Rainbow Six Siege – Anteprima E3 2015

Rainbow Six Siege – Anteprima E3 2015

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Los Angeles. Scomparsa per un po’ di anni dai radar dei videogiocatori, la serie di Rainbow Six è tornata l’anno scorso con l’annuncio del nuovo capitolo, Siege, al quale potremo finalmente giocare dal prossimo 13 ottobre su PS4, Xbox One e PC. Il titolo utilizzerà l’AnvilNext (lo stesso motore grafico di Assassin’s Creed Unity ) e sarà sviluppato da uno dei team più talentuosi del publisher francese, ovvero lo studio di Montreal. Le aspettative sono in effetti molto alte, sin dal suo annuncio: al centro del gameplay troveremo lo scontro tra due squadre, una di “cattivi” e una delle forze dell’ordine, le prime impegnate solitamente a mantenere una posizione, mentre i secondi chiamati a eliminare la minaccia. L’offerta del titolo Ubisoft è varia e prevede sia modalità PVP che PVE: noi le abbiamo provate entrambe.


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Iniziamo con una delle novità presentate durante la conferenza Ubisoft, ovvero la modalità Terrohunt, nome dietro al quale si nasconde il PVE di Rainbow Six Siege. Le missioni di questa modalità possono essere affrontate sia in solitaria che in co-op con gli amici e ci si scontra contro un gruppo di nemici gestiti dall’intelligenza artificiale. Come gli sviluppatori di Siege hanno tenuto e precisare nella presentazione prima della partita, il loro nuovo titolo è concepito con un livello di difficoltà se non alto, quanto meno tarato il più possibile verso il realismo: ecco spiegato il perché del fuoco amico sempre attivato.  

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Le missioni sono generate con un sistema parzialmente procedurale: il gioco dispone di 11 mappe create in altrettante zone del mondo. Ogni mappa ospita zone diverse che possono essere selezionate all’inizio del match: il gioco poi provvede a posizionare nemici e obiettivi sempre in posti diversi, creando così una combinazione di missioni possibili molto alta. Nella nostra partita la mappa selezionata era un edificio in Costa d’Avorio e l’obiettivo erano due bombe da disinnescare piazzando accanto ad ognuna di essere un dispositivo in grado di renderle innocue.

Prima di procedere all’infiltrazione vera e propria, il team ha la possibilità di esplorare la zona con dei robot che hanno una videocamera montata sul dorso: senza farsi scoprire dai nemici possiamo così scoprire la collocazione sia degli obiettivi che dei soldati stessi per poterci poi coordinare con i compagni e agire rapidamente. Una volta iniziata la partita vera e propria diventano determinanti il gioco di squadra e lo sfruttamento delle singole abilità delle varie classi: questi due elementi reggono tutto il gameplay di Rainbow Six Siege a prescindere che si tratti del pvp o del pvp. A dimostrazione di questo c’è la nostra esperienza personale: nonostante infatti ci venisse spesso ricordato di restare uniti, una passeggiata in solitaria ci è costata la pelle.

I quattro soldati rimasti hanno dunque dovuto mettere a frutto tutte le loro abilità per evitare di essere uccisi dai terroristi. Una volta raggiunta la bomba, il dispositivo va piazzato e necessita di 60 secondi per entrare in funzione. Improvvisamente la situazione si ribalta e da una posizione di attacco, passerete ad una di difesa, mentre orde di nemici cercheranno di fermarvi, tenendo sempre conto dell’estrema distruttibilità dell’ambiente che permetterà sia a voi che ai nemici di sparare attraverso muri, porte e finestre. I muri addirittura possono essere abbattuti dai demolitori con la mazza o con gli esplosivi per creare diversivi o fare breccia nelle stanze fortificate ed è addirittura possibile fare saltare pavimenti e soffitti per creare così “fast travel” tra un piano e l’altro della casa.

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Da quando ho scoperto che i piaceri che i miei pollici opponibili potevano darmi con un joypad erano pressoché infiniti non ho mai smesso di videogiocare. Appassionato di cinema e musica, sempre e solo a livello maniacale.

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