Tales From The Borderlands – Episode 3: Catch a Ride – Recensione

Tales From The Borderlands – Episode 3: Catch a Ride – Recensione

Mentre la serie in uscita parallela di Telltale e dedicata al mondo creato da George R. Martin ha ormai raggiunto il quarto episodio, arriva dalle terre di Pandora il terzo capitolo di Tales From The Borderlands, altra serie della casa californiana che ci porta invece nelle sconfinate e pericolose terre del capolavoro di Gearbox.

Dopo una prima puntata esplosiva e dirompente, ed una seconda che sfortunatamente ha fatto calare un pochino la media, è il momento di passare il giro di boa della storia che Fiona e Rhys stanno raccontando al proprio rapitore, un misterioso individuo che nasconde la propria identità dietro una strana maschera.
Nuovi personaggi, nuovi alleati e per nostra sfortuna anche nuovi nemici ci aspettano nell’episodio dal titolo “Catch a Ride”. Siete pronti a tornare a respirare sulle polverose strade di Pandora?


 ATTENZIONE: il seguente articolo potrebbe contenere degli spoiler.


Nella scorsa puntata avevamo lasciato i nostri due eroi per un attimo nella meee… melma. Erano riusciti a trovare quello che era stato definito il progetto Gortys, ma per riuscirci si sono ritrovati in netto svantaggio numerico, e costretti ad un bivio che, con la dovuta fortuna, li avrebbe potuti portare fuori da quella situazione. La responsabilità della scelta era principalmente a carico di Rhys, che si è trovato a dover decidere se dare completa fiducia ad una ragazza appena conosciuta e che a quanto pare non è proprio la persona più onesta del mondo, o ad assecondare un pazzo assassino in versione olografica che ha scambiato il suo cervello per un resort in cui passare le vacanze estive.

È chiaro che i due da quella situazione, in un modo o nell’altro, ne sono usciti, altrimenti per loro sarebbe stato un pochino difficile poter raccontare tutto all’uomo mascherato col fucile, che ormai, forse grazie al tempo passato con loro, sembra essere leggermente più confidente nei loro confronti. Ma torniamo al loro racconto…

Vi abbiamo parlato del fatto che la strana palletta che i nostri avevano trovato nella scorsa puntata, nascondeva al suo interno il progetto Gortys, e con esso anche la chiave per raggiungere una nuova cripta. Quello che non vi abbiamo ancora detto, è che questa strana sfera su cui tutti vogliono mettere sopra le mani è in realtà un piccolo robot, non ancora totalmente completo, ma che dai comportamenti sembra avere le stesse reazioni di un curioso bambino in cerca di avventure. Ma oltre alle avventure, Gortys ha bisogno anche di recuperare i propri upgrade, ricerca in cui tutto il nostro gruppo di fuggitivi darà un piccolo contributo.

Come vi avevamo anticipato, nuovi giocatori si uniscono alla partita che ha come posta il progetto Gortys, e prima fra tutti troviamo Vallory. Questa donna aggressiva e con la predilezione per le grosse armi, pare essere dietro a tutta la faccenda di cui facevano parte il perfido Vasquez, (il tizio che in pratica ha gettato Rhys nella disperazione totale per la mancata promozione) e August, tirato in ballo per la vendita della chiave rivelatasi poi falsa nel primo episodio. Di sicuro, questa corpulenta “signora” non ha destato la nostra simpatia, ma è con un pizzico di delusione invece che scopriamo che al suo servizio ci sono Brick e Mordecai. Sì, esattamente i due cacciatori della cripta che molti di voi avranno conosciuto nel primo episodio della serie di Borderlands della Gearbox, e che sinceramente mai ci saremmo aspettati di vedere schierati da quella parte della disputa.

Oltre a queste rimpatriate, nuove e vecchie conoscenze, minacce di morte ed armi di qualsiasi tipo puntate in faccia a qualcuno, il resto dell’episodio è un continuo inseguimento, per salvare la vita a qualcuno o più semplicemente per mettere in salvo la propria.

Quando vi abbiamo parlato dell’episodio precedente, vi avevamo accennato qualcosa sulle nostre impressioni riguardo al fatto che la storia si stesse forse leggermente assestando, anche se la cosa andava un pochino a scapito dell’interazione del giocatore. Beh… onestamente, le cose sono migliorate, ma non di tantissimo. Il ritmo della trama è rimasto all’incirca lo stesso. Migliora di poco la quantità di interventi da parte del giocatore, e le features particolari a cui Rhys e Fiona possono accedere sembra avere un po’ di spazio in più. Poco eh… e tutto per motivi relativamente poco utili, perché poter cambiare l’abito di Fiona o il braccio di Rhys, di certo non cambierà profondamente lo svolgersi della storia, come non lo farà usare uno scanner posseduto in maniera demoniaca da Jack il Bello.

Una cosa che ci rallegra parecchio invece, è che si muove qualcosa sull’effettiva influenza delle nostre scelte. Spesso ci siamo lamentati di come scegliere una o l’altra possibilità in alcuni punti della trama dei titoli Telltale non fosse molto rilevante. Ebbene, le cose forse stanno cambiando, ed infatti questo terzo capitolo potrebbe risultare un bel po’ differente in base all’ultima scelta fatta alla fine del precedente episodio, quella sul dare fiducia a Fiona od affidarsi totalmente allo psicopatico omicida di nome Jack di cui parlavamo all’inizio. Certo, i punti fermi della trama saranno alla fine sempre quelli, e ci dovremo passare per forza di cose, ma almeno il viaggio potrebbe prendere strade differenti ed a volte inaspettate. La battaglia iniziale per esempio potrebbe avere quella pazzia in più tipica di Handsome Jack, il gruppo potrebbe acquisire un componente extra(tipo un piccolo Dalek ma più simpatico), e perdere il controllo del proprio corpo potrebbe essere un po’ più divertente del previsto.

A livello di gameplay, le cose non sono ovviamente mutate o cambiate nemmeno di poco. Il titolo offre come sempre i soliti quick time event (QTE) e le onnipresenti scelte multiple nei dialoghi, che sono praticamente il marchio di fabbrica della casa.
L’unica differenza rispetto ai precedenti episodi che probabilmente si fa notare, è il fatto che in questo è un po’ più frequente e facile rischiare di mandare al creatore i nostri eroi. Alcuni punti dell’avventura infatti, richiedono un pizzico di precisione e tempismo in più, a cui ormai non davamo proprio tutta questa importanza. Che sia un espediente per tenere un po’ più attento lo “spetta-giocatore” che potrebbe distrarsi troppo nei momenti morti della trama? O forse volevano riprendersi dal livello di difficoltà troppo basso in cui ci si è ritrovati in Atlas Mugged? Come si suol dire: concediamogli il beneficio del dubbio…

Passando come sempre a dare uno sguardo anche al comparto tecnico, c’è da dire che ci sono buone notizie e cattive notizie.
Da un lato, abbiamo notato che le imprecisioni grafiche, soprattutto quelle legate alle compenetrazioni degli elementi, in parte sono state ridotte (ed un po’ nascoste dalle veloci sequenze a cui spesso si assiste). I rallentamenti ci sono ancora, più di rado, ma non sono spariti, e si affiancano a caricamenti un po’ troppo lunghi ed a strani schermi neri che si presentano tra una sezione e l’altra della puntata.

Sempre in linea con la produzione invece il comparto audio, che presenta un ottimo sonoro, corredato da dialoghi spesso divertenti, e con un degno doppiaggio. Dialoghi e doppiaggio, ovvero la localizzazione completa del titolo, è come sempre in inglese, ed a tal proposito vi ribadiamo sempre che per comprendere a pieno tutto quello che sarà detto nel gioco, è necessaria una buona conoscenza delle lingua anglosassone. Non ci sono ancora notizie per un eventuale traduzione in italiano futura e/o presente nella probabile versione retail del titolo, ma la sua assenza nelle ultime versioni pacchettizzate di The Wolf Among Us e The Walking Dead Season 2, di certo non ci fanno ben sperare. Teniamo comunque le dita incrociate.

In conclusione…

La metà della strada è stata più che superata, ed a Fiona e Rhys non restano che soli due episodi per finire di raccontare la propria storia e riuscire a salvare la pellaccia. Il terzo episodio della serie sembra svolgersi praticamente tutto su delle ruote, e nonostante sia quello in cui sembra esserci stato un piccolo giro di vite sulla difficoltà, il tutto si regge sempre (e praticamente soltanto) sugli scambi narrativi dei due protagonisti, che raccontando le proprie disavventure cercano di capire dove li stia portando il loro losco rapitore. L’azione veloce ed i continui inseguimenti provano a tenere alta l’attenzione del giocatore, che però rischia di abbassarsi un po’ troppo nei momenti eccessivamente calmi che intercorrono tra loro. In compenso però, le scelte fatte in passato cominciano ad avere effettivamente un peso sulla storia, e adesso come non mai ha senso rigiocare il titolo (o parte di esso), per esplorare le varie diramazioni della trama.

Le sorprese non mancano, anche se qualcuna forse ce la saremmo volentieri risparmiata. Sì, perché sapere che Brick e Mordecai sono al soldo di quella megera travestita da balena, è una cosa che ancora non siamo riusciti a digerire… Speriamo di essere ben presto contraddetti, e che i nostri brutti pensieri siano solo farneticazioni emotive, e speriamo inoltre che nella porzione di gioco che ancora rimane, ci possa essere quella svolta con la S maiuscola per riportare tutto al livello che la produzione ci aveva fatto assaggiare all’inizio.
Molto probabilmente, la prossima release di Telltale sarà il quinto episodio della sua serie dedicata a Game of Thrones, perciò la nostra attesa per “Escape Plan Bravo”, sarà sicuramente di più di qualche settimana. Catch a Ride kiddo.

Voto 7/10

Fin da piccolo ho sempre amato le storie, che fossero raccontate da un libro, un fumetto, un cartone, un film, o soprattutto da un videogioco. Alcune le ho solo viste, altre le ho sentite così mie da avere l'impressione di averle vissute, ed altre ancora le ho addirittura scritte. Forse sono un pazzo o un sognatore, o tutte e due le cose. Ma continuerò a sognare ed a vivere avventure, per poter dire un giorno "fammi rubare Capitano, un'avventura dove io son l'eroe che combatte accanto a te".

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