Code Name: STEAM – Recensione

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Abbiamo dovuto attendere un po’ di più rispetto ai nostri cugini americani, ma alla fine Code Name STEAM è pronto a fare il suo debutto anche in Europa con il suo folle carico di eroi improbabili, alieni e vapore. Dopo averci regalato ore e ore di insonnia passate ad imprecare tra Fire Emblem e Advance Wars su GameBoy Advance e Nintendo DSIntelligent System torna nel mondo degli strategici a turni su portatile con un titolo totalmente inedito e dalle meccaniche bizzarre quasi quanto le sue premesse: Un ibrido strategico/sparatutto nel quale respingere l’invasione aliena nei panni di Abraham Lincoln e la sua “lega di straordinari gentlemen!


Code Name STEAMCode Name STEAM cover

Piattaforma: 3DS

Genere: strategia a turni / action

Sviluppatore: Intelligent System

Publisher: Nintendo

Giocatori: 1 – 2

Online: Si

Lingua: Testi in italiano

Sito Ufficiale


Prima ancora che il suo particolare gameplay, a colpire in Code Name STEAM è il suo stile originale, capace di attingere a piene mani da elementi ben noti dell’immaginario collettivo e mescolarli fra loro per creare qualcosa di atipico e mai visto prima. Tutti conosciamo Abraham Lincoln, abbiamo fantasticato sulla vita extraterrestre e bene o male sappiamo cosa sia il filone steampunk. Ma cosa succede quando tutto ciò collide in un unico, intricatissimo, mondo? La risposta è la fanta-Londra Vittoriana di Code Name STEAM.

Nei panni di Henry Flaming de il “Il segno rosso del coraggio”, l’eroe folkloristico John Henry, il Leone de “Il Mago di Oz“, Tom Sawyer e tantissimi altri volti più o meno noti della letteratura internazionale, le vicende di Code Name STEAM ruotano attorno a un’invasione aliena di “Lovecraftiana” memoria in un universo fittizio dove a trainare lo sviluppo tecnologico è il potere del vapore. La forza del plot narrativo tuttavia non sta tanto nelle vicende in se, quanto nel modo in cui esse vengono portate avanti e gestite con estrema naturalezza durante tutto l’arco dell’avventura.

Ogni elemento, pure il più assurdo, viene sempre trattato in Code Name STEAM come una cosa “normale”, senza stare troppo a girarci intorno con inutili spiegazioni che non farebbero altro che rovinare la disinvoltura con cui certi elementi vengono messi in scena. Tutto è normale pur nel suo essere assurdo, che si tratti di parlare con un leone antropomorfo uscito da una fiaba, guidare un gigantesco Lincoln robot o mettersi alla ricerca del famoso libro dei morti, il Necronomicon. E se la qualità dei dialoghi certe volte lascia il tempo che trova con battute e circostanze non troppo felici, in generale, il ritmo è sempre piuttosto sostenuto anche grazie all’ottima narrazione a episodi che ben si sposa con la natura “a fumetti” dell’opera.


Ma veniamo al punto focale di questo articolo: Cosa è esattamente Code Name STEAM? Eh si, perché per ora abbiamo parlato di strategia, turni, azione e sparatutto. Tutti elementi presenti all’interno dell’ultima fatica Intelligent System ma che di fatto, singolarmente, non sono in grado di rendere appieno quello che effettivamente la formula di gioco propone. Chi si aspettava l’ennesimo titolo sulla falsa riga dei sopracitati Fire Emblem e Advance Wars, insomma, dovrà rivedere le proprie convinzioni e rivolgere altrove il proprio sguardo: Code Name STEAM propone si, una struttura tipica degli strategici a turni, ma all’interno di questi diventa essenziale gestire in tempo reale il proprio manipolo di eroi, muovendosi e sparando proprio come accadrebbe in un Gear of War a caso. Meglio ancora se con il secondo stick analogico del New Nintendo 3DS.

All’inizio di ogni missione, il giocatore è chiamato in causa per formare il proprio team con un massimo di quattro elementi per volta, ed è proprio in questa prima fase che si nota la prima vera rottura col passato: in Code Name STEAM non è possibile visualizzare preventivamente la mappa di gioco e quali unità si andranno ad affrontare. Una limitazione sicuramente non da poco ma comunque in linea con il desiderio di Intelligent System di diversificare ulteriormente la sua ultima creazione rispetto ai diretti ispiratori.

Al pari di Fire Emblem ogni truppa è unica e caratterizzata da parametri specifici e tecniche speciali che la diversificano dalle altre, con la sola differenza che qui ogni personaggio caduto in battaglia potrà poi essere tranquillamente riutilizzato anche nelle missioni successive. Oltre che estetiche, le differenze fra i vari membri del gruppo si traducono poi nel diverso armamentario di cui essi dispongono e, soprattutto, nella capienza del relativo steamer”, lo zainetto a vapore che determina il numero di caselle entro cui possono muoversi e sparare.


Una volta finiti i preparativi e scesi in campo, Code Name STEAM ricorda da vicino il mai troppo lodato Valkyria Chronicles di SEGA. Turno dopo turno si muovono e si piazzano le proprie unità sulla griglia di gioco in base alle quantità di vapore e, una volta appostati, si fa fuoco mirando in terza persona (e possibilmente al punto debole del nemico) con le risorse rimaste. Dopodiché si passa la priorità agli avversari i quali agiranno in maniera analoghe in base ai parametri delle proprie unità.

Ottimizzare al meglio le proprie scorte di vapore diventa quindi un imperativo non solo per proseguire verso il traguardo di ogni mappa ma anche per fronteggiare direttamente la minaccia aliena, tenendo conto che ciò che non viene adoperato durante il proprio turno viene lasciato a riserva per far fuoco durante il turno d’attesa qualora un nemico dovesse posizionarsi a tiro. Per quanto sulle prima tutto ciò possa apparire particolarmente complesso ed eccessivamente astruso (perché non inserire una risorsa apposita invece per gestire gli attacchi?), una volta superati i primi quadri e presa confidenza con i pattern dei nemici, il tutto inizia a farsi più naturale e, man mano, più coinvolgente. Imparare a muoversi quanto basta, gestire oculatamente le proprie risorse e possibilmente, cercare di sorprendere i nemici durante il loro turno, spesso è l’unico modo per cercare di portare sani e salvi la pelle a casa.


Tutto questo voler strafare e mischiare elementi così diversi fra loro però non fa altro che mettere in mostra anche il più grande punto debole di Code Name STEAM: spesso è difficile capire a cosa si stia giocando. Il suo essere per metà action e per metà strategico, infatti, non permette a nessuna delle due anime di dare il meglio di sé, con la conseguenza che spesso la si finisce a giocare e rigiocare le stesse missioni in una girandola di trial & error tutt’altro che divertente anche solo per capire qual è il miglior modo per affrontare un determinato passaggio.

Non di rado ci è capitato di approcciare delle missioni in maniera totalmente stealth salvo poi essere sorpresi e trucidati alle spalle dal respawn di truppe nemiche che avremmo potuto tranquillamente evitare se a inizio missione avessimo potuto consultare una mappa con le relative uscite. O ancora, la possibilità di visionare quali unità sarebbero state presenti sul campo in modo da poter programmare l’inserimento di due healer anziché uno.

Tutti elementi che purtroppo troppo spesso vengono lasciati al caso e che costringono a ricaricare le partite anche per la la perdita di un singolo elemento del gruppo che rende poi impraticabile il resto della missione. E se anche in Fire Emblem situazioni del genere erano comunque all’ordine del giorno, l’idea generale è che in quei casi ogni errore fosse frutto di errati calcoli del giocatore piuttosto che della casualità e dell’imprevedibilità del non sapere a cosa si va in contro.


Un altro grosso problema che affligge la formula di gioco è poi l’estenuante lunghezza e confusione che caratterizzano i turni degli avversari. Questi ultimi sono gestiti in maniera analoga a quelli del giocatore attivo, con le truppe nemiche che  si muovono e si dispongono con tutta comodità sulla mappa, senza che però sia possibile sapere cosa stiano facendo esattamente. A meno di essere esplicitamente a tiro, caso in cui spesso il tutto si conclude con una sonora batosta ai danni del nostro personaggio con conseguente reload del salvataggio precedente.

Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, la si finisce a osservare siepi e muri semplicemente “intuendo” cosa stia succedendo dall’altra parte, senza nessuna garanzia che oltre vi sia un semplice minion o una più fastidiosa torretta a ripetizione. Aspettare diventa quindi un virtù che spesso sfocia nello stoicismo e che si sarebbe potuta mitigare semplicemente introducendo la canonica visuale dall’alto per ottimizzare al meglio i propri spostamenti.

Fortuna vuole che per noi europei Code Name STEAM sarà accompagnato alla sua uscita da un’apposita patch che permette di velocizzare i turni avversari, ma anche in questo caso, il fast forward la dice lunga sulla componente strategica del titolo: le fasi di inattività saranno si più veloci, ma sempre siepi o muri osserveremo nella maggior parte dei casi. Sappiamo che si tratta di una scelta precisa stilistica atta ad enfatizzare maggiormente un approccio più tattico, ma a che pro se ogni volta la si finisce a perdere unità sempre nella stessa maniera solo per esser andati un minimo in avanscoperta?


Lo stesso comparto grafico utilizzato non fa altro che sottolineare quanto particolare siano state le scelte che hanno contraddistinto lo sviluppo del titolo Intlligent System. Lo stile grafico adottato, infatti, è decisamente carismatico e ben si sposa con la natura a fumetti delle vicende narrate, scelte che fanno di Code Name STEAM è un vero e proprio comic interattivo con tanto di cambio di inquadratura da una vignetta all’altra durante le cut-scene animate. Tutto molto particolare e ben caratterizzato, tuttavia bisogna ammettere che una volta scesi sul campo di battaglia la qualità generale tende un po’ a venire meno, con scenari fin troppo monocordi, decisamente poveri di dettagli, e modelli poligonali dei personaggi non sempre all’altezza, soprattutto per quanto concerne quelli dei nemici.

Anche dal comparto sonoro ci saremo aspettati qualcosa di più. Salvo fatto per l’ottimo doppiaggio inglese che tende a caratterizzare l’azione in più frangenti, tutte le musiche tendono a lasciare il tempo che trovano e il loro apporto all’azione, diversamente da quanto accadeva in Fire Emblem ad esempio, è veramente ai minimi storici.


In conclusione…

Code Name STEAM è un prodotto che vive di alti a bassi, in grado di mettere su tutta una serie di ottime idee senza purtroppo riuscire a svilupparle tutte ugualmente al massimo delle rispettive possibilità. L’idea di mescolare assieme strategia e azione è una di quelle: Tutto funziona e diverte finché si gioca il proprio turno per poi lasciare spazio a una sfilza di interrogativi durante quelli degli avversari.

Appurata la particolare struttura di gioco e gli evidenti limiti che ne conseguono, bisogna comunque riconoscere a Intelligent System il merito di aver provato a fare qualcosa di innovativo e fuori dagli schemi. Una volta entrati nell’ottica giusta le cose da fare e il modo in cui farle non mancano di certo, complici una lunghissima campagna principale (seppur spesso diluita da un eccessivo quantitativo di sessioni trial & error) ricca di collezionabili, la possibilità di poter confrontarsi online con i propri amici o sconosciuti o l’opportunità di poter utilizzare i propri amiibo appartenenti alla (introvabile al momento) serie Fire Emblem per evocare delle unità speciali mica da ridere.

Si tratta solo di capire quanto e se riuscirete a scendere a patti con una struttura di gioco decisamente “sui generis” in grado di premiare tanto la tattica quanto la santa pazienza di dover ricaricare dall’ultimo savepoint ogni volta che si incappa in’imboscata nemica. Code Name STEAM è così, un titolo particolare, da qualsiasi punto di vista lo si osservi.

Voto: 7/10

Videogiocatore incallito, divoratore di film, seguace della via del Social: praticamente una vita passata a giocare, leggere e scrivere. A volte anche contemporaneamente.

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