Kingdom Come: Deliverance – Anteprima gamescom 2015

Kingdom Come: Deliverance – Anteprima gamescom 2015

Colonia – Da che mondo è mondo, il medioevo in ogni sua declinazione rappresenta uno dei terreni più fertili nell’universo dei videogiochi. Forte di una narrativa epica e incline all’avventura, di storie i cui contorni sfumano nella leggenda e di personaggi epici a cui sono associate imprese memorabili, questo periodo tanto “oscuro” quanto amato ha fatto da cornice ad una serie pressoché infinita di IP di successo: basti pensare a Skyrim, solo per citare il più recente, o a Dark Age of Camelot, Ecstatica, Medieval Total War e l’indimenticabile Medievil (… ok, questo magari no). Affacciarsi con un nuovo titolo in una competizione così serrata è sì stimolante da un lato, ma dall’altro richiede un know how tutto tranne che indifferente e, soprattutto, qualcosa di nuovo. Qualcosa di inedito, di assente anche dalle triple A più blasonate di cui tutti parlano. Lo sanno bene i ragazzi di Warhorse, che con Kingdom Come: Deliverance cercano di rivoluzionare l’action RPG medievale con un elemento, a ben vedere, assente sino ad oggi: il realismo più assoluto. Il che, credeteci, è molto più difficile di quanto sembri.

Creare un titolo capace di mescolare un gameplay accattivante alla ricostruzione storica fedele non è certo impresa facile, nemmeno per i talentuosi ragazzi dello studio con sede in Repubblica Ceca. Uno studio sì indipendente, ma che vanta al proprio interno ex membri di Bohemia Interactive e altri specialisti aventi Mafia e Crysis elencati nel proprio curriculum. Non certo dei novellini, insomma, affiancati durante tutto lo sviluppo da esperti di storia medievale. Perché, inutile girarci attorno, è proprio lì che Kingdom Come Deliverance vuole andare a parare. E nonostante la versione alpha 004 lasci intendere ancora parecchio lavoro da svolgere, il titolo di Warhorse sembra riuscirci abbastanza bene.

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In questo lontano 1403 facciamo la conoscenza di Henry, anonimo figlio del maniscalco di quel che resta di un piccolo borgo immerso in una Boemia attraversata dal ferro e dal sangue. La colpa è di Re Sigismondo, monarca ungherese destinato a tenere le briglie del Sacro Romano Impero – che, come gli appassionati di storia ricorderanno sicuramente, approfittando del tumulto civile che attraversava il Regno fece imprigionare il fratellastro, l’imperatore Venceslao, per usurparne il titolo. Rimasto solo e senza praticamente nulla, Henry inizia un viaggio armato solo della propria sete di vendetta. Un desiderio che dapprima lo porterà ad arruolarsi (più o meno volontariamente) contro gli ungheresi per poi fargli attraversare alcuni tra gli avvenimenti storici più importanti del periodo. Come sottolineato dai ragazzi di Warhorse, la storia non può essere alterata – tradotto in termini più semplici, se prenderete parte ad una battaglia persa dalla resistenza, potrete scannarvi come vorrete ma non riuscirete comunque a vincerla. Tuttavia, a mutare è proprio il destino del nostro eroe, unica variabile aleatoria in questa affidabile ricostruzione: e ok, magari non potrà diventare imperatore, ma un minimo di gloria la saprà comunque meritare.

Kingdom Come Deliverance (6)

Kingdom Come: Deliverance sarà disponibile in tre capitoli consecutivi, ciascuno indipendente dall’altro – anche se è caldamente consigliato affrontarli nell’ordine proposto. Stando a quanto riferito durante la presentazione in quel della gamescom, il primo episodio vanterà un’area di gioco di circa 16 chilometri quadrati, al cui interno sono ricreate fedelmente strutture, opere architettoniche e paesaggi reali del tempo. Warhorse è infatti ricorsa ai servigi di studiosi specializzati, mossa dall’obiettivo di ricreare anche visivamente un’esperienza quanto più storiografica possibile, sfruttando per tale obiettivo scritti e trattati d’epoca. Il risultato è indubbiamente affascinante, e offre un indiscutibile valore aggiunto rispetto ad altre produzioni dal level design di indubbia caratura, ma frutto della sola fantasia. Certo, lo stesso sviluppatore ha ammesso che alcuni dettagli sono stati “limati” per rendere il tutto più giocabile, ma si tratta comunque di aspetti “secondari” che non vanno ad intaccare in minima parte la ricostruzione effettuata.

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La parte più interessante di tutto questo, tuttavia, coicide con il combat system. O forse è il caso di dire con la ricostruzione delle tecniche di combattimento del tempo, un risultato reso possibile da esperti di spada medioevale che si sono prestati a intense sezioni di motion capture per ricreare anche nel minimo dettaglio l’esperienza della lotta del 1400. Non serve essere degli esperti della spada per capire, in uno scontro uno contro uno, quante siano le animazioni, i colpi e le combinazioni possibili. Per tradurre questo spazio infinito di possibilità in un videogioco, i programmatori di Warhorse hanno dovuto spremere duramente le proprie meningi, realizzando un sistema di animazioni dinamiche calcolate in modo procedurale e, cosa fondamentale, derivanti direttamente dall’output delle routine del motore fisico, che gestisce gli urti tra armi o gli stessi corpi. A parole suona drammaticamente difficile e anche mouse alla mano, la prima volta è abbastanza indimenticabile.

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Prendere confidenza con control schema di Kingdom Come: Deliverance è fondamentale, anche se – è il caso di dirlo – la difficoltà in certi frangenti vira pericolosamente verso l’alto. Va comunque detto che, una volta padroneggiate alcune delle tecniche, la soddisfazione che deriva dalla vittoria in un duello è enorme, e basta come pungolo per allenarsi e migliorare le proprie skill. Punto di partenza della battaglia è chiaramente il mouse, con un insolito puntatore fatto a stella da posizionare sulla porzione del corpo avversario che si vuole colpire. Basta poi usare il tasto sinistro per far partire il colpo, che assumerà la direzione di movimento del cursore. Considerando che ciascun avversario avrà a disposizione ben 36 punti ove attaccare, le possibilità offensive di questo sistema di controllo salgono rapidamente.

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Bello, simpatico, intelligente e super esperto di videogiochi, ha sviluppato un'incredibile capacità nello scrivere cazzate.. Gioca ai giochini elettronici dall'86 e ci scrive a riguardo dal 2006 o giù di lì.. Ma non fateglielo notare, che poi si monta la testa..

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