più scanzonato che esista.

Innanzitutto partiamo col dire che Guild of Dungeoneering è un gioco di ruolo fuso con elementi di strategia a turni. Per tutti coloro che non hanno la minima idea di come possa essere, uno dei paragoni più sensati ed immediati potrebbe essere il rimando al più celebre Hand of Fate, titolo che seppe fondere i card-game al roguelike con ottime atmosfere e meccaniche molto innovative.

Guild of Dungeoneering non è da meno e ci cala nei panni di un gestore di una gilda di avventurieri. In parole povere, siamo stati cacciati dalla Lega d’Avorio, la gilda di eroi più importante e potente, e per non rimanere con le mani in mano, abbiamo giurato vendetta e rimboccandoci le maniche abbiamo fondato una nostra nuova gilda. Naturalmente, all’inizio il nostro unico avventuriero sarà tanto scarso quanto buffo e la nostra gilda avrà poco più di una singola stanza. La progressione della trama e la prosecuzione del gioco ci porterà, però, ad improvvisarci ingegneri capaci di costruire la gilda dei nostri sogni.

Potremo letteralmente spedire ogni nuovo avventuriero in missione per guadagnare monete sonanti e prestigio. Una volta selezionato l’eroe, questo verra catapultato in un piccolo dungeon composto da caselle disegnate con un deliziosissimo stile carta-matita. Ad ogni turno potremo compiere un’azione e piazzare tre carte. Ci sono sostanzialmente tre tipi di carte che andremo a posizionare di volta in volta: le carte nemico sono quelle carte che evocano le sfide lungo il dungeon; le carte tesoro sono carte rare e particolari che arricchiscono il bottino relativo ai nostri combattimenti e, infine, le carte percorso delineano le fattezze della mappa.

Ebbene, lo scopo è far completare gli obiettivi all’eroe piazzando di volta in volta delle carte che gli faciliteranno il cammino e, anzi, gli costruiranno il percorso sotto i piedi fino a giungere alla meta. All’inizio le carte a nostra disposizione non saranno molte, specialmente quelle relative agli equipaggiamenti. Con l’aumentare dei profitti e del prestigio, potremo costruire nella nostra Gilda delle particolari strutture che ci forniranno, in seguito, degli armamenti succulenti con cui vestire i nostri eroi, in modo tale da aumentare le sue chance di successo. Tuttavia, il giocatore avrà anche a che fare con le carte negative che sarà costretto a piazzare lungo il dungeon e che rappresenteranno la sfida vera e propria per l’avventuriero. Sebbene i combattimenti non siano mai troppo difficili, specialmente una volta che si è presa la mano, l’essenza roguelike di Guild of Dungeoneering si espleta nel fatto che alla morte dell’eroe si perde tutta la quest e ad ogni nuovo dungeon l’eroe dovrà partire nudo e crudo, privo di qualsivoglia equipaggiamento ottenuto dall’avventuriero precedente. Una volta appurato questo rischio, c’è da sottolineare che non potete spostare l’eroe di vostra mano, poiché esso si sposterà in direzione della fine del dungeon, a patto che voi gli abbiate inserito un percorso completo.

Diviene quindi vitale il saper piazzare le carte così da poter giungere al termine della quest senza particolari intoppi. Nel nostro caso, gli intoppi iniziali sono stati moltissimi, anche a causa di un tutorial pressoché inesistente. La difficoltà iniziale, però, l’abbiamo superata con un cinque-sei partite di prova ed il resto è stato più godibile, sempre mantenendo un livello di difficoltà adeguato. La difficoltà nei combattimenti deriva anche dalle scelte degli equipaggiamenti dell’eroe: nella schermata di combattimento. mosse ed azioni saranno influenzate dagli armamenti a disposizione. Inoltre, avrete a che fare con carte che contemporaneamente fanno danni magici e parano danni fisici, o viceversa. Non si può di certo affermare che la complessità di queste carte sia pari a quella di titoli come Magic: Origins, ma richiede comunque concentrazione e strategia.

Entrando un po’ nel dettaglio dell’amministrazione della gilda, il primissimo eroe sarà dunque l’allocco, o “Chump“, ed è molto bella la caratterizzazione che il bardo cantastorie fa di ogni nuova cosa che andremo a compiere da Dungeon Master. Infatti, ad ogni azione saliente, una voce narrante canterà le nostre gesta in rima. Si avvisa che per poterne ridere, le battute sono in un inglese abbastanza complesso, perciò dovrete prestate molta attenzione per coglierne le varie sfumature. Andando avanti nel gioco, otterremo delle carte con cui potenziare la gilda e richiamare delle versioni più potenti del Chump.

Ed ecco che arrivano il Barbaro, il Maestro Templare, la Strega, insomma tutti gli archetipi riscontrabili nei giochi di ruolo più classici. Sostanzialmente, avremo accesso a versioni sempre più potenziate dei tre archetipi classici: knight, ranger, mage. Per giungere agli eroi più potenti si dovrà faticare molto, poiché i potenziamenti son particolarmente costosi. A volte sarete costretti a replicare le stesse quest soltanto perché le successive sono impossibili da fare con eroi di basso livello. Ciò che è certo è che una volta sbloccata la classe superiore, i vostri primi eroi saranno presto accantonati.

Comunque sia, Guild of Dungeoneering è bellissimo da un punto di vista grafico ed estremamente godibile da quello del gameplay. La grande rigiocabilità delle quest dona una longevità non indifferente al titolo, che potrete rifare quante volte vorrete anche con un approccio più casual.

Avete del tempo per giocare un po’ da soli e volete ingannare l’attesa? Guild of Dungeoneering è capace di “clonare” l’essenza di un’estemporanea di D&D, riducendola all’osso e facendovi ridere con quei personaggi dall’aspetto buffo e stupido e da cui sarà lecito aspettarsi tutto fuorché epicità.

In conclusione…

Guild of Dungeoneering rappresenta un buon titolo e di certo un successo per gli sviluppatori di Gambrinous. La bellissima caratterizzazione dei personaggi, l’ottima idea di base ed il taglio fantasy-comico che potrebbe strizzare lontanamente l’occhio ai Monty Python fanno del gioco un intrattenimento capace di far passare le ore senza che ve ne accorgiate. Inoltre, le meccaniche roguelike fanno sì che Guild of Dungeoneering possa comodamente essere affrontato con un approccio più casual: se vorrete farvi una quest in un momento di noia, partite da zero e cimentatevi nella vostra capacità di saper scegliere la strategia adatta attraverso la scelta delle carte adeguate.

Anche se gli eroi vi sembreranno tonti, in una vera gilda il cervello è il Master e sarete voi a dover fare del pensiero strategico il vostro alleato. Considerato il rapporto qualità-prezzo, è sicuramente un titolo da consigliare senza batter ciglio.

Voto: 8/10

Amo i videogiochi sin da quando ho messo le mani sul mio primo Commodore 64 nel lontano 1992. Ora cerco di coltivare la mia passione videoludica in ogni momento libero della giornata. Il mio genere preferito? JRPG per tutta la vita.

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