Come è cambiato: Halo

Come è cambiato: Halo

Essere il personaggio simbolo di una console è sicuramente un compito importante anche per qualcuno di statuario come Master Chief: negli anni la sua figura si è evoluta gioco dopo gioco, a volte in maniera quasi incredibile e dettata unicamente dal miglioramento della grafica nel gaming.

Alcuni dicono che sia vecchio, altri che nemmeno sia umano: l’importante è che lui ci sia, nel bene o nel male, pronto per difendere la Terra dai Covenant ancora una volta.

Con l’E3 2015 il capitolo Halo è stato toccato e in modo parecchio forte: una trama a due vie, in grado di infondere gravi dubbi nella mente di coloro che vedevano in Master Chief l’autentico salvatore. Chi ha ragione dunque, lui o Agent Locke?

Nell’attesa di conoscere la risposta, facciamo un salto indietro nel tempo, quando i Covenant ancora non sapevano la posizione della Terra e “Flood” era semplicemente una parola del dizionario che significava “inondazione”. Ecco a voi come è cambiato Halo in tutti questi anni.

2001: Halo: Combat Evolved – Un produttore, un team di sviluppatori e la non consapevolezza di poter scrivere la storia: questi i ruoli di Microsoft e Bungie, i creatori di un titolo che sarebbe diventato iconico nel mondo Xbox. Di Master Chief si sa poco, solo ciò che è scritto sui libri, ma bastano due minuti di vagabondaggio sulla Pillar of Autumn per capire quanto sia grama la situazione. Uomini contro alieni, Spartans contro Covenant. L’ultimo guerriero, aiutato dalla bella AI Cortana, si fa spazio nelle lande di Halo per fermare la distruzione della Galassia.

I Covenant però non sono l’unico nemico: una razza ancora più temibile sta condannando ogni forma vitale dell’universo, i Flood. Tramite esplorazione, incontri e qualche situazione fortunata, l’anello verrà distrutto e Master Chief tornerà glorioso sulla Terra.

A livello grafico, il gioco era allora probabilmente il top, quello che oggi si definirebbe come l’esperienza definitiva in stile FPS. Paesaggi che mostravano in modo fiero gli enormi poligoni e facce quasi piatte, ma il divertimento e la storia erano tutto ciò che contava. Fa quasi tenerezza rivedere i vecchi panorami e pensare quanta strada sia stata percorsa in 14 anni. Combattimenti frenetici e tanta difficoltà se giocata a livello Leggendario: in quei tempi i giochi erano ancora impietosi nei confronti dei giocatori, non si facevano sconti al minimo errore.


2004: Halo 2 – Sembra tutto rose e fiori, ma i Covenant non sono gli ultimi arrivati: la Terra viene invasa e Master Chief deve ora giocare in casa per scongiurare l’inevitabile. Entrano in gioco le doppie armi, letali soprattutto nel multiplayer: proprio questa modalità è la pietra miliare dell’intera saga di Halo, riconosciuta globalmente come uno dei sistemi di ranking meglio riusciti della storia.

Il sapore del gioco è differente rispetto al primo capitolo: l’universo si espande, entrano in gioco più fattori e più personaggi, per dare alla trama una sensazione meno lineare e più dinamica. A livello grafico i cambiamenti sono evidenti, ma non eccezionali, forse una via di mezzo tra la qualità base e ciò che si sarebbe raggiunto poi con Halo 3.

L’apparizione dei Profeti, la possibilità di comandare l’Arbiter e la divisione della trama hanno reso Halo 2 la pecora nera della “Legge della Trilogia”: in base a questa legge, è matematicamente certo che il secondo capitolo di qualsiasi serie sarà il peggiore. Ebbene, Halo 2 ha demolito questa convinzione offrendo una storia ancora più corposa rispetto al primo titolo, condita da tradimenti e colpi di scena, fino all’intramontabile citazione “Sir, finishing this fight.


2007: Halo 3 – “Sono veramente sicuro di voler giocare a questo gioco?” è la domanda che mi sono posto dopo l’uscita di Halo 3. Eccola, è la fine della trilogia, la conclusione di una storia che non tornerà mai più. Del resto, Xbox 360 è la console perfetta, chi mai potrebbe superarla in futuro? Chi ha bisogno di una nuova generazione?

Una tale narrazione non può che terminare col botto, qualcosa che veramente lascia a bocca aperta e ti fa rintanare singhiozzante in un angolo. Se poi è un tale trailer a proporla, la lacrima è assicurata.

Ritorna il vecchio stile di combattimento ad un’arma, ma le innovazioni nel campo tecnico sono molte: si nota di più la fisicità di se stessi e dei nemici, non sembra più di avere a che fare con alieni di plastica senza cervello. Anche la trama è più articolata e fa sentire il peso della narrazione, mirata alla conclusione della saga.

Finalmente Master Chief e l’Arbiter combattono al loro fianco quasi perennemente come alleati contro una forza maggiore, questi Flood e un ostinato 343 Guilty Spark intento a rispettare il volere dei Precursori. Che poi, questi Precursori chi diamine sono? Non importa, la storia sta per finire e Cortana comincia ad avere i primi sintomi di vecchiaia.

Il botto alla fine arriva e lascia tutti a bocca aperta: Master Chief è disperso nell’universo e chiede a Cortana di risvegliarlo a tempo debito. Allora non è finita, la storia continua: se però deve esserci un’altra trilogia, che sia almeno splendente quanto la prima.


2009/2011: Halo 3: ODST/Halo Reach– Passano dunque i tempi di Halo 3 ODST e Halo: Reach, gli unici due capitoli della saga FPS a non vedere Master Chief come protagonista. Un vero fan di Halo si distingue dai pareri su questi due giochi: il primo è stato criticato per essere troppo lontano dalla vicenda, ma offre uno spunto visivo da coloro che non possono fisicamente stare addosso al protagonista. ODST rimane comunque un gran filler per la storia, basata sugli avvenimenti di Halo 2: non a caso è probabilmente, finora, il titolo preferito del sottoscritto.

Altri giocatori invece dicono che Reach sia il migliore gioco della serie Halo, grazie alla storia entusiasmante e senza alcuna macchia narrativa. Per la prima volta si lavora in squadra con altri Spartan, con un destino comune purtroppo già segnato in partenza.

Con ODST e Reach si tocca la frontiera del cambio di grafica e giocabilità: lo stile varia visivamente dai capitoli precedenti, acquisendo meccaniche più elaborate ed includendo sempre più armi e abilità. Oltretutto, questo è l’addio ufficiale di Bungie: dopo anni di fantastici risultati, ora la palla passa a 343 Industries.


2013: Halo 4 – Si ricomincia, ecco Halo 4. Dopo soli 2 anni, che in verità sono sembrati un’eternità, Master Chief ritorna e si ritrova sperduto nello spazio. Ad attenderlo c’è Cortana, ma i suoi problemi sono peggiorati e la sua stabilità è messa a dura prova.

Eccoli i Precursori, ora escono allo scoperto ponendosi come ulteriore minaccia per l’umanità. Anche qui gli intrighi sono molteplici e vedono Master Chief scontrarsi contro il Didatta. Pare che la storia finisca bene dopotutto, e che il Capo tenti anche di sacrificare la propria vita pur di salvare quella dei terrestri, ma una perdita avviene comunque. Cortana saluta per sempre Master Chief dopo avergli salvato la vita.

Graficamente parlando, Halo 4 estrae da Xbox 360 l’ultima essenza vitale di cui era composta, aprendo dunque le porte alla prossima generazione di console, identificata nella nuova Xbox One. Maggiori dettagli, migliori ambientazioni e animazioni che facevano piangere dalla fatica la povera console, pronta per andare in pensione.


2015: Halo 5: Guardians – Tralasciando la The Master Chief Collection, che comprende i capitoli dal 1° al 4° rimasterizzati in HD, eccoci dunque a parlare di qualcosa che non uscirà fino al prossimo Ottobre. Dai trailers che si sono visti si può notare un’evoluzione grafica spaventosa, che mette a confronto il gioco con altri titoli recenti come Call of Duty: Advanced Warfare e Destiny, tutti accomunati dal punto di vista societario, presente oppure passato.

Il gameplay è estremamente cambiato rispetto agli scorsi anni, andando incontro alla pura anima FPS: i movimenti, la strumentazione, le armi e le abilità sono tutte cose che prima di Halo: Reach non esistevano, oppure erano semplicemente ottenibili per poco tempo nel gioco. L’E3 2015 è passato e ci ha lasciato qualche immagine di Locke e della sua squadra mentre cercano Master Chief: con loro c’è anche Buck, l’ODST che abbiamo conosciuto nell’omonimo capitolo della serie.

Scrivere anche riguardo il sesto capitolo è qualcosa di entusiasmante e triste al tempo stesso. Potrebbe essere davvero quella la fine della storia, che vanterebbe comunque quasi 20 anni di vita. Nel frattempo godiamoci Halo 5: Guardians e cerchiamo di capire chi sia davvero il nemico in tutta la questione.

E voi che farete? Rimarrete con Master Chief, nel bene o nel male?


halo meme


Tutto-E3-2015

Sta cercando da tempo di trasformare le sue passioni in un vero lavoro. A parte i videogiochi, ciò che sogna è essere regista/sceneggiatore di un film, visto l'amore per fotografia e video-editing. Nel frattempo fa vedere quanto è scarso su Twitch (http://www.twitch.tv/ilcermallo).

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