The Vanishing of Ethan Carter (PS4) – Recensione

The Vanishing of Ethan Carter (PS4) – Recensione

Dopo essere apparso su PC l’anno scorso, The Vanishing of Ethan Carter, opera prima del team polaccoAstronauts, giunge ora su PlayStation 4 in una nuova lussureggiante versione ricreata con l’Unreal Engine 4. Quale occasione migliore quindi per recuperare un’avventura così particolare e parlarvene sulle pagine diGameSoul?

Subito dopo avere premuto X su Inizia una nuova partita, The Vanishing of Ethan Carter ammonisce il giocatore con un avviso che racchiude in sé il riassunto di tutto quello lo aspetta: “Questo gioco è un’esperienza narrativa che non ti conduce per mano“. Questa semplice frase ci dice un sacco di cose: ad esempio sottolinea come l’avventura di Paul Prospero (il protagonista del gioco) sia da considerare più come un’esperienza visiva più che un videogioco in senso stretto. Ovviamente l’accento sulla componente narrativa è sottolineato e lo è anche l’assenza dei (troppi) aiuti che costantemente assillano i giocatori nella maggior parte dei giochi attuali.

 The Vanishing of Ethan Carter

Piattaforma: PC /PS4

Genere: Avventura

Sviluppatore: The Astronauts

Publisher: The Astronauts

Giocatori: 1

Online: Assente

Lingua: Dialoghi in inglese, sottotitoli in italiano

Versione testata: PS4

 

The Vanishing of Ethan Carter invece presenta l’hub più pulito che possiate immaginare, anzi, a dire il vero non c’è proprio un hub. L’immagine è pulitissima, senza nessun indicatore su schermo e ci permette di godere al massimo della splendida bellezza del paesaggio dell’area che sarete chiamati ad esplorare. Paul Prospero è infatti un investigatore che deve indagare sulla scomparsa di Ethan Carter, un adolescente che sentendosi in pericolo ha cercato aiuto prima che gli eventi intorno a lui precipitassero. Una volta arrivato sul luogo però, Prospero trova un villaggio totalmente abbandonato: i lussureggianti boschi attorno, le miniere, la diga, la chiesa e gli altri luoghi che esplorerete portano i segni di un recente passato in cui in molte cose sono accadute, ma per non incappare in spoiler, lasceremo a voi il piacere di scoprire cosa si cela dietro la scomparsa di Ethan Carter.

Pur essendo totalmente esplorabile sin dall’inizio, The Vanishing of Ethan Carter propone degli enigmi per nulla dispersivi: ogni zona ha il suo rompicapo che va risolto con elementi circostanti. Principalmente il vostro compito consisterà nel ricollocare al loro posto degli oggetti in modo tale da ripristinare la scena del crimine. Una volta fatto questo, spesso appariranno delle visioni (sì, c’è un elemento mistico) che andranno riordinate nella giusta sequenza per ricostruire gli eventi. Gli oggetti con cui potrete interagire non sono molti e sono anche ben nascosti, ma sono comunque contraddistinti da una scritta che li rende comunque leggermente identificabili.

Questo gioco è un’esperienza narrativa che non ti conduce per mano: questa semplice frase ci dice un sacco di cose

Alcuni di questi oggetti permettono a Paul Prospero di fare deduzioni che vengono espresse sotto forma di frasi che appaiono sull’oggetto stesso. In altre occasioni il nome di un oggetto rotto o comunque “fuori posto” comparirà ripetuto più volte su schermo e voi dovrete ruotare la visuale fino a che tutte le scritte non si sovrappongano e non vi mostrino una visione con la collocazione dei pezzi necessari per riparare la scena. Nel complesso quindi il gameplay si costituisce di fasi investigative e della risoluzione di alcuni enigmi (pochi, ma molto difficili e stimolanti) che hanno come tema centrale la ricostruzione del passato e l’importanza di riporre tutto al suo posto, nella ricerca di un ordine “superiore” (ma di nuovo, qui è meglio fermarsi per non incorrere in fastidiosi spoiler).

Gli enigmi presenti sfruttano molto bene l’ambiente circostante in maniere del tutto naturale: non c’è nessun caricamento o una qualche schermata di alcun tipo, ma solo location usate sia per narrare una storia intrigante, che per creare delle situazioni in cui dovrete comunque interagire con l’ambiente stesso.

Sempre a proposito della stupenda ambientazione, l’aspetto più interessante è l’uso che ne viene fatto a scopi narrativi: nella maggior parte dei titoli che giochiamo ogni anno la storia è narrata attraverso video, registrazioni audio, testi trovati e in generale utilizzando altri espedienti non originari del videogioco come medium.

The Vanishing of Ethan Carter invece fa quel che nessun altro media, al di fuori del videogioco, può fare:raccontare una storia attraverso uno spazio da esplorare. Ogni centimetro di questa città e dei suoi dintorni ci dice qualcosa dei suoi abitanti, della famiglia di Ethan e del giovane adolescente. Questo è sicuramente il principale pregio del titolo sviluppato dal team polacco ed è una lezione che andrebbe ricordata più spesso da chi si propone di sviluppare un videogioco con una forte componente narrativa che poi non realizza nient’altro che un film interattivo (capito Telltale?).

Volendo rimanere in ambito indie, il paragone più vicino a quanto visto in The Vanishing of Ethan Carter potrebbe quindi essere Dear Esther, sia per l’ambientazione, che per la voce fuori campo e la storia da ricostruire pian piano. Laddove però Dear Esther proponeva dei dialoghi che si attivavano in precisi momenti e obbligava il giocatore ad una lentissima esplorazione, The Vanishing of Ethan Carter fa dedurre tutto al giocatore, gli permette di ricostruire gli eventi sino alla drammatica conclusione.

The Vanishing of Ethan Carter invece fa quel che nessun altro media, al di fuori del videogioco, può fare: raccontare una storia attraverso uno spazio da esplorare.

Per arrivarci alla fine della storia dovrete affrontare varie situazioni che fanno tutte perno su un sentimento diverso, come testimoniano i trofei che sbloccherete, ognuno dei quali andrà a sottolineare e definire queste emozioni. L’avventura di Paul Prospero non avrà pietà e proporrà tematiche molto importanti come la segregazione, l’accettazione e le differenze che ci rendono al tempo stesso speciali e incompresi. Per completare la prima volta The Vanishing of Ethan Carter non ci vorranno più di quattro o cinque ore, ma un secondo giro è caldamente consigliato, sia per carpire nuovi dettagli alla luce dello stravolgente finale, che per continuare a godere delle splendida vista di questo titolo ricreato con l’Unreal Engine 4.

Dopo l’uscita su PC dell’anno scorso, il team ha deciso per la versione di PS4 (e per la prossima ri-edizione per PC) di abbandonare il caro e vecchio Unreal Engine 3 per passare alla versione più recente con risultati a dir pocostupefacenti. Su PS4, graficamente, pochi titoli raggiungono un risultato così soddisfacente. Il sole filtra realisticamente tra le fronde gli alberi o dalle finestre della chiesa, illuminando con una fioca e poetica luce gli ambienti di The Vanishing of Ethan Carter. Gli effetti particellari rendono la polvere delle case una presenza quasi paragonabile, per importanza e ruolo nella storia, ad un personaggio, sottolineando l’assenza di vita in tutta l’area. Non vi capiterà quindi di rado di fermarvi per ammirare il paesaggio e scattare qualche screenshot come un turista in vacanza.

In conclusione… 

Inquietante, misterioso, onirico e visionario come pochi, The Vanishing of Ethan Carter è un titolo che tutti gli appassionati di avventure grafiche o di storie particolari dovremmo giocare, ora a maggior ragione grazie alla splendida edizione realizzata con l’Unreal Engine 4. Pur essendo un’opera prima di un team indipendente, la storia del giovane Ethan è tanto coraggiosa nei temi, quanto nelle modalità con cui è raccontata.  

Voto: 8,5/10

Da quando ho scoperto che i piaceri che i miei pollici opponibili potevano darmi con un joypad erano pressoché infiniti non ho mai smesso di videogiocare. Appassionato di cinema e musica, sempre e solo a livello maniacale.

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